Gestire i sentimenti che accompagnano una rottura dolorosa

Gestire i sentimenti che accompagnano una rottura dolorosa

Ultimo aggiornamento: 01 maggio, 2015

Senz’alcun dubbio, porre fine ad una relazione è un avvenimento stressante, sia che si tratti di un matrimonio che di una semplice storia di coppia. Ed è normale se pensiamo a tutte le energie che ognuno dei due investe nella relazione, non solo in termini di emozioni, ma spesso anche sociali e addirittura economici. Tuttavia, c’è un fattore che delinea la differenza tra il dolore naturale che caratterizza ogni rottura e la sofferenza devastatrice. Questo fattore non ha niente a che vedere con ciò che l’altro ha fatto o ha smesso di fare, si tratta di vedere quanto sono solide le basi stesse dell’amore: l’attenzione, il valore e la compassione che sono state date alla relazione.

Prima dell’abbandono c’è l’auto-abbandono

Siamo convinti di essere innamorati, il nostro cuore accelera i battiti in presenza di quella persona speciale, ci divertiamo molto e la chimica è incredibile. In nome di quell’amore, però, cominciamo a mettere da parte le nostre proprie necessità e desideri oppure facciamo l’opposto, sottomettendo ad essi il nostro partner. Nonostante questi possano sembrare dei comportamenti contrari fra loro, in fondo si basano sulla stessa motivazione: far sì che l’altro riempia un vuoto affettivo che noi stessi abbiamo creato.

Questo “giochetto” , del controllare o dell’essere controllato, si può sostenere per un po’ di tempo, a volte persino per anni, ma, un bel giorno, la nostra essenza, quella parte sana ed autentica che tutti abbiamo, comincia a lottare per uscire. È il momento in cui giunge l’amaro rancore e la relazione si raffredda e si rovina fino a che si arriva inevitabilmente al punto della rottura.

Esorcizzare i mali

La connessione intima che si stabilisce fra due persone le rende in qualche modo vulnerabili; è per questo che, durante la rottura, spesso emergono dei mali terribili, come l’insicurezza, lo svilimento, la dipendenza, il desiderio di vendetta, l’odio e il rancore. Paradossalmente, questo immenso inferno dà la grande opportunità di affrontare ed “esorcizzare” questi mali, per poter curare le ferite ed andare avanti nel nostro percorso di crescita personale. Tutto dipende da come li affrontiamo:

  • Ignorandoli: possiamo evitare di affrontare il nostro dolore e le nostre ferite non curate in molti modi diversi. Per esempio tenendoci occupati per non sentire nulla, mangiando, guardando la TV, navigando su internet, incolpando l’altro, arrabbiandoci, rifugiandoci nell’alcool, ecc. Il risultato? Il dolore e le ferite continuano ad essere lì, stanno solo dormendo, pronti per risvegliarsi alla prima occasione che si presenti. Non c’è dubbio che questo comportamento garantisca il fallimento di una futura relazione.
  • Accogliendoli: proprio così, per quanto spaventoso e doloroso possa essere all’inizio, è necessario permetterci di sentire le nostre emozioni negative ed accettare che esse sono lì con comprensione e compassione verso noi stessi. Paradossalmente, dando amore e accettazione al nostro “lato oscuro”, lo illuminiamo, perché cominciamo a dedicare attenzione alle nostre ferite emotive e a curarle. Il risultato? Se saremo capaci di amarci incondizionatamente, non dipenderemo emotivamente da altri. Imparando ciò, la nostra prossima relazione avrà maggiori possibilità di essere più equilibrata e felice.

Invece di mandare in tilt il cervello cercando di dare delle spiegazioni alla rottura, concentriamoci sull’ascoltare e assecondare il nostro cuore. Questo, naturalmente, ci spingerà a prendere i provvedimenti adeguati per uscire dal momento di dolore: assumendo atteggiamenti positivi come la gratitudine, impegnandoci in attività che ci fanno bene come l’esercizio fisico, avvalendoci della psicoterapia o assistendo a degli incontri di crescita personale. Nonostante per un certo tempo si avvertirà il dolore della rottura, questo sarà un catalizzatore della nostra cura e crescita personale e ci salverà dalla sofferenza che ci divora l’anima.

Immagine per gentile concessione di Merkushev Vasiliy


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