Insoddisfazione cronica: come affrontarla?

Che cos'è l'insoddisfazione cronica? Ci sono dei metodi per superarla in modo definitivo? Ecco alcune linee guida per affrontarla efficacemente.
Insoddisfazione cronica: come affrontarla?
Sergio De Dios González

Revisionato e approvato da lo psicologo Sergio De Dios González.

Ultimo aggiornamento: 30 dicembre, 2022

Non tutti mostrano un livello di soddisfazione in linea con le proprie condizioni di vita. Magari hanno tutto: soldi, fama, amore, salute… Eppure, risulta difficile scorgere in loro una qualche manifestazione di piena allegria o di felicità. Come mai? A cosa si deve questa infelicità? Forse queste persone soffrono di insoddisfazione cronica.

Passare la vita a lamentarsi è uno dei peggiori vizi di questo secolo. Quando si presenta questa situazione, l’individuo può sviluppare due diversi approcci. Nel primo caso, si sceglie di accettare la propria condizione. L’insoddisfazione cronica diventa un aspetto mentale e la persona impara ad accontentarsi, a essere felice con ciò che ha.

L’altro approccio è totalmente opposto. Dinanzi a una situazione di insoddisfazione, si agisce dando il massimo per cambiare le cose. Sacrificio, applicazione, costanza, determinazione…

In realtà, per vincere l’insoddisfazione cronica c’è bisogno di entrambi gli approcci. Vi sveliamo il perché in questo articolo.

Da cosa nasce l’insoddisfazione cronica?

Tutti noi, probabilmente, ci siamo sentiti insoddisfatti almeno una volta. Nessuno ha una vita perfetta. Tuttavia, il problema nasce quando questo sentimento domina ogni singola giornata.

In genere l’insoddisfazione cronica è relazionata a due elementi: non accettare la realtà ed essere incapaci di cambiare ciò che non va. Entrambi gli elementi sono fondamentali per sentirsi bene. Applicarne solo uno produce stanchezza (psicologica e fisica, in ordine), ma favorisce anche le emozioni spiacevoli e persino la depressione.

Uomo con insoddisfazione cronica

Cosa succede se si accetta questa condizione?

Immaginate, per un momento, di scegliere il primo approccio. Esatto, quello dell’accettazione. Anche se ci sono elementi nella vostra vita che non vi piacciono per niente, decidete di smettere di preoccuparvi. In fin dei conti, godersi il momento è uno dei segreti della felicità umana.

Quindi, smetterete di perdere tempo a pensare a ciò che non va. Se il vostro capo è una cattiva persona, gli porgerete l’altra guancia. Se non avete abbastanza soldi per mettere su famiglia, vi rinuncerete. Ma quali saranno gli effetti di questo atteggiamento a lungo andare?

Inizierete a provare la sensazione di non avere alcun controllo sulla vostra vita. Vi sentirete proprio come una nave alla deriva, ed è giusto così. L’accettazione è uno strumento molto potente, ma serve solo in due casi:

  • Punto di partenza per il cambiamento (se non riconoscete di avere un problema, non avrete la motivazione per intervenire per risolverlo);
  • Modo per assimilare ciò che non si può cambiare.

D’altra parte, è probabile che rassegnarsi produca una falsa accettazione, finendo per generare un grande malessere sulla base di dissonanza cognitiva.

Vale la pena di sforzarsi per cambiare le cose?

Prendiamo ora l’esempio opposto. Immaginate che odiate una determinata situazione e decidiate di fare di tutto per cambiarla. Ciononostante, state scaricando parte delle vostre responsabilità: se una situazione non va come sperato, probabilmente qualche colpa è anche vostra.

Dare il massimo e sforzarsi per migliorare una situazione che non piace è certamente un’iniziativa lodevole, ma non farsi carico delle proprie responsabilità difficilmente sarà d’aiuto. La mancanza di autocritica spinge spesso l’individuo verso decisioni sbagliate, che allontaneranno sempre più gli obiettivi finali.

Come affrontare l’insoddisfazione cronica?

Per uscire da questa impasse, dovrete mescolare le due strategie. Per produrre cambiamenti efficaci, occorre accettare la situazione per poi iniziare a sforzarsi nell’ottica di un miglioramento. Anche se questa strategia può sembrare contraddittoria, vi forniremo un esempio per capirla meglio.

Ragazza che pensa a una soluzione per i suoi problemi

Immaginate di essere in sovrappeso e che vorreste dimagrire. Siete anche convinti che recuperare la linea vi renderebbe più felici. Ebbene, il primo passo sarà chiedere a voi stessi, sinceramente, se nutrite davvero questo desiderio oppure no. Se il dialogo interiore è falsato, lo saranno anche le strategie che metterete in pratica.

D’altra parte, iniziare una dieta e andare in palestra, torturandosi per aver preso qualche chilo di troppo, non gioverà al raggiungimento dell’obiettivo. Favorire i pensieri negativi significa avere una palla al piede. Cosa dovete fare, allora, per vincere l’insoddisfazione cronica?

  • Prima di tutto, accettate di non essere soddisfatti del vostro aspetto fisico (oppure sì, nel caso in cui lo siate). Avete un alto indice di massa corporea e vorreste ridurlo.
  • Ora, prendete la decisione di affrontare il problema, dato che non volete che la situazione sia definitiva.
  • Quindi, stabilite un obiettivo e iniziate a lavorare per raggiungerlo. In questo caso, potete cambiare la vostra alimentazione e/o iniziare a fare sport regolarmente. La cosa migliore è affidarsi a un professionista.
  • Durante il corso del tempo, osservate in modo obiettivo come evolve la situazione e modificate ciò che eventualmente non funziona. Ricordate che non è una colpa rallentare, prendersi una pausa o tirarsi indietro se ne sentite il bisogno.

Se seguirete questi quattro passaggi, l’insoddisfazione cronica scomparirà. Basta ricordare che accettare la situazione e lavorare per modificarla sono due passaggi che appartengono allo stesso percorso. È difficile stabilire un piano d’azione intelligente se la situazione non è stata analizzata e accettata con sincera consapevolezza.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.