Mera esposizione: quali sono i suoi effetti?

Il semplice fatto di esporsi ripetutamente a uno stimolo lo rende più piacevole. Parliamo dell'effetto peculiare della mera esposizione.
Mera esposizione: quali sono i suoi effetti?
Elena Sanz

Scritto e verificato la psicologa Elena Sanz.

Ultimo aggiornamento: 22 dicembre, 2022

Vi è mai capitato di notare che una canzone che vi era completamente indifferente, a forza di ascoltarla, finisce per piacervi? O sentire che più tempo trascorrete con una persona e più vi risulta piacevole la sua compagnia? Sono alcuni esempi dell’effetto della mera esposizione, un ambito che sta guadagnando sempre più spazio nello studio delle preferenze umane.

Conosciuto anche come principio di familiarità, questo effetto spiega perché esponendoci ripetutamente a un nuovo stimolo, la nostra risposta diventa più positiva.

In breve, riflette la nostra predilezione per le situazioni, le persone o gli oggetti che ci sono familiari. Ma quali fattori influenzano la comparsa del fenomeno della mera esposizione? Scopriamo in dettaglio come funziona.

Amiche che bevono una tazza di tè insieme

L’effetto della mera esposizione nella ricerca

Robert Zajonc è uno degli autori che ha studiato questo particolare effetto psicologico. Fin dalla sua prima ricerca nel 1876, la presenza di quest’effetto è stata dimostrata di fronte a stimoli di natura molto diversa. Parole, suoni, fotografie di volti… in tutti i casi i soggetti sembrano preferire quelli a loro più familiari.

Uno studio del 1992 ha  testato l’influenza della mera esposizione sulla predilezione per determinati alimenti. A tale scopo, vennero distribuiti alcuni succhi di frutta tropicali a un gruppo di studenti che non li avevano mai assaggiati. Alcuni gusti erano proposti 5 volte, altri 10 e altri 15. Quando agli studenti venne chiesto quali preferivano, si evidenziò una chiara tendenza a indicare quelli che avevano provato più volte.

Gli stessi risultati sono stati ottenuti in una ricerca sull’attrazione interpersonale. Più spesso vediamo una persona, più ci risulta simpatica e più ci piace la sua presenza.

Un fenomeno inconscio

Ma uno degli aspetti più interessanti dell’effetto della mera esposizione è che non è necessario che la persona percepisca la familiarità nello stimolo. Per di più, questo effetto sembra essere ancora più potente in “condizioni subliminali”.

Zajonc ha condotto una ricerca in cui ha mostrato ai partecipanti varie immagini di caratteri cinesi. Il tempo di esposizione a ciascun simbolo era così breve che gli osservatori non erano consapevoli di ciò che stavano vedendo.

Ai soggetti era stato detto che erano degli aggettivi e venne chiesto loro di valutare se avevano connotazioni positive o negative. Invariabilmente, i partecipanti hanno attribuito un punteggio migliore e più positivo ai simboli a cui erano già stati esposti.  

Ovviamente, i marchi tengono conto dell’effetto della mera esposizione nelle loro campagne pubblicitarie. La familiarità con un logo, uno slogan o un’immagine aziendale può farci optare per quel particolare prodotto. Questo modo di lavorare della mente spiegherebbe perché, quando visitiamo una nuova città, siamo tentati di andare a mangiare o a comprare in una catena che conosciamo… nonostante il nostro desiderio di esplorare il mercato locale.

Pubblicità ed effetto della mera esposizione

A cosa è dovuto l’effetto della mera esposizione?

Fechner è stato l’autore della prima ricerca nota su questo fenomeno. Questo psicologo tedesco, padre delle attuali teorie psicofisiche, offre una spiegazione per l’effetto che stiamo analizzando oggi. Le persone tendono a reagire con un certo timore o ansia davanti a un elemento nuovo.

Tuttavia, questa “fobia del nuovo” svanisce se veniamo ripetutamente esposti allo stimolo. Questa tendenza naturale a diffidare dell’ignoto diventa persino una piacevole sensazione di familiarità quanto più veniamo esposti all’elemento.

Dobbiamo tenere presente, però, che se l’esposizione ripetuta allo stimolo si verifica in eccesso, possiamo saturare il nostro interesse e sconfinare nella noia. La sazietà è una condizione che limita l’impatto di tale effetto. Se mangiamo la stessa cosa ogni giorno, finiamo per odiarla; se guardiamo lo stesso film ogni giorno, finisce per risultarci pesante.

Alla base di molte delle nostre preferenze c’è questo principio di familiarità, anche se non ne siamo consapevoli. Indipendentemente dal nostro gusto più o meno marcato per l’avventura e il rischio, molte delle decisioni che prendiamo ogni giorno sono mediate da questo effetto.

Gli oggetti che acquisiamo, i luoghi che frequentiamo e le persone che ci piacciono possono essere influenzati da questo principio. Ecco perché è conveniente o, almeno interessante, prendere coscienza della sua influenza sulla nostra mente.


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  • Pliner, P. (1982). The effects of mere exposure on liking for edible substances. Appetite3(3), 283-290.
  • Zajonc, R. B. (1968). Attitudinal effects of mere exposure. Journal of personality and social psychology9(2p2), 1.

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