Le due facce dell’invidia

Le due facce dell’invidia

Ultimo aggiornamento: 12 aprile, 2017

La cultura occidentale non vuole saperne nulla dell’invidia. Se nel corso della storia la donna ha dovuto caricarsi sulle spalle il peso del suo imbroglio ad Adamo, l’invidia ha dovuto sopportare la responsabilità dell’uccisione di Abele da parte di Caino. Caino, infatti, rappresenta nel collettivo l’invidia e la malvagità.

L’invidia, inoltre, è uno dei sette peccati capitali, è associata all’avidità ed è un chiaro motivo per confessarsi. Al di là dell’ambito religioso, le narrazioni storiche della vita a palazzo nel Medioevo sono colme di assassinii partoriti dall’invidia in seguito alle posizioni di potere occupate da certe persone. Ma anche senza andare così indietro nel tempo, l’invidia è uno dei sentimenti sempre presenti alle cene in cui incontriamo persone che non vedevamo da tempo e a cui raccontiamo le nostre vite addolcite da vari ritocchini.

“L’invidia è una dichiarazione di inferiorità”.

(Napoleone)

Se l’invidia è così negativa, perché non si è estinta?

Ci sono due motivi che potrebbero giustificare la sopravvivenza dell’invidia e il perché non sia divenuta cenere come in genere la selezione naturale fa con quanto danneggia o mette in pericolo il futuro di una specie, in questo caso della razza umana.

Il primo motivo ha a che vedere con l’utilità che ricopre l’invidia per definire gli obiettivi e i propositi. Essa agisce come un evidenziatore sulla realtà e mette in risalto ciò che desideriamo e, anche se in minori occasioni, ciò di cui abbiamo bisogno. Quindi, invidiare qualcuno che ha un determinato posto di lavoro può farci capire qual è la nostra vocazione, perché quello che sappiamo di quel mestiere per mezzo della persona che lo svolge ci entusiasma.

L’invidia non solo ci rende manifesto il desiderio degli oggetti, ma lo fa anche con gli atteggiamenti, le attitudini ed i comportamenti. Ci sono persone che hanno il dono di adattarsi a tutti gli ambienti , altre hanno quello di illuminare gli altri dovunque vadano, altre ancora hanno il potere di conferire tranquillità, altre sanno ascoltare…

Vedere gli effetti di un determinato comportamento può farci agire per provare ad imitarlo.

L’invidia è anche strettamente collegata alla gelosia. Oltre alla paura della perdita, l’invidia ci dice che abbiamo bisogno dell’attenzione delle persone che ci circondano. Ne abbiamo necessità sin da piccoli, per questo l’invidia è uno dei sentimenti più difficili da gestire quando arriva un nuovo membro della famiglia.

L’invidia come forma di motivazione

Questa è il secondo motivo positivo che permette all’invidia di esistere ed è legata proprio alla motivazione. Forse non la riterrete una ragione sufficientemente nobile, perché non è esente da aspetti egoistici, ma è pur sempre una ragione. Come abbiamo detto prima, possiamo osservare come si comporta una persona generosa e invidiare gli effetti che provoca con questo atteggiamento. In questo modo, notando le conseguenze di un atteggiamento del genere sulla realtà, potremo darci da fare per migliorare.

Ovviamente l’atteggiamento non dev’essere per forza positivo. Se, ad esempio, pensiamo di lavorare troppe ore e di guadagnare troppo poco, inizieremo a notare che i nostri colleghi se ne vanno presto dall’ufficio senza ricevere rimproveri. Sarà naturale, dunque, finire per imitare questo comportamento.

Spesso l’invidia non nasce da un elemento in sé, ma dagli effetti che tale elemento provoca nella realtà. Ci sono persone che invidiano gli altri perché hanno macchine moderne, veloci e vistose. In realtà queste persone non invidiano la macchina, ma invidiano lo status che si guadagna il proprietario dell’auto grazie ad essa. Vorrebbero anche loro avere qualcosa che dica a tutti di quanti soldi e influenza dispongono.

Ci sono prove che testimoniano che molte persone non si comprerebbero un telefono di una certa marca se venissero obbligati ad usarlo con una cover che coprisse il marchio di fabbrica. Questo non è facile da riconoscere perché il legame con l’etichetta, così come l’invidia, ci rende esseri emotivi, mentre preferiremmo essere individui razionali.

L’invidia ci ricorda che siamo esseri emotivi, mentre nella maggior parte dei casi risulta più importante la razionalità.

Molte delle giustificazioni che forniamo per il nostro comportamento sono ben lontane dall’essere le vere ragioni dello stesso. Ad esempio, prima di comprare un determinato oggetto elettronico, non notiamo che la batteria dello stesso dura poco e niente, nonostante nelle istruzioni ci sia chiaramente scritto che la resistenza è bassa. Tuttavia, una volta verificato che la durata di quell’oggetto è accettabile, a una domanda sulle prestazioni dello stesso, non esiteremo a proporre questa caratteristica tra i motivi che ci hanno spinto a comprare.

I grandi problemi causati dall’invidia

Uno dei grandi problemi causati dall’invidia è l’impossibilità di godersi ciò che si ha. L’invidia può catturare la nostra attenzione al punto tale da impedirci di vedere il bosco attorno a noi e ci fa notare, invece, un unico albero, a cui non abbiamo neanche accesso. Si tratta di una visione ben ridotta e povera.

L’invidia, inoltre, si trasforma in un vero e proprio tarlo della nostra vita quando acuisce il sentimento di insoddisfazione con cui tutti noi dobbiamo fare i conti. Quell’incapacità di fermarsi, quella voglia di continuare a correre, quel bisogno di scalare ancora e ancora, è spesso motivato dall’invidia.

L’invidia è un sentimento che, come molti altri, ci apporta energia ed informazioni per permetterci di regolarla. È così che l’invidia diventa cattiva: quando prende il controllo e annebbia la nostra capacità di attenzione, impedendoci di goderci tutto ciò che di buono abbiamo nella nostra vita.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.