La legge di Illich e la produttività negativa

Secondo la legge di Illich, dopo un certo numero di ore la produttività nel lavoro comincia a scendere in maniera significativa.
La legge di Illich e la produttività negativa
Gema Sánchez Cuevas

Revisionato e approvato da la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Ultimo aggiornamento: 12 marzo, 2023

La legge di Illich introduce il concetto di “soglia della produttività negativa”. Si tratta del momento in cui cominciamo ad avere difficoltà a mantenere la concentrazione e commettiamo errori.

Per i ricercatori, la produttività è sempre stato un argomento di grande interesse. Gli studi su questo argomento hanno portato a formulare la legge di Illich, che analizza a fondo le diverse fasi della produttività nel lavoro.

Storicamente, il mondo del lavoro ha basato le sue fondamenta su propositi economici e politici. Ma non dimentichiamo che anche gli esseri umani fanno parte del ciclo della produzione. Per un lungo periodo, il fattore umano non è stato preso nella giusta considerazione, pur essendo un aspetto dominante della produzione economica.

Gli interrogativi sorti durante la ricerca del metodo migliore per ottenere la produttività hanno portato alla nascita di varie teorie. E in questi casi è stato finalmente considerato anche il fattore umano: un elemento in cui si inglobano le potenzialità e i limiti delle capacità cognitive e della motivazione. Fra queste teorie, troviamo la legge di Illich.

“La complessità è il tuo nemico. Chiunque può fare qualcosa di complicato, anche uno stupido. La cosa difficile è semplificare.”

-Richard Branson-

Ivan Illich, fondatore della legge di Illich

Scrittore, storico e pensatore austriaco, Ivan Illich fu l’ideatore dell’omonima legge sulla produttività. Divenne famoso quando pubblicò il libro Descolarizzare la società, in cui criticava fortemente il sistema educativo. Promosse l’autoapprendimento come mezzo per formarsi e la conversazione come strumento per fomentare l’analisi.

Nell’anno 1980 formulò la legge di Illich. Dopo vari anni di studio durante i quali insegnava nell’Università Statale della Pennsylvania, giunse alla seguente conclusione: “Dopo un certo numero di ore, la produttività del tempo impiegato prima decresce e poi diventa negativa”.

In altre parole, secondo Illich il lavoro continuato per molte ore consecutive finisce per non essere produttivo. Ciò significa che lavorare più a lungo non è direttamente collegato a una maggiore produzione. Anzi, accade proprio il contrario: un eccesso di ore di lavoro porta alla saturazione e infine al blocco totale.

Il pensatore e storico Ivan Illich

La legge di Illich

Secondo la legge di Illich, il segreto per evitare ciò risiede nell’adeguata organizzazione dei tempi di lavoro e delle pause di riposo. Prendiamo, ad esempio, una persona che produce un paio di scarpe in due ore. Anche se lavora 12 ore, non sarà in grado di produrre sei paia di scarpe. Dopo un certo tempo, infatti, il rendimento comincia a diminuire fino a diventare nullo.

È dunque probabile che alla fine produca solo quattro paia di scarpe, invece delle sei previste. Se all’inizio impiegava solo due ore, dopo un po’ avrà bisogno di tre o quattro ore per fare lo stesso lavoro. È anche possibile che commetta alcuni errori e che il prodotto finale non presenti la stessa qualità.

Con il lavoro intellettuale, la situazione può diventare veramente critica. Ma sia nel lavoro fisico che in quello intellettuale, lavorare senza riposo provoca una fatica mentale che riduce le capacità. Se ciò si prolunga nel tempo, appaiono anche sintomi emotivi di ansia, depressione, stress da lavoro, irritabilità, ecc.

Lavorare in maniera efficace

Per evitare di giungere a una stanchezza eccessiva, secondo la legge di Illich, è necessario alternare costantemente il lavoro con il riposo. A tale scopo, propone il concetto delle “scatole del tempo”. Si tratta di scatole che raccolgono e descrivono forme di organizzare il tempo per non penalizzare il rendimento.

Le scatole del tempo

Le tre principali scatole del tempo sono le seguenti:

  • 2 minuti di riposo ogni 10 minuti di lavoro. Anche se a molti può sembrare un lasso molto corto, questa scatola si è dimostrata in grado di generare un’elevata efficienza. In dieci minuti, se il carico non è molto, tutte le capacità cognitive tornano al loro massimo rendimento.
  • 5 minuti di riposo ogni 25 minuti di lavoro. Una frangia produttiva che corrisponde alla cosiddetta tecnica del pomodoro. Si tratta della più popolare e molte persone ne hanno confermato l’efficacia.
  • 12 minuti di riposo ogni 12 minuti di lavoro. Anche questa scatola del tempo si è dimostrata molto efficace. È utile soprattutto per mansioni meccaniche o poco stimolanti.

Attualmente ci sembra normale fare lunghe giornate di lavoro, e all’inizio può essere difficile applicare questo metodo. Ma si tratta solo di farci l’abitudine. Familiarizzare con questo sistema richiede veramente poco tempo.

Una buona idea consiste nel lavorare seguendo una routine abituale. Ciò consente di valutare la produttività a fine giornata. Il giorno dopo, fate lo stesso e confrontate i risultati. Vi sorprenderanno!


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.