La teoria dello specchio: ferite e relazioni

Secondo la teoria dello specchio, riflettiamo o proiettiamo sugli altri gli aspetti della nostra personalità che ci piacciono o non ci piacciono. Analizziamola in dettaglio.
La teoria dello specchio: ferite e relazioni
Gema Sánchez Cuevas

Scritto e verificato la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Ultimo aggiornamento: 11 settembre, 2024

Vi siete mai chiesti cosa succede quando entriamo in sintonia con un’altra persona, ma poco tempo dopo scopriamo aspetti di lei che non ci aggradano? La teoria dello specchio di Jacques Lacan ci aiuta a comprendere questo fenomeno.

Secondo l’autore, la costruzione della nostra identità personale si produce tramite la ricezione di noi stessi negli altri. In questo modo, i rapporti che manteniamo con gli altri sono riflessi o proiezioni di aspetti della nostra personalità che ci piacciono o meno.  

Cosa dice la teoria dello specchio?

Così come ci sono parti del nostro corpo e della immagine che non ci piacciono quando ci guardiamo allo specchio, non accettiamo neanche alcuni aspetti della nostra personalità. Troviamo negli altri certi riflessi che non gradiamo, poiché si tratta di tutto il materiale represso dal nostro inconscio.

In qualche modo, dunque, alcune delle caratteristiche che ci piacciono meno degli altri li ritroviamo in noi, anche se in forma simbolica. Quello che non gradiamo degli altri è in parte anche quello che non gradiamo di noi stessi.

Proiettiamo di continuo una parte di noi. La teoria dello specchio, dunque, è una visione che propone un diverso approccio: proteggerci dagli altri affinché non ci feriscano in seguito a una visione dalla quale sorge una domanda: “Perché sto vivendo questa situazione con questa persona e cosa c’è in me di quello che non sopporto in lei?”.

Poiché in generale non siamo capaci di vedere le nostre ombre e persino le nostre virtù, la vita ci regala relazioni per mostrarci direttamente cosa risiede in noi. L’altra persona ci fa solo da specchio, riflettendo la nostra immagine e dandoci la possibilità di ritrovare noi stessi.

coppia connessa da un nido

Specchio diretto o inverso

La teoria dello specchio può agire in modo diretto o inverso. Facciamo un esempio: immaginate di non sopportare l’egoismo del vostro partner o di un amico. Forse state proiettando la parte di voi che è egoista e che rifiutate. Se agisse in modo diverso, questa persona potrebbe riflettere quanto poco fate valere i vostri interessi. Forse badate sempre agli altri e li mettete davanti alla vostra persona. In un modo o nell’altro, vi sta fornendo informazioni molto utili per la vostra conoscenza e crescita.

Forse pensate che il vostro capo sia troppo esigente con voi. Forse anche voi siete molto esigenti e perfezionisti con voi stessi e il vostro capo non è altro che un riflesso di questa esigenza che vi autoimponete. Viceversa, forse siete troppo tolleranti e avete bisogno di un po’ di rigore nella vostra vita. Sappiamo già che nell’equilibrio si trova la virtù.

Ferite emotive

Non si cura tutto con un cerotto. Quando ci feriamo, prima di tutto esprimiamo il nostro dolore e solo dopo esserci calmati procediamo a pulire la ferita e a curarla con gli strumenti necessari. Non la copriamo e ce ne dimentichiamo, perché sappiamo che così non si cicatrizzerà. Per di più, controlliamo per diverso tempo la ferita finché non è guarita del tutto. Accade lo stesso con altri tipi di ferite.

Abbiamo sofferto tutti più di una ferita emotiva, emozioni, sentimenti, pensieri e modi di agire sorti in uno o diversi momenti dolorosi della nostra vita e che abbiamo superato e accettato. Siamo divenuti prigionieri di queste emozioni mantenendole in una prigione fittizia. Il nostro benessere deriva dalla trasformazione di queste emozioni e questi modi di pensare in saggezza ed esperienza, così che ci servano da impulso per superarci.

Le ferite come riflesso

Quando dimentichiamo le nostre ferite, queste finiscono per divenire parte del nostro inconscio influenzando i nostri pensieri, stati d’animo e comportamenti. Il nostro interiore inizia a essere abitato da carenze affettive che hanno avuto origine in tenera età, ma che si svegliano e/o diventano più forti.

In molte occasioni, dunque, vediamo nel nostro partner carenze molto simili alle nostre e ed è proprio questo che provoca l’unione. Ad esempio, due persone che hanno sofferto molto per amore si incontrano e scoprono che l’amore non è sofferenza; questa coppia è stata unita dalla stessa ferita. Entrambi fungono da riflesso. Ma bisogna procedere con attenzione, perché le ferite che uniscono possono anche separare.

Se i due partner non curano le loro ferite, queste prima o poi inizieranno a deteriorare la relazione. Insicurezza, paura, gelosia, possessività… È come se la vita cercasse di inviare riflessi che segnino il cammino per crescere. Se non li analizziamo e ignoriamo le informazioni che ci danno, non cresciamo -o lo facciamo più lentamente- e le nostre relazioni saranno più fragili. Per questo motivo, i vincoli che manteniamo con gli altri, secondo la teoria dello specchio, possono apportarci informazioni molto utili su di noi e sullo stato di queste ferite che non abbiamo ancora integrato nella nostra storia.   


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