La violenza perché continua a esistere?
I diritti umani hanno come principale funzione quella di proteggere gli individui e garantire loro i bisogni vitali. Tuttavia, in tempi di guerra o in situazioni in cui viene esercitata la violenza, questi diritti non sono garantiti perché nessuno è al sicuro dall’essere ferito, danneggiato o violato da altri.
La teoria hegeliana sulla storia si basa sui principi di tesi e antitesi che furono risolti definitivamente in quella fu chiamata sintesi. La sintesi armonizza gli opposti. Tuttavia, sembra che Hegel fosse troppo ottimista sia per quanto riguarda la sua teoria sulla storia sia per quella del rapporto padrone-servo.
Oggi, potendo interpretare gli eventi passati e presenti, possiamo prevedere il futuro basandoci sull’esperienza. Dire che la storia avanza portando con sé degli aspetti negativi non è una follia. La negatività e il pessimismo ci accompagnano sin dalla notte dei tempi.
Già nel Libro della Genesi, Dio usa la violenza per scacciare l’essere umano dal paradiso terreste per aver assaporato la conoscenza. La conoscenza appartiene solo a Dio. La donna peccò di arroganza mangiando la mela dall’albero della saggezza. La storia continua portando con sé dolore e sofferenza. I fratelli Caino (che significa “possesso”) e Abele (che rappresenta l’innocenza) ci rivelano il mistero di tutte le tragedie: il possesso e il desiderio di potere.
Dominare e il desiderio di morte
Possiamo affermare, senza paura di sbagliare, che il desiderio di possedere è puro desiderio di dominare. Quando qualcuno non possiede qualcosa, fa di tutto per averla. Quando scopriamo che quello che una persona desidera è quanto possiede l’altro, comprendiamo che l’unico modo per ottenere ciò desidera è prenderlo e portarlo via.
È proprio questa pulsione verso il possesso che conduce l’essere umano alla violenza e lo spinge a uccidere. Ecco perché Freud ha concettualizzato questa pulsione come “pulsione di morte”. Il possesso è il desiderio di dominale l’altro per togliergli quello che gli appartiene. Se chi possiede quello che il dominatore cerca si rifiuta di darglielo, sarà ucciso.
La volontà di potenza, il possesso e il desiderio di domino ci conducono al principio vitale di crescita di cui parlava Nietzsche. Per preservare quello che si ha, bisogna espandersi.
In questo mondo dove la violenza la fa da padrona, chi vince?
Per Adolf Hitler, lo spazio vitale era l’Occidente, solo la Germania rappresentava la cultura e la forza. La Germania aveva la volontà di potenza e nessun altro governo, nessun altro paese aveva quello che possedeva la Germania. Da questi presupposti, nacque il suo bisogno di espandersi e uccidere per accrescere il suo impero.
Come abbiamo già detto, quando vuoi qualcosa, devi dominare l’altro per ottenerla. In questo caso, come disse Hegel, vince chi ha meno paura di morire.
Il desiderio di dominio è spirituale e, per questo motivo, molto motivante. Tuttavia, la paura di morire è fisica e trasforma l’essere umano in un semplice animale. Colui che continua a combattere mantiene la sua condizione di uomo.
Il mondo appartiene ai dominatori. Hanno il potere militare e mediatico per conquistare il mondo e lo possono conquistare perché la gente ha paura, e chi ha paura non si ribella.
“Rappresentiamo lo spirito dell’Occidente.”
-Adolf Hitler-
La volontà di potenza e la violenza
Per Nietzsche, nell’uomo prevale la volontà di potenza, che egli ritiene positiva e vitale. Questa volontà di potenza spinge l’essere umano nel mondo della vita e non del lavoro. La volontà di potenza esiste perché è in costante divenire, ama se stessa, vuole mantenere ciò che ha e lotta per ottenere di più.
La questione è racchiusa nel confronto tra ciò che si ha e quello che si desidera, tra il padrone e il servo, dove il servo si sottomette perché ha paura di morire e riduce se stesso allo stato di oggetto. Solo l’uomo che ha meno paura, che desidera più cose e che ha il coraggio di far male all’altro per ottenerle, manterrà la sua condizione di uomo.
La teoria della violenza esiste perché la violenza è sempre esistita e sempre esisterà. È intrinseca all’uomo e, purtroppo, fa parte della sua natura.
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- De Zan, J. 2009: La Filosofía social y política de Hegel. Buenos Aires: Ediciones del Signo.