L'arte di amarsi e rispettarsi

Una parte molto importante della cura di sé è amare e rispettare se stessi. Quando ci guardiamo dentro, stabiliamo confini e riorganizziamo le priorità, possiamo lasciar andare alcune responsabilità che non ci appartengono.
L'arte di amarsi e rispettarsi
Andrea Pérez

Scritto e verificato la psicologa Andrea Pérez.

Ultimo aggiornamento: 11 febbraio, 2023

Per ogni persona che è sovraccarica di responsabilità e di compiti, ce n’è un’altra che vive più leggera e senza tante preoccupazioni. Se ciò accade regolarmente, arriverà un momento in cui la prima persona sarà molto stanca e inizierà a rinunciare ad attività che sono preziose per lei, a sentirsi ansiosa e senza speranza. L’arte di amarsi è estremamente importante per il proprio benessere.

E sarà proprio in quel momento di lucidità che comincerà a svegliarsi dal proprio letargo come una bella addormentata. Questa apertura degli occhi avverrà prendendo coscienza della situazione, osservando il contesto che la circonda e cominciando a chiedersi quale ruolo abbia.

Se la Bella Addormentata decidesse di svegliarsi del tutto, inizierebbe a sbarazzarsi di alcuni fardelli assunti come propri. Ecco allora che gli altri, che avevano vissuto fino a quel momento felicemente senza responsabilità, possono arrabbiarsi.

Donna ansiosa che ha difficoltà.

L’arte di amarsi e di ascoltare le proprie emozioni

Il giorno in cui Biancaneve apre gli occhi, la prima cosa che vede è una bara di vetro. Se avete visto il film Buried – Sepolto, ricorderete il protagonista intrappolato in una bara sotto strati e strati di terra; non prova certo felicità.

Quando ci accorgiamo di essere intrappolati e sepolti sotto una pila di compiti, è normale provare angoscia, ansia, tristezza, rabbia, ecc. Una delle grandi sfide consiste nell’analizzare queste spiacevoli emozioni e cercare di capire quale messaggio è associato a esse.

L’ansia, sebbene fastidiosa, non è pericolosa, di fatto per migliaia di anni ci ha aiutato a sopravvivere. Appare nelle nostre vite per metterci in guardia da situazioni pericolose. Affrontare questa ansia, provarla e smettere di fare ciò che potrebbe causarla è un atto di amor proprio.

Condannare e incolpare l’ansia per essere nel nostro corpo è come condannare il messaggero per averci consegnato una lettera il cui contenuto non ci piace.

Il prezzo di essere bravi o di salvare gli altri

Se Mulan fosse stata una brava ragazza e avesse cercato di rispettare i mandati familiari e i ruoli sociali imposti, non si sarebbe mai arruolata nell’esercito e non avremmo né una leggenda né i film che ne parlano.

Agire in modo da non deludere gli altri, soprattutto le persone care, è il primo passo per sovraccaricarci. Dietro il ruolo da brava ragazza o crocerossina, di solito si cela la paura di non essere amati, dunque il desiderio di compiacere.

In psicologia questo fenomeno è noto come beneficio secondario del sintomo, ovvero se la persona mantiene una condotta nociva per sé, alla base vi è una potente motivazione che lo rafforza.

Essere la persona che si fa carico di tutto implica, da un lato, diventare “indispensabile” e per questo apprezzata. Spesso, di fatto, si ricorre a frasi del tipo: “Se non lo faccio io, non lo fa nessuno”, “Non so cosa ti succederebbe senza di me” oppure “Quando smetterò di farlo, ti mancherà”.

D’altra parte, significa anche evitare situazioni spiacevoli, come litigi, o emozioni spiacevoli, come la paura di deludere gli altri o di non essere amati.

Questo ruolo, tuttavia, non è esercitato in modo pienamente consapevole. Ogni persona vive in un preciso contesto sociale, culturale e familiare. Proprio questo contesto può favorire o meno una certa condotta.

L’arte di amarsi: non voglio turbarti, ma non voglio nemmeno tradire me stesso

Continuando con l’esempio delle principesse Disney, ricordiamo anche Ariel. La sirenetta non voleva far arrabbiare suo padre o far preoccupare il granchio  Sebastian, ma semplicemente esplorare oltre ciò che aveva conosciuto fino a quel momento.

Quando una persona si pone dei limiti e inizia a lavorare sulla cura di sé, non lo fa per turbare gli altri, ma per rivendicare la propria autostima e la fedeltà verso se stessa.

A volte, amare e prendersi cura di se stessi richiede lo sforzo di dover deludere le persone che prima erano contente.

“Voglio amarti senza attaccarti. Apprezzarti senza giudicarti. Unirmi a te senza invaderti. Invitarti senza pretendere la tua presenza. Lasciarti andare dalla mia vita senza farti sentire in colpa. Aiutarti senza offendere te. Se posso ottenere lo stesso da te, ci incontreremo veramente e ci arricchiremo a vicenda”.

-Virginia Satir-

Essere la principessa che affronta tutte le sfide lungo il cammino può avere un prezzo molto alto. L’amore e la gratitudine dei sette nani o del principe non compensano la fine dei giorni in una bara di vetro.

Donna con gli occhi chiusi sulla spiaggia.

L’arte di amarsi e assertività come alleata

L’assertività è la capacità di riconoscere diritti e doveri in relazione agli altri. È strettamente correlata alle abilità sociali, all’autostima e alla valutazione che facciamo di noi stessi e degli altri.

Spesso lasciamo che le altre persone si sentano apprezzate o rispettate in una conversazione, e in parte  ciò dipende da noi in quanto interlocutori. Un’altra parte, tuttavia, dipende da se stessi.

Essere chiari sui propri limiti, sapere quali oneri possiamo o vogliamo assumerci in ogni momento della nostra vita e in ogni relazione, riflettere sul perché assumiamo certi pesi, amarci e farci rispettare dipende in gran parte da noi stessi.


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