Il Ministero della Solitudine istituito in Giappone

Non è mai stato facile comunicare con chi si trova dall'altra parte del pianeta, ma non è stato mai così difficile farlo con chi si trova al nostro fianco. Oggi parleremo di un problema con cui la società giapponese combatte da tempo.
Il Ministero della Solitudine istituito in Giappone
Cristina Roda Rivera

Scritto e verificato la psicologa Cristina Roda Rivera.

Ultimo aggiornamento: 03 febbraio, 2023

Nel tentativo di affrontare i problemi di salute mentale, il governo nazionale giapponese ha istituito il Ministero della Solitudine e di recente ha nominato Tetsushi Sakamoto ministro in carica.

Il Ministro della Solitudine dovrà gestire i gravissimi problemi di isolamento frequenti all’interno della società nipponica. L’iniziativa è stata approvata a seguito dell’aumento del tasso di suicidi in Giappone per la prima volta in 11 anni.

Il Giappone ha accolto con entusiasmo la fondazione di questo Ministero della Solitudine che ha lo scopo di cambiare la situazione di molte persone che vivono isolate. Un fenomeno che si è accentuato ulteriormente da quanto la pandemia ci obbliga a mantenere la distanza sociale. Insomma, è una risposta alle cifre preoccupanti di suicidi e isolamento sociale.

Sono tanti i professionisti sanitari ad aver elogiato questa misura, visto che il Giappone si è ritrovato a dover fronteggiare un peggioramento della salute mentale tra gli anziani, le donne in età lavorativa, i lavoratori part-time e i disoccupati.

Sakamoto ha dichiarato che il primo obiettivo è quello di individuare le persone sole o isolate, oltre a coloro che corrono il rischio di rimanere ai margini della società.

Giovane giapponese stressato.

Ministero della solitudine: una risposta all’aumento dei suicidi

La pandemia ha intensificato il fenomeno, ma la società nipponica accusava già da anni il colpo dell’assenza di rapporti sociali. A causa della pandemia, poi, migliaia di persone sono rimaste lontane dall’ambiente di lavoro a cui erano abituati. Il contatto sociale dei giapponesi si è ridotto ulteriormente.

Gli studenti hanno paura e si sentono angosciati. Molti di loro hanno perso il lavoro part-time che svolgevano e non possono pagarsi gli studi in una società estremamente competitiva. A dover affrontare difficoltà economiche sono anche i lavoratori dello spettacolo, dell’industria alberghiera e poi le donne, che di solito fanno i lavori meno remunerativi, da impiegate nel settore dei servizi.

Le donne sono state colpite duramente dalla situazione attuale

Preoccupa particolarmente l’aumento del tasso di suicidio tra le donne. Molte di loro, in effetti, si sono ritrovate a essere isolate dall’ambiente con cui interagivano e spesso soffrono un carico di lavoro più pesante in casa oppure devono prendersi cura dei parenti anziani. Una categoria che sta soffrendo particolarmente è quella delle madri single, visto che la disponibilità dei nonni a prendersi cura dei loro nipoti si è ridotta drasticamente.

Il Ministero della Salute e i problemi di solitudine che esistono da anni

Nel 2010 il Giappone ha registrato 31.600 suicidi, una cifra che si era ridotta a 20.169 nel 2019. Nel 2020, poi, la cifra è tornata a salire per la prima volta dopo 11 anni e si è raggiunto il numero di 20.919 morti per suicidio, stando ai dati del Ministero della Salute. Questo aumento di suicidi allarmante -e che ha coinvolto perlopiù le donne- è da attribuire alla situazione attuale.

Il numero di suicidi in Giappone è aumentato del 3,7 percento nel 2020 ed è passato a un totale di 20.919 morti.

Il tasso di incidenza dei problemi di salute mentale era già molto elevato prima della pandemia. Tuttavia, la perdita del lavoro, i protocolli sul distanziamento sociale e le altre restrizioni praticamente incompatibili con l’interazione sociale, sono tutti elementi che hanno reso ancora più difficile lottare contro la disperazione in questi tempi così difficili.

Il Regno Unito è stato il primo Paese a nominare un ministro della solitudine, e lo ha fatto nel 2018. Questa decisione è stata presa a seguito della pubblicazione di un rapporto, nel 2017, secondo cui oltre nove milioni di persone avrebbero dichiarato di sentirsi spesso o sempre sole. Il Regno Unito ha già dato l’incarico a tre ministri della solitudine in tre anni.

Perché il Giappone si ritrova con così tanti problemi di salute mentale?

Quella giapponese è una società collettivista. L’importanza del ruolo e del servizio che si svolge per il proprio Paese si mescola a una forte competizione tra individui. Per i giapponesi, formarsi, evolversi e lottare per una società progressista è un progetto comune.

Da qui derivano valori civili così straordinari come il rispetto del turno, la persecuzione di atti di corruzione, la pulizia degli spazi pubblici, l’estrema attenzione verso le piante e la cura dei giardini, ecc. Tutti questi ideali potrebbero essere beneficiosi se non fosse che il lavoro occupa un posto di primo piano.

Le conseguenze della pressione

Il senso di responsabilità e la pressione hanno segnato la salute mentale di molti giovani, che posticipano la creazione di una propria famiglia o di un impegno di coppia. Preferiscono la carriera professionale, senza che ci sia nulla a “distrarli”. 

Dall’altra parte ci sono alcuni giovani che, stanchi e sfiniti dalle pressioni sociali, si sono “ritirati dalla gara” e così facendo hanno anche messo in standby la propria vita. Avendo fallito in quello che per loro è il motore principale, allora hanno chiuso con tutti gli altri aspetti della loro vita.

Dunque, scelgono di vivere in casa, rinchiudendosi nella propria cameretta, senza uscire, per nessun motivo. Infine -cosa ancor più grave- gli intensi orari di lavoro lasciano davvero poco spazio ai rapporti sociali. Ai giapponesi, già di per sé introversi, non restano molte opzioni tra cui scegliere.

Il lavoro da remoto e l’assenza di occasioni sociali durante la battaglia del Giappone contro la pandemia attuale ha reso le persone più sole e stressate. 

Il ruolo del ministero della solitudine.

Il Ministero della Solitudine: un percorso collettivo appena iniziato

Sakamoto ha l’obiettivo di riunire diversi specialisti per stilare un elenco delle priorità. Punta a promuovere attività finalizzate a scongiurare la solitudine e l’isolamento sociale e a proteggere i legami tra persone.

Tra le misure da prendere rientrano la rivitalizzazione regionale, così come la gestione del crollo del tasso di natalità in Giappone. Attualmente è in atto un coordinamento tra il neonato Ministero della Solitudine e il Ministero della Salute per la prevenzione del suicidio e con il Ministero dell’Agricoltura sulle mense dei poveri. L’idea è quella di lavorare in coordinazione e attuare delle misure urgenti. 

Il Ministero della Solitudine riuscirà a non tradire la fiducia che molti hanno riposto in esso? Non sappiamo a cosa porterà, ma la lotta contro la depressione passa attraverso la lotta alla povertà, l’isolamento, lo stigma della malattia mentale e della delegittimizzazione del valore di una persona in rapporto al lavoro che fa. Solo una risposta collettiva riuscirà a risolvere un problema collettivo che si esprime negli individui in svariati modi.


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