Odofobia: la paura di viaggiare

Nelle sue lettere Sigmund Freud confessò di avere paura di viaggiare. Egli chiamava "Reiseangst" questo tipo di ansia. Oggi questa particolare fobia ha adottato un altro nome ed è correlata ai disturbi d'ansia generalizzata.
Odofobia: la paura di viaggiare
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 15 novembre, 2021

Inquietudine quando ci si deve allontanare da casa, dalla propria città e da tutto quello che si conosce e si ritiene sicuro. Angoscia alla sola idea che possa accadere qualcosa mentre siamo fuori casa. Vertigini, sudorazione e tachicardia quando si sale su un treno o su un aereo… Per quanto possa sembrare sconcertante, l’odofobia, ovvero la paura di viaggiare, è un disturbo in grado di minare la qualità della vita del soggetto che ne soffre.

La maggior parte di noi associa il viaggio a un’esperienza arricchente e non vede l’ora di intraprenderne uno. Allontanarsi dalla routine quotidiana e scoprire luoghi nuovi è per molti un potente stimolo. Eppure, non è così per tutti. C’è anche chi prova un vero e proprio panico nell’abbandonare le proprie sicurezze, è il caso di chi soffre di odofobia. E in alcuni casi il viaggio è un evento obbligato, che sia per motivi di lavoro o familiari.

L’ansia provata in queste situazioni è estremamente invalidante e persino limitante. Le fobie, per quanto possano apparire bizzarre e strane a chi non ne soffre (o non le comprende), possono essere devastanti per la persona che le vive sulla propria pelle.

Aereo al tramonto.

Odofobia, la paura di viaggiare: sintomi, cause e strategie terapeutiche

L’odofobia accompagna l’essere umano sin dalla notte dei tempi. Non tutti sono contenti di abbandonare la propria zona di comfort. Prendere determinati mezzi di trasporto e raggiungere luoghi sconosciuti e fuori dal proprio controllo suscita agitazione, preoccupazione e paura.

In questo caso ci troviamo di fronte a un particolare tipo di fobia, classificata nel Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5). Una paura irrazionale e paralizzante, capace di limitare diversi aspetti sociali, personali e lavorativi dell’individuo.

Ciò nonostante, l’odofobia è vissuta in modo diverso a seconda dell’individuo. C’è chi ha paura dei mezzi di trasporto, chi dell’idea di stare lontano da casa oppure di confrontarsi con un ambiente sconosciuto. Ovviamente, sono in tanti a sperimentare insieme tutte e tre le dimensioni.

Può sembrare strano che una persona non ami viaggiare, eppure potrebbe soffrire di odofibia ed è un aspetto da tenere in considerazione. Le fobie colpiscono 1 essere umano su 23. Rappresentano, di fatto, il disturbo psichiatrico più comune e, chi più chi meno, soffre di una sorta di ansia limitante.

Quali sono i sintomi?

Come tutte le fobie, anche l’odofobia si manifesta con sintomi emotivi, cognitivi e fisici piuttosto eterogenei. Vediamo i più comuni.

Manifestazioni emotive

  • Paura di salire su un qualsiasi mezzo di trasporto che ci possa portare lontano da casa.
  • Avere la sensazione che possa accadere qualcosa di brutto durante il viaggio.
  • Provare angoscia all’idea di abbandonare le proprie sicurezze.
  • Provare vergogna nel condividere il problema con gli altri.

Sintomi cognitivi

  • Impossibilità di farsi carico degli aspetti che riguardano il viaggio, i pensieri si accumulano e si rimane paralizzati una volta giunti in aeroporto o alla stazione.
  • Immaginare le situazioni più avverse: incidenti, perdersi una volta giunti a destinazione, essere derubati, non trovare l’albergo, etc.
  • Essere ossessionati dall’idea di dover viaggiare.
  • Stato confusionale e blocco mentale.

Sintomi fisici

  • Vertigini.
  • Mal di stomaco e disturbi intestinali.
  • Vomito.
  • Tachicardia.
  • Sudorazione.
  • Eventuali attacchi di panico.

Quali sono le cause dell’odofobia?

Conoscere la causa che si cela dietro una fobia è alquanto difficile. Studi come quelli effettuati presso l’Istituto di Neuroscienze di La Timone (Francia) indicano che, in generale, questi disturbi tendono a manifestarsi in due modi:

  • Fobie di origine traumatica. Nel caso dell’odofobia, potrebbe essere il risultato di una brutta esperienza, come essere stati vittime o testimoni di un attentato terroristico in un precedente viaggio.
  • Senza uno specifico evento scatenante (fobie non specifiche). Nella maggior parte dei casi, tuttavia, entrano in gioco fattori genetici, familiari, ambientali o dello sviluppo.
Ragazza con trolley.

Qual è il trattamento per la odofobia?

L’odofobia è spesso associata ad altre fobie, come la paura di volare. Nei casi più estremi può anche coesistere con l’agorafobia. Generalmente, però, è legata al disturbo d’ansia generalizzata (GAD).

È dunque facile imbattersi in situazioni complesse ed estremamente particolari, motivo per cui è fondamentale un’accurata diagnosi. Per quanto riguarda l’approccio terapeutico, è consigliabile adottare un approccio multidimensionale.

Da un lato, può rivelarsi utile la somministrazione di alcuni farmaci psicotropi come gli ansiolitici. Dall’altro, la psicoterapia si rivela utile in tutti casi e in particolare attraverso le seguenti strategie:

  • Esposizione progressiva a stimoli fobici. La terapia dell’esposizione consiste nell’introdurre il soggetto agli stimoli che gli provocano ansia affinché impari a gestire le proprie emozioni e i pensieri. Tale tecnica risulta maggiormente efficace se abbinata alla terapia cognitivo-comportamentale.
  • Ristrutturazione cognitiva, orientata a contrastare le idee catastrofiche tipiche dei soggetti affetti da odofobia.
  • Tecniche di rilassamento e di respirazione.

È importante non sottovalutare mai le proprie paure, soprattutto quando iniziano a limitare diversi aspetti della propria vita. Le fobie sono il risultato di un disturbo d’ansia che richiede un intervento terapeutico.


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  • Singh, Hemendra & Awayz, Hannah & Murali, Thyloth. (2017). An Unusual Case of Phobia: Hodophobia. The International Journal of Indian Psychology.

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