La saggezza in psicologia
La saggezza, oltre la concezione popolare, è stata studiata da esperti dell’intelligenza e psicologi. Essa, di fatto, può essere definita in termini scientifici, al di là dell’attribuzione di conoscenza che di solito riferiamo alle persone anziane.
In questo articolo parleremo di ciò che la scienza della psicologia intende per saggezza. Un concetto difficile da studiare a causa della diffusione dei suoi limiti e della difficoltà legata all’uso della metodologia scientifica con le componenti dell’interiorità.
Cos’è la saggezza secondo la psicologia?
La saggezza può essere definita come un insieme di conoscenze possedute attraverso la pratica della vita a un livello esperto. Sono molti gli autori che hanno cercato di identificare gli elementi legati alla saggezza. Questi vengono in genere suddivisi in:
- Abilità interpersonali: livello di conoscenze, sensibilità e socialità nel relazionarsi con le altre persone. Le abilità interpersonali portano ad adattarsi alle esigenze dell’interlocutore e a stringere nel modo più efficace l’interazione con l’altro.
- Capacità di giudizio e comunicazione: la saggezza, che di solito è legata all’esperienza, implica la conoscenza e la capacità di saper consigliare. Per questo motivo, le persone sagge sono in grado di fornire consigli utili riguardo ai problemi e soluzioni pragmatiche come nessun altro.
- Comprensione: le persone sagge, essendo state capaci di coltivare le emozioni, insieme alle loro esperienze di vita, sono in grado di comprendere ed essere empatiche.
- Competenza generale: questa è la componente più nota o attribuita alla saggezza. Le persone sagge sono intelligenti, istruite, hanno conoscenze elevate in diversi campi e sanno come comunicarle.
La saggezza implica necessariamente conoscenza?
Gli esperti alludono al fatto che i due fattori più importanti della saggezza sono una comprensione eccezionale e le capacità di giudizio e di comunicazione. Possono dunque esistere anche persone sagge che, a causa delle vicissitudini della vita, non possiedono una grande conoscenza.
Tutte le componenti di cui sopra fanno appello a un costrutto di saggezza che allude ad aspetti affettivi e interpersonali. In altre parole, una definizione che va oltre il cognitivo.
La saggezza secondo Holliday e Chandler (1986)
Per questi due autori, la saggezza implica: la sagacia, il coinvolgimento con gli altri, la considerazione, la perspicacia, l’intuizione, la conoscenza dei propri limiti, la ragione e la logica, l’esperienza, la mente logica, la buona risoluzione dei problemi e l’apprendimento dagli errori. La persona saggia è una cacciatrice di informazioni che utilizza bene i dati di cui dispone.
La definizione di Holliday e Chandler tende più a mettere in relazione la saggezza con i fattori cognitivi e le capacità che consentono alla persona di risolvere i problemi in modo corretto e brillante.
La saggezza secondo Sternberg (1985)
Sternberg, d’altra parte, definisce il saggio come un individuo sensibile, socievole, dotato di buon senso e di capacità comunicative, che comprende la vita, che ha imparato dall’esperienza ed è in grado di coniugare diversi punti di vista.
Oltre a tutte queste facoltà interpersonali ed emotive, definisce la persona saggia anche come intelligente, colta e dalle grandi competenze generali.
Come viene analizzata la saggezza dal punto di vista scientifico?
In qualche modo, siamo in grado di valutare il livello di una persona in questo aspetto attraverso test standardizzati e procedure qualitative. Esistono due grandi gruppi:
- Attività di pianificazione: ai soggetti viene presentato un test nel quale una persona deve fare una scelta. Tale scelta riguarda la vita in determinate circostanze. Può riguardare una persona più giovane e con aspetti da prendere in considerazione nel processo decisionale. In questo test, si risponde ad alta voce a partire da uno schema con tutte le scelte possibili, le ripercussioni di ogni decisione negli anni successivi e di altre informazioni necessarie per prendere la decisione, non incluse nella presentazione dell’attività.
- Attività di revisione: vengono poste situazioni in cui persone diverse, che hanno imboccato percorsi diversi a un bivio, devono rivedere le decisioni prese. I soggetti valutati riesaminano tali decisioni, rispondendo ad alta voce. Ricostruiscono e valutano cosa direbbero i protagonisti della storia una volta invecchiati.
Esempio di un test: Taddeo vuole sposarsi
Un esempio di test per valutare la saggezza potrebbe essere il seguente: “Taddeo è un ragazzo di 18 anni che decide di sposare il suo ragazzo, che conosce da nove mesi”.
Sulla base di tale affermazione, la persona deve indicare ad alta voce gli aspetti che Taddeo dovrebbe tenere in considerazione per prendere tale decisione. Ricostruisce dal punto di vista del protagonista la storia, i suoi momenti, le possibili motivazioni che lo hanno portato a prendere quella decisione e le valutazioni al riguardo.
È possibile allenare la saggezza?
Sono molti gli autori che hanno parlato degli elementi della saggezza, anche se in pochi sono d’accordo tra loro. Tuttavia, ciò non toglie si possa studiare il modo in cui una persona può migliorare negli aspetti su cui esiste un consenso maggiore.
Per esempio, nel processo decisionale vanno potenziati il contestualismo, il relativismo e l’incertezza. L’unico fattore decisionale che è stato possibile allenare è il relativismo e la calma o la moderazione che esso offre. Tuttavia, l’obiettivo di “allenare” la saggezza sembra ancora troppo azzardato.
Cosa dimentica la scienza?
Di solito i test standardizzati non misurano i fattori emotivi e affettivi. Sono dunque più adatti a valutare diversi aspetti dell’intelligenza, come l’intelligenza logico-matematica o l’intelligenza spaziale.
D’altro canto, a oggi sopravvivono diverse definizioni di saggezza senza che vi sia un consenso troppo ampio su una di esse. È un campo aperto e, pertanto, è estremamente complicato misurarla. Questa disparità nella valutazione della saggezza può anche comportare risultati falsati in riferimento ai diversi gruppi studiati.
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