Orfeo ed Euridice: un mito sull'amore
Il mito di Orfeo ed Euridice ci parla dell’amore che riesce a superare la morte. Si narra che Orfeo fosse un essere speciale. Era figlio di Apollo, dio della musica e delle arti, e Calliope (conosciuta anche come Clio), musa della poesia. Queste origini diedero a Orfeo un dono speciale: il dono della musica.
Orfeo imparò la musica da Apollo, suo padre. Sviluppò una tale padronanza che lo stesso Apollo gli diede la sua lira come simbolo di amore paterno. La lira era stata costruita da Ermete utilizzando il carapace di una tartaruga. Si narra che Orfeo suonasse le più belle melodie mai udite sulla terra.
Il suo talento era così grande che gli dei e i mortali si commuovevano fino alle lacrime quando lo ascoltavano suonare. Anche le creature più selvagge diventavano mansuete, stregate dalla sua musica. Era molto amato da tutti. Un giorno, conobbe la ninfa Euridice.
“Quando la mia voce sarà sulla via della morte, il mio cuore continuerà a parlarti.”
-Rabindranath Tagore-
Orfeo ed Euridice
Orfeo condusse una vita dissoluta e avventurosa. Si offrì di accompagnare gli Argonauti nella loro ricerca del vello d’oro. Si narra che abbia salvato quella spedizione quando le sirene cercarono di confondere i marinai con il loro canto. Le loro voci estasiavano i viaggiatori e li spingevano a gettarsi in mare dove venivano divorati da questi esseri.
Orfeo usò il suo talento per contrastarle. Quando le sirene iniziarono a cantare, prese la lira e suonò. Con la sua musica (molto più bella), riuscì a coprire il canto delle sirene salvando così i marinai. Solo un marinaio cedette al fascino del canto delle sirene ponendo così fine alla sua esistenza.
Orfeo ed Euridice si incontrarono dopo quella spedizione. Euridice era una ninfa molto bella. Un giorno, Orfeo vide la sua immagine riflessa nell’acqua e se ne innamorò perdutamente. Anche Euridice si innamorò di Orfeo e i due si sposarono. Vissero un amore appassionato e totalmente corrisposto.
La morte di Euridice
Sebbene Orfeo ed Euridice vivessero felici nel loro palazzo, lei non dimenticava di essere una ninfa. Per questo motivo continuava ad andare nei boschi per stare in contatto con la natura che le era così familiare. Un pomeriggio, come sua abitudine, andò nel bosco e vide un cacciatore che inseguiva un cerbiatto indifeso. Euridice aiutò il cerbiatto a fuggire scatenando l’ira del cacciatore.
L’uomo disse che l’avrebbe perdonata purché avesse accettato di baciarlo, ma lei si rifiutò. Orfeo ed Euridice erano una coppia felice e non avrebbe mai rischiato di distruggere la loro felicità. Il cacciatore allora la costrinse a baciarlo, ma lei scappò. Durante la fuga, calpestò la testa di un serpente addormentato che la morse, facendola morire sul colpo.
Quando venne a conoscenza della morte della moglie, Orfeo fu preso dalla disperazione. Tuttavia, decise di andare nell’oltretomba per salvarla. Usando la sua lira e il suo bellissimo canto riuscì a farsi condurre – da Caronte (il traghettatore) e da Cerbero (custode dell’entrata dell’Ade) – al cospetto di Persefone, regina degli inferi. Anche lei rimase affascinata dalla sua musica.
Orfeo ed Euridice, uniti per sempre…
Orfeo riuscì a trovare un accordo con Persefone per riportare in vita Euridice, ma a una condizione. Durante il viaggio per uscire dagli inferi, Orfeo sarebbe dovuto rimanere davanti a Euridice senza voltarsi mai per guardarla finché la luce del sole non l’avrebbe illuminata completamente. Orfeo accettò, ma non si fidò di Persefone. Aveva paura che al posto della sua amata moglie dietro di lui ci fosse un demone.
Non resistette e prima di uscire dalla caverna si voltò a guardare la moglie. Ma il sole non aveva illuminato totalmente Euridice, mancava solo un piede. La ninfa scomparse così dalla vista Orfeo raggiungendo per sempre il mondo dei morti. Il dolore di Orfeo fu immenso e iniziò a suonare una musica che fece piangere persino gli dei. Le Baccanti, esseri volubili, se ne innamorarono, ma Orfeo non cedette ai tentativi di seduzione.
Per vendetta, le Baccanti lo uccisero e sparsero i suoi resti ovunque. Questo triste evento permise tuttavia a Orfeo ed Euridice di rincontrarsi negli inferi. Questa volta sarebbero rimasti insieme per sempre. Da allora, è possibile udire il suono di bellissime melodie che fluttuano tra i boschi e i prati.
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- Delgado, R. G. (2003). Interpretaciones alegóricas del mito de Orfeo y Eurídice por Fulgencio y Boecio y su pervivencia en la Patrologia Latina. Faventia, 25(2), 7-35. https://dehesa.unex.es/handle/10662/17332