Liberarsi dalla tristezza accettando quello che ha da dire
Sentire la tristezza percorrere tutto il corpo è naturale. Turbare la mente e lottare per uscire. Tuttavia, molti di noi si ostinano a reprimere e a nascondere quello che provano, in un vano affanno che sparisca senza lasciare traccia. Questo peggiora la situazione e non permette di liberarsi dalla tristezza, anzi le consente di mettere radici nei nostri pensieri, dei quali inizia a nutrirsi.
La società ci ha insegnato ad agire in un modo ideale. Talmente ideale che possiamo considerarlo artificiale. Cerchiamo di muoverci nel campo emotivo tra confini molto stretti. La risata, ad esempio, è un ottimo segnale di allegria, ma può divenire fastidiosa e indesiderata quando assume sfumature stridenti o dimostra scarso contenimento, di proposito o per mancanza di autocontrollo.
Se si verifica con un’emozione positiva, tutte quelle negative, come piangere o essere depressi, vengono proprio evitate. Questo contenimento viene portato ad un punto tale che nemmeno nel calore di casa nostra, nella più totale solitudine, ci permettiamo di dare briglia sciolta a quello che ci tormenta. Abbiamo paura che si avveri quel mantra che i nostri genitori ci ripetevano quando eravamo piccoli: ripetere fuori quello che facciamo in casa.
La tristezza può comparire per diversi motivi: un licenziamento, una rottura amorosa, un’ingente perdita di denaro o persino una malattia inaspettata.