Il mondo attraverso una mascherina: impatto psicologico
Chirurgiche, FFP1, FFP2, FFP3,.. La nostra lingua si è arricchita di termini che mai avremmo voluto utilizzare, ma la realtà crea il linguaggio e ha evidentemente un impatto psicologico. Abbiamo cominciato a vedere il mondo attraverso una mascherina, accessorio che, a quanto pare, sarà una presenza costante nelle nostre vite per un po’.
“Dobbiamo seguire il modello asiatico”, ci dicono; bisogna imitare i giapponesi, i cinesi o i coreani nell’uso abituale della mascherina se vogliamo prevenire il contagio. Per loro, per buona parte di questo vasto nucleo di popolazione, lungi dall’essere un obbligo o una nuova abitudine, è il risultato di un comportamento presente nel loro registro culturale.
Da un lato, considerano mancanza di rispetto il fatto di essere malati (anche un semplice raffreddore) e contagiare gli altri se obbligati a condividere gli stessi spazi. Ma c’è un altro fattore; l’inquinamento delle grandi città asiatiche e quella finissima polvere che arriva in molti centri urbani dal deserto del Gobi. Coprire il viso con una mascherina fa parte della loro quotidianità.
In occidente, invece, la parola “mascherina” è entrata nel nostro lessico con un’accezione negativa, di paura, inquietudine. E di contraddizione. All’inizio ci dicevano che la mascherina era necessaria solo agli operatori sanitari, adesso sappiamo che sarà oggetto onnipresente e obbligatorio nei prossimi mesi.
Il mondo attraverso una mascherina, cosa cambia?
Il mondo attraverso una mascherina appare diverso. Estraneo, fastidioso, una nota stonata nella nostra normalità. E non è arrivata da sola, ma insieme a guanti, gel idroalcolico e, in alcuni casi, alle visiere protettive. Ciò che per i nostri operatori sanitari non era nuovo, ora è per tutti necessario e importante, una barriera che protegge le nostre vite.
Per chi non è in prima linea, eroica in questi mesi, la realtà è cambiata in tanti modi. Ammettiamolo, le mascherine sono la metafora della pandemia attuale, l’icona che ormai ci accompagna e che ha alterato completamente la nostra visione del mondo. Tutto questo non può non avere degli effetti sulla nostra psiche.
Incertezza e paura: che succede se non la indosso? E se non posso comprarla? E se non mi protegge?
Dubbi, inquietudine e preoccupazione, questi i semi che accrescono le nostre ansie. La paura di contrarre il Coronavirus ci obbliga ad adottare misure protettive che vanno al di là dell’igiene delle mani e del distanziamento sociale.
Se all’inizio eravamo riluttanti a indossare le mascherine, la pressione sociale, vedere ogni giorno gli altri con il viso coperto le ha rese un oggetto del desiderio. L’assenza di scorte nelle farmacie non fa che aumentare l’inquietudine, la paura, l’ossessione all’acquisto.
D’altra parte, la carenza di questi dispositivi ci obbliga a produrli, in molti casi in modo fai da te. Ma l’uso delle mascherine di stoffa alimenta un’altra preoccupazione: sappiamo bene che si tratta di una protezione blanda. Non sentirci protetti è un altro scatenante per la nostra ansia.
Come cambia la nostra realtà
Osservare il mondo attraverso una mascherina lascia un’impronta nella nostra mente: quella del “tutto è cambiato”. Adesso, ogni volta che usciamo di casa, oltre al cellulare, il portafoglio e le chiavi, dobbiamo aggiungere la mascherina. Non importa che sia chirurgica o FPP1, la vita non è più quella di prima, c’è questo elemento estraneo che la distorce.
Sappiamo che tutto questo è provvisorio. Diamo per scontato che, con il tempo, il virus che ha fatto irruzione nelle nostre vite perderà virulenza. Troveremo il modo per affrontarlo e per recuperare, nella misura del possibile, la nostra quotidianità.
Ma per il momento, dover includere questo elemento nella vita di tutti i giorni conferma la presenza del Coronavirus, lo rende evidente ai nostri occhi. Ci ricorda che ci stiamo difendendo da un nemico.
L’impatto sarà diverso per ciascuno di noi. Qualcuno accetterà la mascherina come oggetto normale. C’è da aspettarsi che altri, però, la indosseranno con ansia e agitazione, incapaci di abituarsi a questo cambiamento nelle nostre abitudini.
Le mascherine non fermano la pandemia, ma filtrano la paura
Il direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom, qualche settimana fa ha affermato di essere preoccupato per l’uso di massa delle mascherine mediche. Una ricerca quasi disperata di mascherine performanti che le sottrae a chi ne ha davvero bisogno.
In ogni paese colpito dalla crisi, le aziende si sono messe al lavoro. In breve tempo saremo autosufficienti e sarà più facile acquistarle in farmacia. Tuttavia, è evidente che le mascherine non fermano una pandemia, non da sole. Filtrano però le nostre paure.
Il mondo attraverso una mascherina: quando la vita ci coglie di sorpresa
La mascherina altera la nostra percezione del mondo, ma ne abbiamo bisogno. Ci serve per lenire le nostre inquietudini, per avere una protezione in più.
Non sappiamo quale sarà la durata degli effetti del COVID-19. Ignoriamo se questi dispositivi di protezione siano momentanei o dovremo rassegnarci a tirarli fuori in determinati periodi dell’anno o in precisi contesti.
In ogni caso, è innegabile che la vita cambia quando meno te lo aspetti. Dobbiamo essere sempre pronti ad adattarci alle nuove situazioni.