Il signore delle mosche, allegoria della società
Il signore delle mosche è l’opera più conosciuta dell’autore britannico William Golding. Pubblicata nel 1954, non godette subito di un grande successo, bensì dovette aspettare il dopoguerra per trasformarsi in un classico della letteratura inglese. Fu riprodotto al cinema in due occasioni, nel 1963 e nel 1990.
Si tratta di un’allegoria della natura umana, in cui ogni personaggio rappresenta un’importante caratteristica del comportamento dell’essere umano; Il signore delle mosche esplora la creazione di una società fondata nel nulla da un gruppo di bambini. Come vengono assegnati i ruoli in un simile contesto? Come viene scelto un leader?
La trama ha inizio con il precipitare di un aereo carico di bambini nei dintorni di un’isola deserta. Lì, i sopravvissuti devono organizzarsi per sopravvivere e cercare di essere salvati. In un’isola sperduta, dove non esistono regole e popolata da bambini, sorge una nuova società. Ne Il signore delle mosche scopriremo come la malvagità possa nascere in qualsiasi persona, a prescindere dall’età. Un viaggio verso la malvagità e le diverse sfaccettature che può rivelare la natura umana.
“La gente non si rivela mai essere esattamente come crede di essere”
–Il signore delle mosche–
Bambini ne Il signore delle mosche, leader e allegoria
Il titolo dell’opera è in parte allegorico e fa riferimento a Belzebù, ossia il male. L’immagine del male viene rappresentata nel romanzo nella testa di cinghiale che i bambini posizionano in cima a una lancia; la stessa, in stato di decomposizione, è circondata da mosche.
Arrivati sull’isola, i bambini si uniscono con la speranza di sopravvivere e di venire salvati il prima possibile, dimostrando la socialità insita nell’essere umano. Forse condizionati dalla società in cui sono cresciuti, forse a causa della paura o dell’istinto di sopravvivenza, i bambini scelgono di eleggere un leader. Il ruolo viene assegnato democraticamente a Ralph che, pur non essendo il bambino più intelligente, è quello più agile e forte e genera fiducia negli altri.
Quella che si profilava come un’opportunità per sfidare gli adulti e dimostrare che i bambini possono essere più giusti e razionali, termina invece per rivelarsi un’autentica catastrofe. Dal momento in cui viene eletto il leader, si diffonde un sentimento di rivalità, e da lì l’odio che condurrà a una situazione tragica e fuori controllo. Senza adulti e senza leggi, sono loro a decidere:
- Ralph: è il leader eletto dal resto dei bambini. Rappresenta la democrazia, le sue intenzioni sono buone e vuole che restino uniti. Decide di tenere acceso un falò nella speranza di essere visti e portati in salvo. Nonostante le sue buone intenzioni, consulta sempre Piggy e finisce per perdere il controllo e la leadership.
- Jack: è l’opposto di Ralph, un altro leader nato, ma autoritario. È il più grande del gruppo, ma essendo arrivato dopo Ralph nel loro istituto, non viene scelto e questo lo infastidisce. Il suo atteggiamento è arrogante e pessimista, non crede più che verranno salvati e poco a poco cade nell’irrazionalità, diventando sempre più violento. Semina paura nel resto dei bambini spingendoli a unirsi a lui.
- Piggy: il suo nome significa maialino ed è il principale oggetto degli scherzi a causa del suo aspetto e della sua asma. Si tratta di uno dei personaggi più intelligenti e rappresenta la razionalità. A causa della sua condizione fisica, nessuno lo sceglie come leader, tuttavia ha la piena fiducia di Ralph che gli chiede sempre aiuto.
- Simon: proprio come Piggy, non gode di ottima salute. È un bambino riservato e viene classificato come strano, tuttavia si riconosce anche per la sua grande sensibilità, specialmente verso gli animali. È un personaggio rivelatore, scopre il “signore delle mosche” ed è portatore di verità.
- Roger: è uno dei personaggi che si evolve maggiormente, all’inizio al fianco di Ralph e braccio destro di Jack verso il finale. Roger appare come un ragazzo tranquillo e timido, ma presto scopre un suo nuovo volto; di fronte all’assenza di leggi che possano condannare le sue azioni, decide infatti di ricorrere alla violenza.
I bambini del racconto stabiliscono una gerarchia, un ordine ispirato al mondo da cui provengono, ma che finirà per rompersi e radicalizzarsi. Di fronte alla paura, non hanno bisogno di un leader razionale, ma di uno forte che assicuri loro tranquillità e cibo.
“Che cosa siamo? Persone? Animali? Selvaggi?
– Il signore delle mosche–
La natura del male ne Il signore delle mosche
Il signore delle mosche vuole essere un affronto a Rousseau, il quale sosteneva che l’essere umano allo stato naturale è buono e non conosce il male, e che è la società a corromperlo e a indurlo alla malvagità. Nel romanzo di Golding accade esattamente l’opposto: i bambini sono liberi e in uno stato totalmente naturale, ma in assenza di una società che detti delle norme si lasciano trascinare dalla loro natura cattiva, comportandosi in modo del tutto irrazionale.
L’altra faccia della medaglia è rappresentata da Hobbes, che sostiene sia la società a regolare la malvagità, a farci comportare come esseri razionali. L’opera di Golding può essere posizionata su questo versante, nonostante si sia cercato di eleggere un leader e stabilire una società, i bambini si sentono talmente liberi sull’isola da decidere di non obbedire più a nessuno.
Vediamo che all’inizio provano a imitare il comportamento del mondo adulto che conoscono. Trovano una conchiglia che si tramuterà in un simbolo democratico per cedere la parola agli altri; si organizzano per mantenere acceso il fuoco, per procurarsi il cibo e per lavorare. Presto, tuttavia, quest’utopica democrazia finisce per collassare.
Alcuni bambini vedono l’isola come un luogo da sogno, senza genitori né professori… Perché allora ubbidire a qualcuno? Perché comportarsi secondo le regole? I leader giocheranno un ruolo cruciale e i bambini dovranno decidere da che parte stare, fino a far scoppiare una guerra.
La voce che sull’isola viva una bestia porterà i bambini ad aver paura e a eleggere il più forte; altri sentiranno la libertà di poter dare libero sfogo ai loro istinti più selvaggi. Così l’isola, in un principio paradisiaca, finirà per diventare un autentico lucus terribilis di distruzione.
“Nella nostra isola possiamo divertirci finché i grandi non verranno a prenderci”
– Il signore delle mosche–
Il signore delle mosche, riflessioni
Il signore delle mosche non parla solo della natura umana o della perdita dell’innocenza, bensì anche dell’organizzazione della società. A suo modo, questi bambini creano dal nulla una nuova gerarchia organizzata con ruoli che ci ricordano il mondo reale.
Si divideranno in fazioni proprio come gli adulti fanno in politica, affronteranno la guerra e abbandoneranno la razionalità. Non premieranno l’intelligenza, non cercheranno un leader che segua la ragione, bensì uno forte che li protegga dalle loro paure.
Tutto questo ci ricorda il mondo per come lo conosciamo, portandoci a riflettere sul funzionamento e il senso della democrazia. Considerandola come un mondo dove ciascuno ha voce, un’utopia pianificata inizialmente dai bambini e che loro stessi distruggeranno.
“Devono rendersi conto che la paura non può fare più male di un sogno”
– Il signore delle mosche –
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- Golding, W. (2019). El señor de las moscas. Alianza Editorial.
- Martínez Campos, C. G. (2017). Análisis pedagógico de El Señor de las Moscas.
- Gómez, J. L. R. La territorialización del miedo en El señor de las moscas (caso Piggy). Jornadas de Reflexión Filosófica.
- Lorenzo Martínez, I. (2022). Liderazgo, trabajo en equipo e individualismo en la novela” El señor de las moscas”.