I casi di demenza sono in aumento: perché?
In Italia l’aspettativa di vita media per gli uomini è di 79,6 anni e per le donne di 85,1 anni. Sappiamo che all’aumentare dell’aspettativa di vita di un paese, la sua popolazione invecchia di più, il che non significa che invecchi necessariamente meglio. Perché i casi di demenza stanno aumentando? L’età è un fattore chiave, ma non è l’unico.
Nel 2015 c’erano 46,8 milioni di persone con demenza nel mondo ed entro il 2050 si stima che ci saranno 135 milioni di persone. La demenza è considerata una delle principali cause di disabilità e mortalità nel mondo: nel 2016 è stata la quinta causa di morte nel mondo.
“Inoltre, la demenza rappresenta un costo di 15.000 milioni di euro in Spagna”.
-Belloch-
Cos’è una demenza?
Le demenze rientrano tra i cosiddetti disturbi neurocognitivi. Le entità cliniche che fanno parte di questo gruppo sono caratterizzate dal produrre un deterioramento delle capacità mentali, con gravità sufficiente da influenzare il funzionamento sociale e professionale.
“La demenza è un disturbo mentale organico di eziologia multipla che dà origine a deficit cognitivi, nonché a cambiamenti nel comportamento del soggetto, che limitano lo svolgimento di una vita autonoma e indipendente”.
-Fernández-Calvo-
Per l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), le demenze sono caratterizzate dalla produzione di:
- Compromissione della memoria: l’alterazione della capacità di registrare, archiviare e ricordare le informazioni. La perdita di informazioni si riferisce anche alla famiglia o al passato.
- Il deterioramento del pensiero e del ragionamento: il flusso dei pensieri e delle idee si riduce. Le difficoltà sembrano prestare attenzione a più di uno stimolo o contemporaneamente, o spostare l’attenzione da uno stimolo all’altro.
Mentre l’American Psychiatric Organization richiede anche la presenza di almeno una di queste alterazioni cognitive:
- disfunzione esecutiva. I processi di pianificazione, la sequenza o l’astrazione si deteriorano.
- Disturbi del linguaggio, come l’afasia o l’incapacità di comunicare attraverso la parola.
- Problemi associati al movimento, come aprassia o ridotta capacità di svolgere azioni motorie nonostante la funzione motoria intatta.
- Disturbi percettivi. Implicano il mancato riconoscimento o identificazione degli oggetti, nonostante la funzione sensoriale intatta.
Fattori che spiegano perché i casi di demenza sono in aumento
Trattandosi della demenza più diffusa, parleremo dei fattori di rischio alla base del morbo di Alzheimer (AD). Questa demenza rappresenta il 35% di tutti i casi.
“Il fatto che persone famose come Ronald Reagan, Rita Hayworth, Adolfo Suárez o Pasqual Maragall abbiano sofferto del morbo di Alzheimer ha facilitato la rivelazione di una realtà commovente, che è stata descritta per la prima volta (nel 1906) in una donna di 51 anni, di Alois Alzheimer”.
-Belloch-
Secondo vari studi, sono stati individuati diversi fattori di rischio che, di per sé, non spiegano la comparsa della malattia, ma se combinati danno origine a un cocktail esplosivo che può innescare la miccia dell’Alzheimer. Sono i seguenti:
- L’età. È il più grande fattore di rischio. A partire dai 60 anni, ogni 5 anni, il rischio raddoppia. Così, a 60 anni, l’1% delle persone soffrirà di Alzheimer, mentre a 90 anni ne soffrirà il 28,5%.
- Il sesso. Ci sono due donne con Alzheimer per ogni uomo. Questo può essere spiegato perché l’aspettativa di vita delle donne è più alta. Anche la menopausa ha molto a che fare con questo: gli estrogeni prevengono la morte cellulare caratteristica dell’AD; e con l’arrivo della menopausa questa protezione scompare.
- La genetica. Evidenziano il ruolo dei geni PPA, PSEN-1 e PSEN-2 nel caso dell’Alzheimer precoce (che si manifesta prima dei 65 anni). Mentre alla fine del morbo di Alzheimer, APOE4 si distingue.
Altri fattori che predispongono alla demenza
- Il tabacco. C’è un certo dibattito sul ruolo che il tabacco gioca nello sviluppo dell’Alzheimer, anche se la maggior parte degli esperti lo indica come una variabile che ci rende più vulnerabili.
- Avere parenti con l’Alzheimer. Il 40% delle persone con Alzheimer ha parenti che ne hanno sofferto. Avere un parente che soffre della malattia aumenta la probabilità di soffrirne tra le 2 e le 7 volte.
- Antinfiammatori non steroidei. Sembra che il consumo di farmaci antinfiammatori non steroidei possa aiutare a ridurre i sintomi dell’Alzheimer. E anche prevenirlo. La ricerca è attualmente in corso.
Infine..
- Trauma cranioencefalico. Ciò che è stato dimostrato è che le persone che hanno il gene APOE4 hanno una risposta più bassa dopo un trauma e un rischio maggiore di demenza dopo di esso. I pugili sono, purtroppo, i casi che maggiormente supportano questa ipotesi.
- Istruzione. Sembra essere un fattore protettivo contro l’AD; attenzione però, perché non siamo molto chiari su come interagisca con altre variabili, come le risorse economiche, che, a loro volta, spesso ci danno accesso ad alimenti di migliore qualità nutrizionale.
- Dieta. Il consumo di antiossidanti, sia nella dieta che attraverso gli integratori, sembra svolgere un ruolo protettivo.
Avere un cervello attivo previene lo sviluppo del deterioramento cognitivo: leggi, impara qualcosa di nuovo ogni giorno, risolvi enigmi… Mantieni la mente in movimento.
Riflessioni conclusive
Allora perché i casi di demenza sono in aumento? Sebbene l’aumento della longevità sia il fattore che meglio spiega l’aumento dei casi di demenza, non possiamo dimenticare che ve ne sono altri, come le malattie cardiovascolari, l’alimentazione, l’attività fisica e mentale, che anche influiscono. Il vantaggio è che questi sono fattori su cui abbiamo il controllo.
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