La sindrome della fase del sonno ritardata
Le persone con la sindrome della fase del sonno ritardata sono incapaci di adattarsi agli orari socialmente stabiliti di sonno e veglia. A causa di una generale disinformazione e poca comprensione di questo disturbo, spesso sono etichettate come pigre o svogliate dagli altri.
Il modello sonno-veglia segue un ritmo circadiano, ovvero fluttua in maniera regolare ogni 24 ore. Questa oscillazione è determinata dall’orologio biologico interno che si regola grazie anche a certi sincronizzatori esterni. Aspetti sociali come l’orario di lavoro o dei pasti, servono a regolare più o meno precisamente le ore di sonno e veglia. Il sincronizzatore esterno più potente è dato dal ciclo luce-buio.
Il problema si presenta quando si verifica uno sfasamento tra il sistema circadiano del corpo e le esigenze del contesto in cui si vive. Nel caso della sindrome della fase del sonno ritardata, il periodo di sonno notturno abituale della persona è ritardato rispetto all’orario convenzionale.
Gli individui che ne soffrono sentono il bisogno di mettersi a letto e alzarsi (in maniera cronica) almeno due ore dopo rispetto al normale. Questo sfasamento è più comune nell’adolescenza, ma colpisce spesso anche le persone adulte.
Quando gli impegni quotidiani forzano la persona a seguire un orario comune, questa soffrirà per la privazione cronica del sonno: è incapace di addormentarsi all’orario desiderato. Tutto ciò si traduce in sonnolenza e fatica durante la giornata, che ne pregiudicherà il rendimento scolastico o lavorativo.
Nei periodi festivi o di vacanze, quando è possibile ritardare liberamente l’orario del sonno, questo torna normale sia a livello di quantità che di qualità. L’insonnia e la difficoltà a svegliarsi spariscono e la persona riesce a godere di un buon sonno riparatore.
Caratteristiche differenziali della sindrome della fase del sonno ritardata
Alcuni dei tratti comuni nella sindrome della fase del sonno ritardata sono:
- La persona mantiene un’igiene del sonno adeguata, ma non riesce lo stesso a dormire all’orario desiderato.
- Non esistono situazioni personali né lavorative, sintomi di ansia o di depressione che giustifichino la mancanza di sonno nella persona.
- Dopo aver preso sonno, chi soffre di questa sindrome non fa alcuna fatica a mantenerlo; dorme in modo continuo e non si sveglia improvvisamente come chi soffre di insonnia da mantenimento.
- A causa del mancato sonno, aumenta la sonnolenza e il livello di allerta durante la prima metà della giornata. Questa situazione migliora con l’avvicinarsi al punto massimo di veglia, che in queste persone tende a essere la prima serata.
- Quando può scegliere l’orario in cui andare a letto, la persona concilia il sonno senza difficoltà e si sveglia riposata.
Trattamento della sindrome della fase del sonno ritardata
Intervento comportamentale
Il primo passo consiste nell’intervenire sul comportamento dell’individuo, cercando di migliorare al massimo l’igiene del sonno. Verificare il contesto in cui dorme, il consumo di sostanze stimolanti o il tipo di attività che realizza prima di andare a dormire.
In questo senso, è particolarmente importante che la persona acquisisca degli orari fissi per andare a letto e svegliarsi. È fondamentale che li segua giorno per giorno senza variarli nei giorni festivi o in vacanza. L’abitudine deve essere mantenuta anche quando l’obiettivo viene raggiunto, onde evitare ricadute.
Fototerapia
Ridurre l’esposizione alla luce al tramonto e incrementarla di mattina può aiutare a potenziare l’orologio biologico. Per questo è importante utilizzare una luce tenue durante le ultime ore della giornata ed evitare la luce degli schermi.
D’altra parte, è bene dormire con le persiane alzate per aumentare l’esposizione alla luce solare nei minuti che precedono il risveglio.
Melatonina
La somministrazione di melatonina (1-5 mg) qualche ora prima di andare a dormire aiuta ad avanzare il ciclo vigilia-sonno. In combinazione con la fototerapia aumenta di efficacia.
Cronoterapia
Questo procedimento consiste nel ritardare pian piano l’ora in cui si va a letto e ci si alza. La persona andrà a dormire ogni sera più tardi fino a raggiungere l’orario di sonno desiderato. A partire da quel momento, la sfida consiste nel mantenerlo.
La principale difficoltà risiede nel fatto che saranno necessari vari giorni per modificare l’orario del sonno fino a raggiungere quello ideale, e questo potrebbe interferire con le responsabilità lavorative o scolastiche. In ogni caso, esistono metodi e strategie per evitare che questa alterazione diventi un limite per la persona.
Tutte le fonti citate sono state esaminate a fondo dal nostro team per garantirne la qualità, l'affidabilità, l'attualità e la validità. La bibliografia di questo articolo è stata considerata affidabile e di precisione accademica o scientifica.
Giménez Badia, S., Albares Tendero, J., Canet Sanz, T., Jurado Luque, M., Madrid Pérez, J. A., Merino Andreu, M., & Sellés Galiana, F. (2016). Trastorno de retraso de la fase del sueño y del despertar. Síndrome de retraso de fase. Pediatría Atención Primaria, 18(71), e129-e139.
Solari, B. F. (2015). Trastornos del sueño en la adolescencia. Revista Médica Clínica Las Condes, 26(1), 60-65.