Perché mi mangio le unghie?

Perché mi mangio le unghie?

Ultimo aggiornamento: 18 febbraio, 2022

Onicofagia è il nome scientifico che viene dato alla patologica incapacità di contenere l’impulso di mangiarsi le unghie. Questa patologia non riguarda solo l’estetica, ma anche le emozioni e la personalità.

Sebbene molti si mangino le unghie senza rendersene conto, farlo in modo compulsivo è un chiaro segnale di uno squilibrio emotivo e che bisogna trattare un problema di fondo.

Gli psicoanalisti (tendenza la cui origine si trova nella figura di Freud) spiegano che chi si mangia le unghie cerca un effetto simile a quello dei neonati che succhiano al seno. Lo stesso si sperimenta quando si tengono sempre oggetti in bocca (un dolce, un ciuccio, un oggetto di plastica, etc) anche se questo è noto come “angoscia orale” secondo la prospettiva psicoanalitica.

Per quanto riguarda l’abitudine di mangiarsi le unghie, si tratta di un altro modo di sentirsi protetti e salvaguardati. Abbiamo bisogno di qualcosa che ci aiuti a ridurre la tensione, la noia, la tristezza, lo stress, etc.

Forse non vi siete resi conto di quando né perché vi mangiate le unghie. Vi suggeriamo di fare un piccolo esercizio di analisi. Accade nei momenti della giornata in cui non svolgete nessuna attività o avete le mani libere? Prima di un esame? Quando camminate soli per strada di sera? Se vi chiamano dall’ufficio del capo? Prima di vedervi con il vostro partner? Quando vi hanno dato una cattiva notizia?

Questo tiene una spiegazione psicologica, senza dubbio. Tuttavia, iniziamo dal principio. Mangiarsi le unghie è un’abitudine automatica, incosciente e dipendente. La persona che si mangia le unghie non può evitarlo o smettere di farlo, come succede con qualsiasi abitudine tanto radicata.

Questa condotta è collegata all’ansia, all’insicurezza, alla tensione e alla depressione. Alcuni tratti in comune a molti soggetti affetti da onicofagia sono perfezionismo, bassa autostima e paura di fallire. Si contraddistinguono anche per essere iperattivi, molto nervosi ed energici. In alcuni casi hanno dovuto affrontare infanzie segnate da padri troppo autoritari.

L’età media in cui i bambini iniziano a mangiarsi le unghie è intorno ai 10 anni e il problema può ridurre o aumentare con il passare del tempo, in base agli avvenimenti della vita della singola persona.

La sensazione primordiale è quella di sazietà, ma si prova anche tranquillità, piacere, protezione, soddisfazione e sicurezza. Mangiandosi le unghie, inoltre, il cervello libera certi ormoni collegati alla felicità e al benessere.

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Un altro problema che si esprime tramite l’onicofagia riguarda la sfera del sociale. Forse le prime volte che il bambino si mangia le unghie, i genitori lo rimproverano, ma poi spesso si chiude un occhio.

Lo stesso si verifica da adulti. Bisogna sottolineare che se qualcuno si mangia le unghie ed un familiare o un amico dice qualcosa, è probabile che questi si arrabbi e lo rifaccia subito dopo.

Nonostante esistano trattamenti locali come smalti amari e vari strategie (come sfregare le unghie con aglio, peperoncino oppure pepe), la persona che soffre di onicofagia non abbandonerà la su abitudine a meno che risolva la causa del problema.

Come primo ricorso è bene riconoscere i momenti esatti in cui vi mangiate le unghie. Una volta identificati, il passo successivo consiste nel lavorare per ridurre i sentimenti che portano a sfogarsi in questo modo.

Esiste qualche tecnica efficace per ridurre l’ansia, la paura o i nervi alternativa al mangiarsi le unghie? Perché non provare a liberare le tensioni facendo sport, un’attività rilassante oppure leggendo un libro?

La buona notizia è che vi è una cura per l’onicofagia, ma non si trova negli smalti dal gusto orrendo né nei rimedi fai da te. Bisogna lavorare sui propri sentimenti ed imparare a canalizzare quello che fa stare male. In questo modo potrete lasciare le vostre povere dita ed unghie tranquille.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.