Le tre scimmie sagge e il buon vivere
Avremo visto tutti la rappresentazione delle tre scimmie sagge: una che si copre la bocca, l’altra le orecchie e l’ultima gli occhi. Si tratta di una scultura di legno che risale al XVIII secolo e che allude al buon vivere, nel senso più ampio del termine.
La scultura è racchiusa in una cornice in legno nel santuario di Toshogu, in Giappone. Più esattamente, in una città che si trova in una regione montuosa a nord di Tokio. Le tre scimmie sagge si chiamano Mizaru, Kikazaru e Iwazaru. Nel loro ordine, questi nomi significano: non vedo, non sento, non parlo. Ma, cos’ha c’entra questo con il buon vivere ?
Tutto sembra indicare che la scultura si ispiri a una massima di Confucio. “Non vedere il male, non ascoltare il male, non sentire il male, non parlare del male”. Il senso non è chiudersi del tutto al mondo, ma rifiutarsi di entrare in contatto con il male, caratteristica dell’arte del buon vivere.
“Fuggi le chiacchiere, per non essere reputato un loro fomentatore: a nessuno nuoce aver taciuto, nuoce aver parlato”.
-Marco Porcio Catone-
Le tre scimmie sagge e l’insegnamento di Confucio
La massima di Confucio ci invita a rifiutarci di entrare in contatto con il male. Ma, ha senso? La prima cosa che ci viene in mente è che possiamo rifiutarci di vedere, sentire o parlare del male, ma non per questo scomparirà dal mondo. Tuttavia, potremmo porci un’altra domanda: parlare o sapere del male apporta qualcosa alle nostre vite?
C’è una parte paranoica di noi stessi che si compiace di questo contatto con il male. È possibile giustificarci dicendo a noi stessi che essere al corrente della perversione nel mondo ci protegge da questa minaccia. Per esempio, se sappiamo che in una determinata strada avvengono molte rapine, questo ci permetterà di evitarla, diminuendo così il rischio di esserne vittima.
Sembra logico, ma in fondo non lo è. In primo luogo, perché il male è l’eccezione e non la regola nel mondo. Abbiamo tutti un lato distruttivo, ma non dovrebbe essere catalogato come il male. Sono molto più numerosi coloro che vivono in modo onesto e costruttivo.
In secondo luogo, è dimostrato che essere nervosi e tesi è uno dei fattori che i rapinatori valutano prima di attaccare qualcuno. In altre parole, carnefici e vittime condividono codici comuni.
L’inclinazione per il male e il buon vivere
Se possiamo vivere senza essere al corrente degli ultimi progressi in materia di fisica quantistica, perché non possiamo vivere senza conoscere gli atti perversi che avvengono nel mondo? Anche qui occorrerebbe dire che vi sono ragioni per pensare che presenziare ad atti crudeli, di persona o in televisione, incrementi la nostra distruttività o la nostra potenziale vittimizzazione.
Ciò ha a che vedere con i neuroni specchio. Il cervello non sempre è capace di distinguere la realtà dalla fantasia. Per questo ci spaventiamo con i film horror. Sappiamo benissimo che non sono reali, ma ci spaventano comunque.
Vedendo, sentendo o parlando del male, si potrebbe assistere a un effetto molto tossico in noi stessi. Ciò potrebbe alimentare il mostro della paura o della perversione dentro di noi. Entrambi sono lì e possono crescere se li nutriamo. Confucio aveva ragione.
L’igiene mentale
La scultura delle tre scimmie sagge è una guida per il buon vivere e costituisce un principio fondamentale di igiene mentale. Vedere, sentire o parlare del male potrebbe condurci verso uno stato di angoscia. Dimentichiamo che vi sono più persone buone che cattive nel mondo. Tuttavia, ci convinceremo del contrario: sentiamo di essere in una realtà in cui potrebbe accaderci qualcosa di molto brutto, in qualsiasi momento.
Molti si chiederanno se siamo davvero vittime di un male reale. In questo caso continua a essere valida l’impostazione di Confucio. L’ideale è lavorare su quest’esperienza per diluirla e allontanarla da noi. Impedire che diventi un’asse su cui gravita la nostra vita.
Tutto quello che è scandaloso, perverso e crudele vende. Tutto questo fa parte di una specie di pornografia del dolore, che spaventa e affascina l’essere umano. Questo terrore e questo fascino sono nevrotici. L’arte del buon vivere dipende dalla prospettiva dalla quale affrontiamo il mondo. In questo senso, rifiutarci di essere testimoni o autori di atti malvagi ha una validità enorme.