Perdita di interesse: da cosa dipende?

Spesso perdiamo interesse per i lavori, le persone, le relazioni... Non sempre si tratta di un processo normale e irreversibile. Possiamo agire.
Perdita di interesse: da cosa dipende?
Elena Sanz

Scritto e verificato la psicologa Elena Sanz.

Ultimo aggiornamento: 25 gennaio, 2023

Siamo stati tutti vittime della perdita di interesse in alcune aree della nostra vita. Quel lavoro, quell’amicizia, quella relazione che un tempo erano fonte di euforia e grandi soddisfazioni, ma poi non attiravano più nemmeno la nostra attenzione.

Cosa è successo? Forse abbiamo sbagliato? Forse ci soffermiamo troppo sugli aspetti negativi di quella persona o situazione o c’è dell’altro?

Perdere interesse per qualcosa o qualcuno può causare sensi di colpa, frustrazione e grande indecisione su come agire. Conviene risalire all’origine di questo disinteresse al fine di prendere le decisioni appropriate.

Cosa causa la perdita di interesse?

Ci sono diversi motivi per cui può verificarsi una perdita di interesse nei confronti di qualcosa o qualcuno da cui prima eravamo attratti. Presentiamo a seguire i più comuni.

Assuefazione

L’assuefazione è uno dei processi di apprendimento più primitivi e comuni che esistono. Consiste in una diminuzione della risposta a uno stimolo che si verifica ripetutamente. In altre parole, è il processo attraverso il quale smettiamo di rispondere a ciò che non è più una novità.

Durante la giornata, possiamo trovare numerosi esempi di questo fenomeno. Il rumore di un elettrodomestico cessa di spaventarci se lo ascoltiamo tutti i giorni; il cartellone pubblicitario sul ciglio della strada mentre si va al lavoro passa inosservata; le grida dei genitori che si rivolgono costantemente al figlio in questo modo non avranno più effetto sul bambino.

Quando ci abituiamo a uno stimolo, questo perde il potere di evocare una risposta in noi. In questo modo l’entusiasmo svanisce giorno dopo giorno e cominciamo a trovare mille e uno difetti a quello che all’inizio consideravamo quasi perfetto.

Allo stesso modo, se ci riferiamo alle relazioni con un partner, i livelli dei diversi neurotrasmettitori si stabilizzano nel tempo. In seguito a ciò, l’innamoramento lascia il posto a un amore in cui l’euforia iniziale è sostituita da intimità e impegno.

Uomo con perdita di interesse che lavora.

Eccessiva sicurezza

Altre volte capita di perdere interesse perché si dà per scontato quello che si ha. Quando qualcosa è impegnativo, lavoriamo per ottenerlo. Avere un obiettivo ci spinge a mobilitare le nostre risorse e competenze, e la soddisfazione nel raggiungerlo è alta.

D’altra parte, quando è già nostro, è normale rilassarci. La felicità per ciò che abbiamo ottenuto perde man mano di intensità.

Quando abbiamo un lavoro fisso o quando le persone ci mostrano un’attenzione eccessiva, sentiamo che non c’è più bisogno di sforzarci, dunque l’elemento sfida scompare.

Il denominatore comune in entrambi i casi è che, in un modo o nell’altro, smettiamo di valorizzare le situazioni o le persone che ci circondano. Che sia per abitudine o per eccessiva sicurezza, non pensiamo di poter davvero perdere ciò che abbiamo.

Il danno causato da questa situazione è evidente: le nostre prestazioni lavorative saranno inferiori, le nostre relazioni sociali perderanno di qualità perché non ce ne prendiamo cura e il nostro partner potrebbe andarsene perché non si sente valorizzato.

Donna preoccupata per la perdita di interesse del suo partner.

Anche la perdita di interesse è utile

Molte persone pensano che la perdita di interesse sia inevitabile, che faccia parte del normale processo della vita. Così adottano un atteggiamento passivo e accettano situazioni che non le rendono più felici.

Al contrario, c’è chi salta da una situazione vitale all’altra, sperando che il disinteresse non faccia la sua comparsa. È essenziale sapere che l’interesse viene mantenuto alto attraverso azioni quotidiane.

Se si prova apatia per tutto quello che circonda, probabilmente non gli si dà più valore, e ciò dipende dai propri pensieri. Abbiamo l’abitudine di trascurare gli aspetti positivi della nostra vita, dunque ci priviamo del piacere dell’entusiasmo.

Dovremmo abituarci a essere consapevoli di quello che possediamo e di sentire appieno la felicità che offre. Lavorare sulla gratitudine e insegnare alla mente a non dare nulla per scontato. Ricordiamo quanto desideravamo ciò che ora possediamo e dedichiamoci attivamente a goderne la presenza nella tua vita.

Una persona grata e focalizzata sull’ottimismo è più felice e soddisfatta. Inoltre, si prende naturalmente cura delle sue relazioni dando il meglio di sé in ognuna di esse.

La persona che agisce in questo modo può essere certa che la perdita di interesse non la accompagnerà più nel suo cammino.

Anedonia: il termine clinico per la perdita di interesse

La perdita di interesse può essere un sintomo caratteristico di vari disturbi psicologici, come la depressione o la schizofrenia.

In questi casi, il termine clinico utilizzato per descrivere questo atteggiamento è anedonia, che si riferisce all’incapacità di provare piacere, nonché alla mancanza di interesse o soddisfazione in quasi tutti gli aspetti della vita.

Tuttavia, questo può manifestarsi anche in aspetti specifici, come l’appetito, i rapporti sessuali o le attività di svago. In ogni caso può presentarsi a diversi gradi, da una totale incapacità di ottenere piacere a una diminuzione di detta capacità.

È dunque importante fare attenzione a queste manifestazioni. Se la perdita di interesse persiste nel tempo, è meglio chiedere aiuto a un professionista della salute mentale. Attraverso la terapia, è possibile identificare le cause dell’anedonia e trattarla.


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