Paura di essere insignificanti: un'epidemia
La paura di essere insignificanti è una delle epidemie dei giorni nostri. Tendiamo a paragonarci agli altri e ne siamo spesso invidiosi. Abbiamo bisogno di un modello di riferimento per sapere se ci troviamo in un punto che ci permetterà di sopravvivere oppure no.
Con chi ci confrontavamo fino a qualche tempo fa? Con i nostri familiari o con i nostri concittadini, con i nostri vicini o con chi la pensava in un modo simile al nostro.
Ora ci misuriamo con personaggi irraggiungibili, con prodotti del marketing; facciamo paragoni dai quali usciremo sempre “sconfitti”. Questa paura di essere insignificanti è una delle epidemie dei giorni nostri. E questo fa male, perché in realtà la maggior parte delle immagini sono modificate.
Alla luce di ciò è molto importante che le persone imparino a difendere i propri valori e a stabilire i propri obiettivi. Visto che viviamo in una società che lavora poco sul mondo interiore, la paura di essere insignificanti ha guadagnato terreno; molte persone crescono senza avere bene chiaro in mente ciò che conta per loro.
Non farlo per il successo, non hai bisogno di essere qualcuno; siamo tutti qualcuno sin dalla nascita.
Tanti influencer, pochi punti di riferimento
Viviamo in un mondo tecnologico, e andiamo verso un mondo ancora più tecnologico. Abbiamo a portata di mano mezzi che ci permettono di comunicare con tutto il mondo, mettendoci la faccia o in modo anonimo.
I social network ci offrono uno spazio per esprimere quello che proviamo e quello che pensiamo. Questi spazi vengono utilizzati dai marchi per avvicinarsi alle persone e dalle persone per avvicinarsi ai marchi.
Il ruolo degli influencer e la paura di essere insignificanti
Le aziende investono sempre di più sull’aumento della community di seguaci attivi sui propri profili social; puntano a fare in modo che siano proprio gli utenti a consigliare i prodotti e i servizi, anziché investire sulla pubblicità diretta.
Sono sempre di più le aziende che optano per questa formula e, soprattutto, sono sempre di più quelle disposte a pagare per questo. Gli influencer sono perlopiù brand mascherati. Ma proiettare vite filtrate non equivale a influenzare.
Il pericolo di un gran numero di influencer è rappresentato dal prototipo distorto che proiettano come modello di riferimento. Ricordiamo, a questo proposito, l’importanza dell’educazione, della responsabilità e dello sforzo personale. Stiamo confondendo i nostri giovani: non devono volere un peso leggero, bensì spalle forti.
Viviamo in un mondo in cui i marchi vogliono essere persone e le persone vogliono essere marchi.
Lo stigma negativo della mediocrità: la normalità sminuita
La normalità muove il mondo. La normalità ha segnato la nostra evoluzione in quanto specie e continuerà a farlo. Oggi si respira un crescente senso di svalutazione della stessa, uno dei principali pilastri della nostra società.
Sono sempre più numerosi i genitori che pressano affinché i propri figli spicchino in un campo in particolare: che sia nello sport, a scuola, nella musica, ecc.; il problema è che sono disposti a pagare un prezzo davvero alto per ottenere ciò (in alcuni casi persino inconsapevoli).
Il tutto intensifica l’attuale paura di essere insignificanti. La nostra missione dovrebbe essere quella di seminare nei più piccoli l’idea che sono loro stessi responsabili dei loro obiettivi e delle mete che perseguono, con tutto ciò che ne deriva.
Educare alla frustrazione, allo sforzo personale e alla collettività a titolo individuale darà alla generazione futura l’occasione di non soffrire questa epidemia. Basti pensare che molto spesso la paura di essere insignificanti finisce per sfociare in disturbi di ansia e depressione.
Riflessioni conclusive sulla paura di essere insignificanti
Essere qualcuno nella società non è garanzia di benessere, né tantomeno di felicità, ma può anche non aiutare o toglierci qualcosa. Le nuove epidemie sociali ci allontanano da noi stessi, dalle nostre mete personali.
Veniamo costantemente bombardati da obiettivi esterni e che appartengono agli altri, con conseguenti stati di insoddisfazione diretta o indiretta e bisogni inesistenti che alimentano solo il consumo eccessivo.
Sull’argomento riportiamo il caso di un padre che prova a convincere la compagna a comprare un costume speciale, molto caro, per il figlio, perché il piccolo gli ha confessato di voler diventare un astronauta.
Il padre crede che in questo modo incoraggerà i sogni del bambino, mentre la madre pensa che alla lunga lo renderà frustrato. La coppia analizza la realizzazione di sé attraverso i figli e lo stigma negativo della mediocrità in una discussione in cui ragione e istinto genitoriale si scontrano.
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- Castoriadis, C. (1998). El ascenso de la insignificancia. Universitat de València.
- Punset, E. (2014). El mundo en tus manos: no es magia, es inteligencia social. Grupo Planeta Spain.