Paura dell'impegno: da cosa dipende?
La paura irrazionale di qualcosa non porta mai sulla retta via, perché si basa sull’insicurezza o su qualche trauma del passato. Accade lo stesso quando si ha paura dell’impegno.
Si potrebbe dire ognuno di noi crea la propria “bolla del benessere”, quella sfera in cui tutto è perfetto. La paura appare nel momento preciso in cui qualcosa o qualcuno mette in pericolo questa zona di comfort.
Ciò non significa che l’altro lo faccia apposta o consapevolmente, siamo noi che ci sentiamo “attaccati”. Quando consideriamo che qualcosa destabilizzerà il nostro mondo perfetto, ci mettiamo sulla difensiva, e in una certa misura, è logico. Fa lo stesso una madre verso il suo bambino per proteggerlo, indipendentemente dalla specie.
Amore come privazione
Se si considera relazione come privazione di intimità, libertà e autonomia, è comprensibile avere paura o non essere attratti dall’impegno (intendiamo con esso un corteggiamento formale, una convivenza, un matrimonio).
Bisogno piuttosto intendere l’amore come a uno stato in cui si riceve e si dona molto, dalla compagnia al benessere e la sicurezza. In questo modo, la paura dell’impegno scomparirà e sarà più facile includere quella persona nella propria bolla.
Sarebbe la situazione ideale, ma non succede sempre. La paura è un’arma molto potente che sbilancia anche le persone più organizzate del mondo.
Per questo si dice che la paura sia spesso causa di insicurezza, creata da diversi fattori e capace di provocare per anni traumi o malumori. Causa, inoltre, frustrazione, disagio e depressione.
Quando non sappiamo riconoscere le nostre abilità emotive, tendiamo a evitare ciò che ha fatto “suonare l’allarme”. Supponiamo, in questo caso, una possibile relazione d’amore.
Possiamo dire che si tratta di uno scarso adattamento ai cambiamenti, che invece dovrebbero essere intesi sempre come qualcosa di positivo.
Una persona che si considera debole o fragile indosserà un’armatura in modo che nessuno possa toccarla. Ma il problema è che la minaccia viene da dentro, non da fuori.
Caratteristiche di chi ha paura dell’impegno
La paura dell’impegno si manifesta in presenza di una situazione sconosciuta o, viceversa, troppo nota e l’indole personale non propende all’apertura, bensì al rifiuto.
L’individuo che ha paura di prendere un impegno in genere mostra tratti di personalità ben precisi, come quelli che seguono:
- Non riesce a prendere decisioni personali, perché ha molta paura del cambiamento e di lasciare la zona di comfort che ha creato.
- È rigido, vuole che tutto sia sotto controllo, altrimenti attiva meccanismi di difesa o di allarme.
- Difficilmente esprime i propri sentimenti, non vuole mai approfondire un argomento importante, parlare di quello che prova o pensa di qualcosa o qualcuno; ciò si traduce in scarsa comunicazione con l’ambiente circostante.
- Si sente talmente insicuro da non tollerare che gli altri siano “migliori”, quindi spesso parla male o ha un concetto sbagliato degli altri, volendo convincersi che non sono così meravigliosi come tutti li vedono.
- È probabile che abbia avuto un trauma durante l’infanzia o l’adolescenza, come l’abbandono di un genitore, la morte di una persona cara, un’educazione molto soffocante, troppo rigida o permissiva, essere stato lasciato dal partner, ecc.
- Si tratta di persone molto attraenti e grandi conquistatori. L’aspetto contraddittorio è che cercano un partner stabile per sentirsi protetti, sebbene oi si rivelino incapaci di gestire la situazione. A un certo momento la paura dell’impegno prende il sopravvento.
- Giustifica paure o insicurezze in modi diversi, ma senza mai parlare di quello che provano davvero. La persona che ha paura dell’impegno non si assume responsabilità e non accetta i suoi sentimenti, quindi cercherà di interrompere la relazione per recuperare la presunta “stabilità” e fuggire così da quel cambiamento nella loro bolla.
Come affrontare la paura dell’impegno?
- Ammettere di avere un limite emotivo su cui lavorare. Valutare i veri bisogni e lasciare la comfort zone per ottenere di meglio. Avere una buona autostima è fondamentale.
- Superare la paura affrontandola. Una frase molto vera di Jiddu Krishnamurtu recita “fai ciò che temi e la paura morirà”. Si possono seguire diverse strategie a tale scopo, ma la più comune è non evitare ciò che provoca paura, perché scappare non risolve i problemi.
- Introdurre cambiamenti graduali per aiutare la mente ad adattarsi a essi prima di procedere al passaggio successivo; in questo modo si avrà il controllo sulla situazione seppur con variazioni minime. Il cervello può essere allenato come qualsiasi muscolo del corpo.
- Aumentare la fiducia in sé: valorizzare e dare un riconoscimento positivo alle proprie capacità, così come ai limiti, che non sono male poiché da essi possiamo imparare.
- Esprimere i sentimenti, anche a poco a poco, e riceverli in modo positivo dall’altra parte. Così, le tensioni si riducono e si è più rilassati. All’inizio potrebbe essere difficile, dunque una buona idea è trascriverli.
- Fiducia: è la chiave di ogni relazione. Se in passato qualcuno ha tradito la nostra fiducia, non significa che sarà sempre così. Affinché il rapporto possa basarsi sulla fiducia, la comunicazione è fondamentale.