Nidoterapia: cambiare ambiente per guarire
La nidoterapia (nidotherapy) è un metodo terapeutico che ha come obiettivo principale quello di modificare l’ambiente in cui vivono le persone affette da schizofrenia e altri gravi disturbi mentali.
Si applica in combinazione o in parallelo ad altri interventi. Anziché centrarsi su un trattamento diretto con il paziente, l’obiettivo è aiutarlo a individuare la necessità di un cambiamento e a lottare per ottenerlo.
La nidoterapia non è mirata a cambiare la persona, bensì a creare un adattamento migliore tra lei e il contesto in cui vive. Come risultato, l’individuo migliora non grazie al trattamento diretto ricevuto, bensì all’instaurazione di una relazione più armoniosa con l’ambiente circostante.
Se i fattori ambientali o il contesto di una persona hanno un peso significativo sulla comparsa della malattia e delle recidive, è compito del terapista lavorare con l’individuo per individuare questi fattori e ridurre il rischio di recidiva.
Basi teoriche della nidoterapia
Questa terapia è stata proposta dallo psichiatra Peter Tyrer che, nei suoi 40 anni di professione, ha pubblicato ben 38 libri, è stato editor per il British Journal of Psychiatry e ha sviluppato la nidoterapia come forma di intervento ambientale. La base di questo approccio è legata al concetto darwiniano di evoluzione.
L’adattamento di un individuo al suo contesto ne garantisce la sopravvivenza, pertanto adattare l’ambiente all’organismo ci permetterà di ottenere cambiamenti positivi a livello comportamentale.
Sebbene l’ambiente e il contesto siano da sempre considerati importanti nell’ambito dei disturbi psicologici, raramente gli interventi vengono realizzati in quest’ottica. Dare la priorità all’ambiente favorisce cambiamenti che altrimenti non sarebbero possibili. I problemi ambientali diventano spesso la causa di importanti ricadute nella malattia mentale.
Il successo degli interventi ambientali richiede una coscienza sensibile e un’abilità speciale per bilanciare i bisogni del paziente con quelle degli altri.
Principi della nidoterapia
I principi fondamentali della nidoterapia sono:
- Inquadramento collaterale: considerare l’ambiente dal punto di vista del paziente.
- Formulazione di obiettivi ambientali realisti.
- Stabilimento di obiettivi chiari per il cambiamento ambientale.
- Miglioramento della funzione sociale: concentrarsi sulla funzione più che sui sintomi.
- Adattamento e controllo personale: permettere che il paziente partecipi in modo appropriato e si assuma la responsabilità del programma.
- Integrazione più ampia del contesto e arbitraggio.
- Includere gli altri, anche soggetti esterni, nella risoluzione di aspetti difficili nel cambiamento ambientale.
Sincronizzazione con altre terapie e agenti di cambio
La nidoterapia può funzionare in modo parallelo, e cumulativo, con altre terapie già esistenti, tuttavia deve mantenere una certa indipendenza da queste.
Aiutare il paziente a concentrarsi sui cambiamenti dell’ambiente circostante può migliorare il suo adattamento al contesto. Questo potrebbe tradursi in una migliore efficacia degli altri trattamenti.
Gli obiettivi preposti durante la nidoterapia coinvolgono di solito molte persone, assistenti sociali, psicologici, terapisti occupazionali o terapisti creativi.
Durata e fasi della nidoterapia
Secondo l’esperienza dell’autore, l’intervento formale tende a durare 10 sessioni. La nidoterapia adotta un modello a cinque fasi.
Fase I. Identificare i limiti della nidoterapia
In genere si ricorre alla nidoterapia dopo che il paziente è stato a lungo sottoposto a trattamento e ha ottenuto il possibile dagli interventi precedenti. Altre volte, viene usata a seguito di una lunga battaglia tra i terapeuti e i pazienti che si oppongono a essa.
Il terapista dovrebbe essere in grado di definire al paziente quali fenomeni sono dovuti al suo disturbo e quali sono determinati dall’ambiente, così da ridurre il conflitto e aumentare la sua collaborazione.
Fase II. Analisi ambientale completa
Per prima cosa, dovranno essere annotati tutti i desideri del paziente, anche quelli più esigenti o poco realizzabili.
In seguito è compito del terapista svolgere una propria analisi, con o senza il paziente, tenendo conto che spesso le due analisi non sono affatto simili. Una volta completate, si deve trovare un accordo circa gli obiettivi da raggiungere e, se ci sono differenze di opinione, ricorrere a un mediatore.
Fase III. Tracciare un percorso in comune
La fase II richiederà molte ore, ma se eseguita con successo renderà più snelle le fasi successive. I diversi elementi del percorso in comune si identificano e pianificano in ciascun intervento.
Molti dei cambiamenti devono essere pensati attentamente e devono avvenire in modo graduale. È importante stabilire degli obiettivi temporali adeguati in modo da evitare delusioni future.
Fase IV. Monitorare il progresso
Anche se l’acquisizione degli obiettivi può portar via un considerevole lasso di tempo, questi devono essere sempre chiari e trasparenti in tutti i procedimenti.
È fondamentale monitorare tutti i progressi, a tale scopo si consiglia una valutazione trimestrale. A ogni modo, è altamente improbabile che tutti gli obiettivi vengano raggiunti soddisfacentemente.
Fase V. Riposizionare la nidoterapia
A volte obiettivi che si credevano appropriati si rivelano con il tempo irraggiungibili. Quando ciò accade, è necessario tornare indietro e tracciare un nuovo percorso con obiettivi diversi, a volte meno ambiziosi, a volte di più.
In questa fase il compito del paziente è molto importante ed è fondamentale che accetti in maniera onesta quanto viene stabilito.
Conclusioni
Emerge il bisogno di ulteriori ricerche sull’efficacia di questa terapia, sui suoi benefici e i possibili rischi. Al tempo stesso, le persone con disturbi di salute mentale, i professionisti della salute, così come i nostri rappresentanti politici dovrebbero iniziare a considerare questo nuovo metodo come una terapia sperimentale.
La nidoterapia è un approccio complesso e ancora in fase di sviluppo. Al momento, è l’unico trattamento per i disturbi mentali che prevede un intervento ambientale sistematico e prolungato nel tempo. I terapisti devono essere in grado di accettare i pazienti per quello che sono e non per come vorrebbero che fossero.
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- Tyrer, P., Sensky, T., & Mitchard S (2003). The principles of nidotherapy in the treatment of persistent mental and personality disorders. Psychotherapy and Psychosomatics, 72, 350-356