Leggenda di Carlo Magno: una storia che decifra l'amore

Leggenda di Carlo Magno: una storia che decifra l'amore

Ultimo aggiornamento: 29 gennaio, 2018

La lezione americana che Italo Calvino ha intitolato Rapidità narra una leggenda di Carlo Magno che è una delle storie più forti e interessanti dell’autore. Questo meraviglioso scrittore nato a Cuba da genitori italiani, lasciò una testimonianza impressionante della sua acuta sensibilità e chiara intelligenza in questo micro-racconto.

Calvino si è sempre dibattuto fra un realismo radicale e un’immaginazione senza limiti. La leggenda di Carlo Magno ne è un buon esempio. Partendo da una storia fantastica e quasi inverosimile, riesce a plasmare una visione profonda e analitica dell’amore  appassionato.

Molte delle opere di Calvino hanno un tono da favola. La leggenda di Carlo Magno potrebbe rientrare in questo gruppo. Tuttavia, in questo caso il proposito va di gran lunga oltre una morale. Il racconto fa una rivelazione impressionante sull’amore di coppia. In questo tema, la posizione di Italo Calvino è molto vicina a quella della psicoanalisi contemporanea.

“Si ama o la persona che protegge, in questo caso la madre, oppure un’immagine narcisistica di sé”.

-Jacques Alain Miller-

La leggenda di Carlo Magno e l’amore come passione 

La leggenda di Carlo Magno comincia nel seguente modo: “L’imperatore Carlo Magno in tarda età s’innamorò d’una ragazza tedesca. I baroni della corte erano molto preoccupati vedendo che il sovrano, tutto preso dalla sua brama amorosa e dimentico della dignità regale, trascurava gli affari dell’Impero”.

È interessante che Italo Calvino abbia scelto come personaggio centrale un uomo anziano e potente. Apparentemente, è l’antitesi di quella fase adolescenziale durante la quale l’amore inonda ogni cosa. Senza curarsi di essere l’imperatore, quando si innamora non ha più occhi per nessun altro.

Carlo Magno e moglie

I baroni, dunque, si preoccupano. Il potere e l’amore non sono due realtà compatibili fra loro, nonostante a volte procedano mano nella mano. In questo caso, l’amore si impone sul potere, questione che mette a repentaglio l’intero impero. Questo è solo l’inizio dei sorprendenti eventi che accadono a seguire.

L’amore: un inganno, un incantesimo

Dopo essersi innamorato così intensamente, accade l’impensabile. La giovane amata muore improvvisamente. La leggenda di Carlo Magno narra, però, che l’amore non morì con essa. L’imperatore, accecato dal dolore, fece portare il cadavere della giovane nella sua stessa camera. E non volle separarsi neanche un attimo dal corpo inerte.

Il racconto continua recitando quanto segue: “L’arcivescovo Turpino, spaventato da questa macabra passione, sospettò un incantesimo e volle esaminare il cadavere. Nascosto sotto la lingua della morta, egli trovò un anello con una pietra preziosa”.

Allora si scoprì che ciò che sembrava amore nascondeva un incantesimo. In fin dei conti, Carlo Magno non era poi così innamorato della giovane tedesca. Quanto gli era accaduto era opera della magia e non di un reale sentimento.

Italo Calvino comincia a rivelare qui la vera natura dell’amore. La persona amata porta con sé qualcosa, che non è lei stessa. L’amante si innamora di ciò di cui l’altro è portatore e non dell’altro di per sé. In termini psichici, diremmo che l’amore è l’attivazione di un elemento magico. Non in senso poetico, ma letterale. Quando si ama, si rinuncia alle regole della logica e si inizia a sfiorare l’impossibile, con l’illusione di renderlo realtà.

Anello

L’amore: un anello con una pietra preziosa

Il finale della leggenda di Carlo Magno non potrebbe essere più sorprendente e travolgente. Ciò che successe dopo che l’arcivescovo trovò l’anello fu quanto segue: “Dal momento in cui l’anello fu nelle mani di Turpino, Carlo Magno s’affrettò a far seppellire il cadavere, e riversò il suo amore sulla persona dell’arcivescovo. Turpino, per sfuggire a quell’imbarazzante situazione, gettò l’anello nel lago di Costanza. Carlo Magno s’innamorò del lago e non volle più allontanarsi dalle sue rive”.

In questa parte finale, viene rivelata definitivamente la natura di questo amore infuocato che non lascia spazio alla ragione. A Carlo Magno non importa quale sia l’oggetto del suo amore. Per questo si innamora dell’arcivescovo e poi di un lago, che continua ad amare per sempre. Il segreto di tutto risiedeva nell’anello magico.

L’anello è una figura in cui vi è un bordo, ma nulla al centro. È un cerchio che delimita il vuoto. Ma ha una pietra preziosa, qualcosa che brilla, che attrae, che acceca. Alla fine è così l’amore, o così lo interpretano alcune persone: un tentativo di mettere un limite al vuoto, al nulla. Nonostante questo, prende vita nelle persone, acquisisce un’esistenza reale, e determina la loro vita. L’amore appassionato nasce, cresce e muore nell’immaginazione.


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