Mi è passata tutta la vita davanti agli occhi

Avete mai avuto un incidente o un momento avverso in cui vi è apparsa tutta la vita davanti agli occhi? È un fenomeno molto frequente che si spiega con diverse ipotesi.
Mi è passata tutta la vita davanti agli occhi
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 16 febbraio, 2023

Durante i momenti critici e minacciosi, è comune vedere diversi frammenti della propria esistenza. Come una giostra di istantanee del ciclo di vita. C’è chi concepisce questo fenomeno come soprannaturale e non scientifico. Tuttavia, la scienza ha studiato il fenomeno noto come “Mi è passata tutta la vita davanti agli occhi”.

Vi sono migliaia di testimonianze su queste esperienze. La prima di cui si hanno notizie è quella del geologo svizzero Albert Heim che nel 1892 cadde da un dirupo mentre si arrampicava su una montagna. Durante la caduta, ebbe la sensazione di trovarsi altrove e iniziò a vedere tutta una serie di immagini relative alla propria vita.

Quell’incidente, da cui per fortuna si salvò, gli servì per diventare il pioniere dello studio delle esperienze di pre-morte degli alpinisti. Il suo lavoro è ancora un riferimento.

La nostra visione del tempo è alterata quando attraversiamo esperienze limite in cui la nostra vita è minacciata.

Donna che corre per la paura perché la vita è passata davanti ai miei occhi.
Rivedere certe esperienze si deve alla disinibizione dell’area corticale.

Persone che cambiano dopo un’esperienza borderline

Le esperienze per cui una persona si ritrova a dire “Mi è passata tutta la vita davanti agli occhi” possono essere molto diverse. Un incidente, trovarsi in sala operatoria o in una situazione minacciosa può far entrare il cervello in una sorta di trance.

A ciò si aggiunge un altro fatto non meno sorprendente: chi vede momenti della propria esistenza in un istante limite sperimenta un cambiamento.

Ci sono aspetti della personalità che cambiano a seguito di tale esperienza. C’è chi smette di temere la morte e la maggior parte diventa consapevole della bellezza di questo mondo.

Si avviano anche profondi cambiamenti, come lasciare una professione e cercarne un’altra o stabilire nuove priorità più etiche, umane e semplici.

Sebbene sia più comprensibile dopo essere sopravvissuti a un evento traumatico, a generare innumerevoli domande sono quei flashback mentali che si verificano quando si è tra la vita e la morte.

Stress cerebrale e percezione del tempo: “Mi è passata tutta la vita davanti agli occhi”

Nel 2017 un gruppo di scienziati israeliani dell’Università ebraica Hadassah di Gerusalemme ha pubblicato uno studio in merito. I partecipanti avevano affermato “mi è passata la vita davanti agli occhi” a seguito di una situazione di stress estremo a livello cerebrale.

In questi momenti il tempo cessa di esistere nella mente. Si dissolve, quasi come gli orologi di Dalí. Passato e presente occupano lo stesso piano e si sovrappongono, così all’improvviso tutta la vita passata si mescola alla realtà immediata. Questa teoria coincide con quanto affermava il filosofo Immanuel Kant.

Il tempo è una costruzione della mente umana, secondo lo stesso Kant. Pertanto, e per quanto inverosimile possa sembrarci, molti neurologi accettano questa idea come valida. La percezione del tempo e la sua organizzazione non sono altro che prodotti della nostra coscienza.

Disinibizione dell’area corticale tra la corteccia prefrontale e l’ippocampo

Davanti a una grande minaccia, il cervello affronta la morte per cui l’attività cerebrale è così intensa, caotica ed eccessiva da inibire l’area corticale.

La corteccia prefrontale (determinante per la cognizione o il processo decisionale) e l’ippocampo (responsabile della memoria) alterano il rilascio di GABA.

Questo neurotrasmettitore inibisce molteplici funzioni del sistema nervoso centrale. Tuttavia, in situazioni di estremo pericolo, smette di funzionare.

Ciò significa che l’ippocampo “scarica” buona parte dei ricordi nella corteccia prefrontale. Questo spiega perché sono così vividi, reali, intensi.

C’è chi entra in contatto con scene del passato che non pensava nemmeno di ricordare.

Uomo che fa terapia spiegando che la mia vita è passata davanti ai miei occhi.
Molte persone hanno bisogno di supporto psicologico dopo queste esperienze di pre-morte.

“Mi è passata tutta la vita davanti agli occhi”, bisogno di sostegno

Il famoso neurologo Oliver Sacks ha sottolineato che le esperienze per cui si vede passare tutta la vita davanti agli occhi sono, in realtà, un tipo di allucinazioni “estremamente complesse”. D’altro canto, lo psichiatra Bruce Greyson, una delle figure che più ha studiato questi fenomeni, approfondisce un altro aspetto.

Il dottor Greyson sottolinea che a oggi le ipotesi neurologiche non offrono una chiara spiegazione del perché si verifica questo fenomeno. Chiaramente c’è una terra di confine nel nostro universo mentale che ci sfugge.

Prima di tutto, dovremmo convalidare l’esperienza. Non è un fenomeno paranormale né siamo di fronte a un disturbo mentale. Sono esperienze reali e concrete, difficili da comprendere e che, a volte, richiederanno un supporto psicologico.

E non solo per la trance vissuta, ma per quello che viene dopo. Il dottor Greyson ha curato ex militari o agenti di polizia costretti a lasciare il lavoro. L’idea di ferire o di dover affrontare fisicamente qualcuno era improvvisamente ripugnante per loro.

Il supporto professionale in questi casi è sempre consigliato. Sono fatti che accadono quotidianamente e che quasi mai non hanno delle conseguenze.


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