Il glutammato: neurotrasmettitore multifunzione
Il glutammato è uno dei neurotrasmettitori più importanti del nostro sistema nervoso. Agisce da autentico combustibile dell’80% delle nostre sinapsi. Esso interviene nella formazione dei ricordi, nella gestione dell’attenzione e nella regolazione delle emozioni. Inoltre, interviene in processi determinanti come la neuroplasticità, l’apprendimento e il movimento.
Probabilmente molti dei nostri lettori conoscono più il glutammato in quanto protagonista dell’industria alimentare (glutammato monosodico), che non quella componente essenziale che favorisce la comunicazione tra le nostre cellule nervose. Bisogna dunque fare una distinzione tra il glutammato alimentare, ovvero quello sotto forma di sale utilizzato come conservante di alimenti o per esaltare il sapore, dall’amminoacido che viene sintetizzato nel sistema nervoso centrale a partire dalla glutammina, sia nei neuroni presinaptici che nelle cellule gliali.
In condizioni normali, il glutammato (endogeno) è uno degli amminoacidi più abbondanti del nostro organismo. Lo produciamo grazie alle proteine che consumiamo e si erge a principale neurotrasmettitore eccitatorio. Come ci spiegano i neuroscienziati, si tratta di un elemento la cui finalità principale è quella di dare energia al cervello.
D’altro canto, e in riferimento al glutammato esogeno, bisogna dire che è molto diffusa l’idea che possa essere pericoloso per la salute del nostro cervello. Come indica uno studio condotto dal Centro di Nutrizione della facoltà di Medicina dell’Università di Pittsburg e pubblicato sul The Journal of Nutrition, non c’è prova evidente di danni neurologici a seguito del consumo del glutammato alimentare. Ma vediamo a seguire maggiori dettagli.
Il glutammato è un amminoacido il cui ruolo nel sistema nervoso centrale è fondamentale: favorisce e rende più fluida la comunicazione tra le cellule nervose.
Il glutammato: un amminoacido dalle diverse funzioni
Questo amminoacido è il mediatore di un cervello sano. Non siamo noi a dirlo, bensì un interessante studio condotto dall’Istituto delle Scienze Mediche di Base, dell’Università di Oslo. Negli ultimi anni sono state fatte nuove e affascinanti scoperte su questo amminoacido, coinvolto in molteplici funzioni metaboliche. Vediamo quindi sono le sue principali funzioni.
Principale mediatore dei segnali di eccitazione
Il sistema nervoso centrale (SNC) è costituito da neuroni e da cellule gliali (le più abbondanti). Grazie alle connessioni sinaptiche che si stabiliscono tra di essi, possiamo eseguire funzioni basilari, come i processi cognitivi, sensoriali, motori, ecc. Bene, in questo complesso processo, è il glutammato ad agire da messaggero chimico (neurotrasmettitore) tra le cellule e i neuroni, a seguito di uno stimolo elettrico.
Di conseguenza, e proprio per il fatto che il glutammato è il principale mediatore dei segnali di eccitamento, è necessario che le sue concentrazioni siano sempre adeguate per poter svolgere la suddetta funzione. Un deficit renderebbe difficoltosa tale comunicazione (non avremmo energia, per così dire). Di contro, un eccesso avrebbe un effetto parecchio dannoso sul nostro cervello. Favorirebbe l’insorgenza di ischemie, accidenti cerebrovascolari, ipossia, attacchi epilettici…
Il glutammato favorisce il nostro sviluppo cerebrale
Il glutammato è importante per lo sviluppo cerebrale del feto tanto quanto lo è per la neuroplasticità durante lo sviluppo in età infantile e giovanile, ma anche in età adulta. Grazie a questo amminoacido, si verifica la differenziazione neuronale, la migrazione e la creazione di nuove connessioni e, in sostanza, il buono stato di salute del cervello.
È anche risaputo che in condizioni davvero gravi, come nel caso della malattia di Huntington, del morbo di Parkinson e di quello di Alzheimer, il glutammato contribuisce alla morte cellulare. L’alterazione delle sue concentrazioni e delle sue funzioni può anche provocare una serie di malattie neurodegenerative croniche.
Il glutammato e il metabolismo del glucosio
Una ricerca condotta dalla Facoltà di Medicina dell’Università di Kobe (in Giappone), e pubblicata sulla rivista Cell Reports, ha permesso un’importante scoperta. Sembrerebbe che il glutammato sia direttamente associato al pancreas, che regoli l’attività delle cellule beta-pancreatiche allo scopo di favorire la produzione di insulina.
Viene svelata ancora una volta l’importanza di questo amminoacido che ci dà energia e, soprattutto, che ottimizza le funzioni cerebrali. Va ricordato che il cervello non può trarre energia dai lipidi, pertanto ha bisogno del glucosio per svolgere le sue funzioni principali. Tale bisogno viene soddisfatto da questo importante neurotrasmettitore, il glutammato.
Neurotossicità da glutammato
Come abbiamo spiegato, non abbiamo a disposizione prove a sostegno dell’idea che il consumo di glutammato monosodico sia responsabile di alterazioni neuronali. Tuttavia, non è da trascurare un certo controllo sul suo consumo. D’altro canto, una dieta bilanciata ridurrà le probabilità di danni causati dal suo consumo.
La neurotossicità associata al glutammato non sempre è dovuta a fattori esogeni. La causa principale risiederebbe in diverse condizioni patologiche, in alterazioni dei recettori ionotropici, in problemi a volte genetici o ancora sconosciuti, che attivano l’ipereccitabilità associata al glutammato, la neurotossicità e la conseguente morte neuronale.
Conclusioni
Sappiamo che un eccesso di questo amminoacido può causare le già segnalate ischemie, problemi dello sviluppo cerebrale del feto, problemi di memoria, epilessia, dolori muscolari, ecc. Tuttavia, bisogna dire che esistono diversi metodi di intervento e che disponiamo di farmaci che mediano nella regolazione delle concentrazioni di glutammato.
A oggi, la scienza sta ancora studiando questo neurotrasmettitore eccitatorio che favorisce quasi qualunque funzione del nostro cervello.
Tutte le fonti citate sono state esaminate a fondo dal nostro team per garantirne la qualità, l'affidabilità, l'attualità e la validità. La bibliografia di questo articolo è stata considerata affidabile e di precisione accademica o scientifica.
- Meldrum, B. S. (2000). Glutamate as a neurotransmitter in the brain: review of physiology and pathology. The Journal of nutrition, 130(4), 1007S-1015S.
- Zhou, Y., & Danbolt, N. C. (2014). Glutamate as a neurotransmitter in the healthy brain. Journal of neural transmission, 121(8), 799-817.
- Gheni, G., Ogura, M., Iwasaki, M., Yokoi, N., Minami, K., Nakayama, Y., … & Seino, S. (2014). Glutamate acts as a key signal linking glucose metabolism to incretin/cAMP action to amplify insulin secretion. Cell reports, 9(2), 661-673.