Il mito della "femme fatale"
La “femme fatale” è una sorta di “divoratrice di uomini”, affascinante, ma terribile allo stesso tempo. Anche se ci sono figure di questo tipo fin dall’antica Grecia, in realtà il mito inizia a diffondersi alla fine del XIX secolo.
La comparsa della “femme fatale” coincide con la nascita dei primi movimenti di emancipazione femminile. Attualmente, è diventata uno stereotipo pubblicitario.
Quello che caratterizza questa figura è una bellezza enigmatica e minacciosa, ma definitivamente affascinante. Più che sedurre, la “femme fatale” ipnotizza. Fa cadere gli uomini ai suoi piedi, ma il suo scopo ultimo è distruggerli.
Corrisponde a quello che nella psicanalisi è definito come modello isterico.
Prima del romanticismo (e dei movimenti di emancipazione femminile), la donna non aveva quasi rappresentazione nella cultura. Si erano configurati tre stereotipi di base: la sposa e la madre, la mistica e la strega e/o prostituta.