Perché ci piacciono i “cattivi ragazzi”?
“E allora s’innamorò, nell’unico modo in qui si possono innamorare le donne intelligenti. Sì, proprio come un’idiota, anche se egli non fu mai in grado di comprendere tutte le poesie che ella gli leggeva per spiegargli il suo amore…”
-Angeles Mastretta-
Sappiamo che non sono buoni, che ci faranno del male, ma una specie d’istinto masochista si sprigiona ogni volta che vediamo un “ragazzaccio” e lui diventa del tutto irresistibile.
Con loro, la chimica non è la stessa, ci sono rischi, c’è intensità, c’è pericolo, c’è emozione. È un cocktail che scombussola tutti i sensi.
E quando il cattivo ragazzo sparisce, dopo che ovviamente abbiamo cercato di cambiarlo, piangiamo e piangiamo per giorni, lamentandoci di quanto siamo state stupide.
Ciò che ci attrae dei cattivi ragazzi
I cattivi ragazzi rappresentano ciò che ci piace, ciò che ci sembra interessante, rischioso, pericoloso, diverso. Sappiamo che scompariranno da un giorno all’altro senza dire niente, che se ne andranno con un’altra, ma ci piacciono lo stesso.
Cos’è che ci attrae dei cattivi ragazzi?
La proibizione
Tutti proviamo una grande soddisfazione nell’infrangere le regole e uscire con un ragazzo cattivo che i nostri genitori ci hanno proibito di vedere o con il quale sappiamo di non dover stare; è un vero e proprio piacere.
È ciò che gli esperti chiamano “paura cosciente”, che non è dolorosa, bensì gratificante. Lo psicologo inglese Michael Belint sostiene che il divertimento del “lato oscuro” nasce perché siamo responsabili di quell’attrazione e possiamo controllarla.
Tuttavia, non tutti proviamo lo stesso desiderio per ciò che è proibito, poiché influiscono anche fattori culturali, ambientali e genetici che lo costruiscono e gli danno forma.
Il desiderio di voler essere la sua scelta
Quando un cattivo ragazzo ci nota, ci dona le sue attenzioni, noi vogliamo essere la sua scelta, l’unica, anche se solo per un momento, per qualche ora. Vogliamo essere quella con cui parla, quella che guarda, quella che desidera.
Anche se sappiamo che sarà qualcosa di fugace, lo desideriamo perché ci fa sentire bene. Per un momento saremo l’unica.
L’idea che con noi lui cambierà
Nella fase di cecità iniziale con un ragazzo cattivo, c’inganniamo pensando che lo cambieremo, che noi riusciremo a renderlo una persona migliore, che lui ci ammirerà e ci amerà alla follia.
Si tratta di una fase dell’innamoramento durante la quale non vediamo i suoi difetti e il nostro cervello segrega una quantità tale di endorfine da annebbiare del tutto la ragione.
È divertente, molto divertente
Anche se attendiamo per ore una sua chiamata o un suo messaggio, anche se sappiamo che prima o poi sparirà, anche se siamo coscienti del fatto che non durerà, sappiamo che sarà divertente e andiamo avanti fino alla fine, fino a quando lui vorrà.
Tuttavia, tutte queste idee sono un frutto dell’amore romantico dei film, un amore incompleto.
Per essere completo, l’amore deve raggruppare diversi aspetti, ma soprattutto tre elementi: il desiderio sessuale (Eros), l’amicizia di coppia (Philia) e l’amore disinteressato per l’altro (Agape). Senza questi tre elementi, qualcosa non va, la relazione non funzionerà.
Studi scientifici sulla “triade oscura”
Peter Jonason, dell’Università Statale del Nuovo Messico (USA), ha condotto uno studio su 200 studenti del centro, per dimostrare che le donne preferiscono i cattivi ragazzi, ma si sposano con quelli buoni.
Jonason ha classificato gli uomini secondo tre categorie di personalità che ha chiamato “la triade oscura dei tratti della personalità”:
Il narcisismo
Nei cattivi ragazzi, il narcisismo è collegato con i rapporti brevi; si presenta quando gli uomini competono tra di loro, per poi rifiutare i partner dopo il rapporto sessuale.
La psicopatia
Di solito la psicopatia si manifesta in seguito ad una grande carenza di sensibilità e mancanza di empatia. Funziona bene per i rapporti brevi, perché gli psicopatici godono di un falso fascino che è del tutto superficiale.
La natura da sfruttatore e manipolatore di Machiavelli
Il machiavellismo è collegato alla mancanza di sincerità, alla duplicità e alla manipolazione, il che favorisce la promiscuità.
Lo studio di Jonason ha scoperto che gli uomini che possiedono più “tratti oscuri” della personalità tendono ad avere più partner e relazioni brevi.
La speranza dei bravi ragazzi
A lungo termine, la scelta delle donne cambia.
Il Dottore in psicologia evolutiva Gayle Brewer, dell’Università del Lancashire Centrale (Regno Unito), sostiene che per rapporti brevi le donne scelgono i cattivi ragazzi, mentre per quelli a lungo termine preferiscono un bravo ragazzo affettuoso, un ragazzo che trasmetta loro sicurezza, empatia, complicità.
L’autostima
“Negli amori impossibili, la speranza è la prima cosa da perdere”
-Walter Riso-
Walter Riso, psicologo argentino, nel suo libro “Cenerentola è una sfigata” dice:
“Ti hanno insegnato che l’ultima cosa da perdere è la speranza, e probabilmente è così in alcune situazioni-limite, ma la fine della speranza può essere un balsamo utile nei casi di amore impossibile o di disamore dichiarato e dimostrato. Se non ti ama, non farti speranze né illusioni: un pessimista intelligente è meglio di un ottimista male informato”.
Ciò significa che quando il cattivo ragazzo sparisce, non ci cerca più o semplicemente ci ha sostituite per un’altra, bisogna perdere la speranza il prima possibile, recuperare la nostra autostima. Ma come?
Riso propone varie tecniche per migliorare l’autostima dopo una rottura o una relazione che non funziona:
- Eliminare dal nostro lessico frasi come: “Non sono capace” o “Non ci riesco”.
- Non essere pessimisti. Se abbiamo troppi pensieri negativi riguardo al futuro, fermiamoci un attimo e assicuriamoci che siano realisti.
- Non essere fatalisti. Siamo noi a costruire il nostro destino.
- Non ricordare solo le cose brutte. Per un po’ ogni giorno dobbiamo attivare la nostra memoria positiva, pensare alle cose buone che abbiamo fatto nella vita.
- Rivedere i propri obiettivi. Così riusciremo ad andare oltre ricordando sempre i nostri punti di forza.
- Mettersi alla prova e rischiare. Dobbiamo definire un obiettivo che sia realista e lavorare per ottenerlo.
“Mi sono innamorato della vita, è l’unica che non mi lascerà senza che lo faccia prima io”.
-Pablo Neruda-