Intelligenza e saggezza: 5 differenze da conoscere
Intelligenza e saggezza non sono sinonimi, nonostante nel linguaggio quotidiano si usino in maniera indistinta. Viviamo in una società che valorizza l’efficienza e i risultati, lì dove all’apparenza solo i più intelligenti sono destinati a trionfare. Tuttavia, solo i saggi raggiungono una felicità autentica, perché sono orientati ai valori, si preoccupano di fare uso della bontà e di applicare una visione più ottimista alla vita.
Se cerchiamo il termine saggezza nel dizionario, troveremo una definizione semplice: facoltà delle persone di agire con sensatezza, prudenza o equilibrio. A questo punto, la prima domanda che ci sorge spontanea è: allora l’intelligenza non ci dota di questa stessa capacità? Un quoziente intellettivo medio o alto non ci garantisce il potere di prendere decisioni equilibrate e sensate? Qual è la differenza tra intelligenza e saggezza?
È evidente che la risposta è sì, e che l’intelligenza presenta diverse sfumature. La personalità e la maturità emotiva sono agenti condizionanti che influiscono sul giudizio della persona brillante, e sul suo potenziale più o meno abile per investire sul suo stesso benessere e su quello altrui.
Intelligenza e saggezza sono due concetti interessanti che conviene definire, analizzare e scindere; l’obiettivo è acquisire un’idea più esatta e utile. Perché nella vita, oltre ad avere un QI alto, è utile sviluppare un’eccezionale saggezza vitale e dare forma a una virtù abbagliante, quella che va un passo oltre la sfera cognitiva ed emotiva.
Differenze fra intelligenza e saggezza
Le differenze fra intelligenza e saggezza sono oggetto di studio solo di recente. Il concetto di saggezza è sempre stato associato alle discipline filosofiche o persino spirituali, lì dove i grandi maestri greci o buddisti ci hanno illuminati con le loro idee, riflessioni e consigli trascendentali.
Negli ultimi decenni, tuttavia, la psicologia ha iniziato ad approfondire questo tema. Alcuni lavori, come quello di due docenti del dipartimento di psichiatria dell’Università della California a San Diego, il dottor Dilip V. Jeste e il dottor Thomas W. Meeks, ci hanno esposto idee molto interessanti.
Ecco quali sono le differenze fra intelligenza e saggezza.
L’esperienza non ci rende più saggi
Quest’idea è importante e abbatte un mito classico. Spesso si dice che l’esperienza ci offre anche saggezza. Tuttavia, non vi è un’associazione diretta e forte fra l’aver vissuto molto o poco ed essere diventati saggi. Questa virtù non arriva in modo naturale con l’avanzare dell’età .
Diversi psicologi e sociologi, inoltre, hanno cercato di comprendere meglio i processi sociali, emotivi e cognitivi che trasformano l’esperienza in saggezza. Esistono diverse variabili, come la capacità di riflessione, che condizionano la tipica associazione esperienza/saggezza.
L’intelligenza ci rende efficienti ed eticamente più competenti
Le persone intelligenti hanno un alto senso dell’efficienza e di quello che considerano “andare bene”. Quando qualcosa non corrisponde alle loro aspettative, vengono invasi dalla frustrazione. Sono molto orientati alle mete, ai risultati concreti e soprattutto auspicabili.
Questa visione spesso fa cadere in stati logoranti, dato che, in media, le persone con un QI elevato non tollerano l’incertezza e questo fattore è proprio una differenza radicale tra intelligenza e saggezza. Le persone sagge, infatti, sanno accettare gli imprevisti, sanno relativizzare e adottare uno sguardo più paziente, rilassato e comprensivo verso la realtà.
Le persone sagge prendono decisioni migliori
Vogliamo precisare ancora una volta che vi sono molte differenze individuali fra le persone con un QI alto. Alcune prendono decisioni con equilibrio e responsabilità, altre si lasciano trasportare da ciò che è pratico e obiettivo senza valutare altre sfumature.
Se vi è una chiara differenza fra intelligenza e saggezza è che quest’ultima dimensione è associata a menti più aperte, per integrare qualcosa che va oltre la semplice conoscenza pratica. Le persone sagge dispongono di un’esperienza meditata, di un senso profondo della vita per il quale arrivano ad accettare le incertezze e gli alti e bassi della vita.
Allo stesso modo, sviluppano una consapevolezza più precisa su come evolvono gli eventi con il tempo; tutto ciò conferisce loro un maggiore e più definito senso dell’equilibrio.
L’intelligenza può essere usata per praticare la bontà o la malvagità
Un QI alto può essere applicato per fini nobili o, al contrario, per manipolare, cospirare, tradire o sviluppare l’azione più sofisticata con un fine perverso. Allo stesso modo, può anche essere orientato a fini più nobili ed elevati.
La saggezza, invece, si vincola al senso più autentico della bontà; ha sempre avuto questa connotazione carica di buon senso, umanità e spiritualità con cui ispirare gli altri a compiere buone azioni.
Il saggio è ottimista
Un’altra differenza interessante fra intelligenza e saggezza è che quest’ultima virtù condivide quasi sempre una visione molto positiva della vita, delle persone e della realtà. Questo atteggiamento quasi sempre incoraggiante, risoluto e fresco è relazionato con quanto appena descritto; al senso di bontà e a ciò si deve la sua capacità innata di commuoverci, dotarci di energia e voglia di continuare, ascoltare i suoi consigli e imitare la sua stessa visione delle cose.
Arrivati a questo punto forse si state chiedendo cos’è meglio, se essere saggi o molto intelligenti. Beh, occorre dire che non c’è una dimensione migliore dell’altra, perché vi sono saggi né brillanti né intelligenti, ma estremamente operativi e, ovviamente, felici.
Possiamo aspirare (a seconda delle nostre possibilità) a entrambe le dimensioni. Possiamo allenare i nostri processi cognitivi, migliorare la nostra intelligenza emotiva e integrare ciascuna esperienza in un’ottica più sensata, rilassante e ottimista.
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- Wang Fengyan, Zheng Hong (2012) A New Theory of Wisdom: Integrating Intelligence and Morality. Psychology Research https://files.eric.ed.gov/fulltext/ED535738.pdf