La paura delle api: cause e trattamento

Se provate un'intensa paura per le vespe, le api o i bombi, potreste soffrire di apifobia. In questo articolo parleremo più nel dettaglio delle cause, dei sintomi e delle conseguenze di questa fobia.
La paura delle api: cause e trattamento
María Vélez

Scritto e verificato la psicologa María Vélez.

Ultimo aggiornamento: 14 febbraio, 2023

Sono tante le persone che hanno paura o provano una forte repulsione per gli insetti. In alcuni casi, possono persino sviluppare una paura irrazionale. Una delle fobie più frequenti legate agli insetti, è l’apifobia, ovvero la paura delle api, delle vespe o dei bombi. In questi casi, il semplice svolazzare di uno di questi animali o semplicemente la vista un nido può scatenare una serie di sintomi alquanto spiacevoli.

Sebbene siano insetti piuttosto pacifici nei confronti dell’uomo ed essenziali per il ciclo naturale, le api scatenano il panico in una vasta percentuale di popolazione. Si stima che circa il 3% della popolazione abbia paura delle api. Nelle prossime righe, approfondiamo i sintomi, le cause e le conseguenze dell’apifobia.

Ape che vola attorno ai fiori.


I sintomi dell’apifobia

L’apifobia, o eccessiva paura delle api e delle vespe, è anche nota con il nome di melissofobia (dal greco “melissa”, ossia ape). Come suggerisce il nome, si tratta di un disturbo d’ansia, e nello specifico di una fobia. Si manifesta quando in presenza a un determinato stimolo – in questo caso vespe, api o bombi – si prova una paura estremamente intensa o irrazionale.

Oltre alla sensazione di paura, la persona avverte un forte senso di disagio e di ansia. In tal senso, tra i sintomi fisiologici più comuni rientrano: vertigini, nausea, tachicardia, iperventilazione o difficoltà respiratorie, tremori, mal di testa, svenimenti, ecc.

D’altro canto, si manifestano anche sintomi cognitivi, ovvero quelli che influenzano la sfera del pensiero. La persona che paura delle api mostra mancanza di concentrazione, pensieri intrusivi sulla possibilità che aumenti il numero di api, pensieri di morte o pensieri distorti riguardo la situazione.

Infine, come nella maggior parte dei disturbi d’ansia, sussistono due principali sintomi comportamentali: l’evitamento e la fuga, del tutto naturali in situazioni di pericolo. Per tale ragione, la persona cercherà di evitare a tutti i costi le api. E, quando inevitabile, scapperà alla loro vista.

Come nasce la paura delle api?

Nel caso delle fobie, in genere si prendono in considerazione due possibili cause: aver vissuto un’esperienza traumatica con l’insetto in prima persona o averne sentito parlare. Essere punti da questi insetti è piuttosto frequente e viene vissuta come un’esperienza da non ripetere a causa del dolore provato.

Rispetto ad altre fobie riguardanti gli animali, dunque, l’apifobia si presenta come una paura meno irrazionale, visto il rischio per la salute. Ciononostante, bisogna dire che la gravità di un eventuale è maggiore se la persona è allergica o se viene punta da più insetti contemporaneamente.

D’altro canto, le fobie sono associate anche all’apprendimento osservazionale. Vale a dire, che se da piccoli una persona cara soffriva di apifobia, molto probabilmente ci avrà trasmesso quella stessa paura. Oppure, semplicemente, abbiamo appreso il comportamento di evitare o di reagire di fronte alla comparsa di questi insetti. O ancora, la nostra paura si è rafforzata per mezzo di costanti avvisi di pericolo (reali o meno) legati a questi insetti.

Conseguenze

In genere, le fobie legate agli animali si manifestano durante l’infanzia, fase della vita in cui non tendono ad avere grandi conseguenze, fatta eccezione per il disagio provato. Le zoofobie tendono a scomparire negli anni; in caso contrario, la paura resta e aumenta, arrivando persino a influenzare la vita di chi ne soffre.

In tal senso, occorre sottolineare la differenza tra la paura delle api (o vespe) e una fobia, un disturbo d’ansia. Nel secondo caso, la paura può limitare la vita del soggetto. Per esempio, può influire sul luogo in cui acquistare una casa o lasciare quella in cui si vive.

Si può smettere di frequentare posti specifici, anche contro i propri desideri, per paura che vi siano delle api. E si possono persino accusare i sintomi propri dell’ansia quando si è in prossimità di un fiore per paura che questi insetti si avvicinino.

Tenuto conto di ciò, l’apifobia può avere conseguenze sia lievi sia gravi a seconda dell’impatto sul soggetto. Si tratta in ogni caso di un disturbo d’ansia che andrebbe trattato e risolto per migliorare la propria qualità di vita.

Sciame di api in volo.


Trattamento della paura delle api

Nel caso delle fobie, la terapia cognitivo-comportamentale risulta il trattamento più efficace. Nello specifico, in genere vengono applicate tre strategie d’intervento: il rilassamento, la modifica dei pensieri fobici e irrazionali e la desensibilizzazione sistematica o le tecniche di esposizione.

Trattandosi di un disturbo d’ansia, l’individui deve imparare e acquisire le risorse necessarie per affrontare lo stimolo o per rilassarsi durante l’attacco di panico. In tal senso, gli verranno insegnate delle tecniche di rilassamento muscolare progressivo o di rilassamento endogeno. Questi strumenti si rivelano utili anche nelle fasi iniziali della desensibilizzazione sistematica.

Che si impieghi quest’ultima tecnica o un’altra strategia, l’esposizione agli stimoli che generano paura deve avvenire in modo graduale. Per esempio, inizialmente potrà essere condotta con immagini e in seguito avvicinare poco per volta la persona allo stimolo reale finché non proverà più uno stato di ansia estrema.

In sintesi, la paura irrazionale o estremamente intensa delle api e delle vespe si configura come una fobia e, come tale, va affrontata insieme a uno psicologo professionista. Solo così, la persona riuscirà a migliorare la qualità della propria vita e a svolgere attività mai svolte a causa della paura.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.