Il potere del sorriso in 3 esperimenti

Grazie a diversi esperimenti sul potere del sorriso, realizzati in diverse parti del mondo, oggi sappiamo che non è sufficiente sorridere, bensì il sorriso deve essere sincero e il riflesso di sentimenti genuini.
Il potere del sorriso in 3 esperimenti
Gema Sánchez Cuevas

Revisionato e approvato da la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Ultimo aggiornamento: 08 marzo, 2023

Sorridere è una di quelle facoltà esclusive dell’essere umano, anche se a volte ci impegniamo nel voler vedere sorrisi da parte di gatti, cani o elefanti. Si tratta di un’espressione dal forte impatto e una prova di ciò è data da diversi esperimenti sul potere del sorriso, che hanno quasi tutti portato a questa conclusione.

Chiunque può verificare il potere del sorriso nella vita di tutti giorni e trarre le proprie conclusioni. Ad esempio, provate a chiedere un favore a qualcuno esibendo un’espressione seria e poi fate lo stesso sorridendo. È probabile che la reazione del nostro interlocutore saranno diverse. Riponiamo tutti una maggiore fiducia in chi sorride.

Si attivano, inoltre, dei meccanismi inconsci che ci permettono di capire se una persona sta sorridendo in modo sincero oppure no. Se il gesto non è genuino, si scatena l’effetto contrario: diveniamo diffidenti. Questo meccanismo fa parte di quanto scoperto da alcuni esperimenti sul potere del sorriso. Vediamone tre.

Ogni sorriso ti rende un giorno più giovane.

-Proverbio cinese-

Donna che sorride

1. Colla sociale, un esperimento sul potere del sorriso

Uno dei più interessanti esperimenti sul potere del sorriso è stato condotto dallo scienziato Ron Gutman, che studia questo argomento da diversi anni. Le conclusioni delle sue ricerche sono state pubblicate sulla Rivista Forbes, in un articolo intitolato The Untapped Power of Smiling. 

Questo studio ci offre un dato interessante. Una giovane scimmia venne messa vicino a due persone, una di loro sorrideva, l’altra no. Il piccolo animale si avvicinò alla persona sorridente. La prova venne ripetuta diverse volte e il risultato fu sempre lo stesso. Accade lo stesso tra gli umani.

L’articolo passa in rassegna uno studio condotto dall’Università di Upssala, in Svezia, sulle reazioni che scatenano le diverse espressioni facciali. Si è giunti alla conclusione che le persone che sorridono tendono a contagiare il proprio ottimismo. Ne consegue che “il sorriso è contagioso, da un punto di vista evolutivo”. Contribuisce ad avvicinare le persone in quanto agisce come colla sociale.

2. Il sorriso genera un ricordo più intenso

Un altro esperimento sul potere del sorriso è stato condotto dall’Università Duke (negli Stati Uniti). È stato chiesto a 50 volontari di interagire con un’impiegata di un’immaginaria agenzia di viaggi. Alcuni sono stati accolti da una donna seriosa, altri da una triste; il resto, da una donna sorridente.

Alla fine, tutti coloro che avevano interagito con la donna sorridente hanno affermato di essere stati attratti dall’argomento in questione e di essersi sentiti più motivati nel voler fare nuovamente affari con lei. Gli scienziati sono dunque giunti alla conclusione che in presenza di una persona che sorride si attiva la corteccia orbitofrontale, ovvero una zona del cervello associata alla gratificazione.

Allo stesso tempo, si è constato che un viso sorridente genera un ricordo più intenso. Visto che produce un’esperienza gratificante, tendiamo a registrarla con maggiore nitidezza nella nostra memoria. Allo stesso modo, tendiamo a essere più aperti alle richieste formulate dalle persone che sorridono.

Donna che sorride mentre parla al telefono

3. I sorrisi falsi non sono particolarmente d’aiuto

Nel 1980 lo psicologo tedesco Fritz Strack, dell’Università di Wüzburg, ha condotto un altro esperimento sul potere del sorriso. Nonostante utilizzasse una metodologia precaria, i risultati dei suoi studi sono divenuti molto popolari. Hanno dimostrato che se una persona è triste o di cattivo umore e si forza di sorridere, dunque in modo falso, il suo stato d’animo tenderà a migliorare.

Tuttavia, altri 17 ricercatori provenienti da diverse parti del mondo hanno replicato l’esperimento di Strack, ma hanno ottenuto risultati poco chiari. Così, il ricercatore Eric-Jan Wagenmakers, dell’Università di Amsterdam, ha deciso di realizzare un’analisi dettagliata dell’argomento in questione.

La sua ricerca ha coinvolto 1.894 persone e un metodo altamente rigoroso. Alla fine, si è giunti alla conclusione che non esistono ragioni per pensare che forzare il volto a sorridere migliori lo stato d’animo di una persona. I ricercatori, infatti, non hanno individuato nessun cambiamento soggettivo in seguito a un sorriso forzato.

Tutto questo ci permette di affermare che il potere del sorriso non dipende dalla sola espressione facciale, ma deve essere accompagnato da un sentimento vero per sortire l’effetto desiderato. Sappiamo con certezza che possiamo cercare degli stimoli utili a sorridere e, partendo da questo, scoprire se è vero che il nostro stato d’animo cambia notevolmente.


Tutte le fonti citate sono state esaminate a fondo dal nostro team per garantirne la qualità, l'affidabilità, l'attualità e la validità. La bibliografia di questo articolo è stata considerata affidabile e di precisione accademica o scientifica.


  • Rulicki, S. (2013). Detective de sonrisas: curso avanzado de comunicación no verbal. Ediciones Granica.

Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.