Vi è mai capitato di avere a che fare con persone perfezioniste? Probabilmente sì. Il loro comportamento è molto curioso e a volte divertente.
I perfezionisti hanno la necessità di raggiungere la perfezione in tutto quello che fanno. Dal lavoro alla disposizione delle cose, tutto deve stare al posto giusto.
Non sopportano che la tazza della colazione sia spostata verso destra, hanno bisogno che sia perfettamente disposta al centro. Una mente perfezionista arriva a questi estremi.
Perché sono un perfezionista?
Ci sono molti fattori che possono far sviluppare una personalità perfezionista. Di fatto, molto spesso quella del perfezionismo viene considerata una sindrome o “disturbo ossessivo-compulsivo della personalità”.
Alcuni esperti ritengono che la causa dell’essere perfezionisti possa essere una predisposizione genetica.
Altri esperti, invece, credono che siano diversi fattori ambientali a influenzare questo comportamento:
Quando l’autostima dipende da elogi e lodi costanti.
Aver subito umiliazioni durante l’infanzia e desiderare di essere accettati socialmente.
I genitori sono stati molto autoritari.
Essere cresciuti circondati di persone di successo e non essere una di quelle.
Avere una bassa tolleranza al fallimento.
Essere consapevoli del fatto che la società è altamente competitiva.
Da quando veniamo al mondo, siamo a contatto con stimoli continui che ci segneranno per il resto della nostra vita. Anche se risulta difficile crederci, siamo molti influenti e l’aver vissuto una delle situazioni precedentemente descritte ha le sue conseguenze.
La società in cui viviamo, con le sue norme, le sue leggi, le sue tendenze, il suo modo di vivere la vita, ci spinge a voler essere migliori degli altri.
Essere dei falliti non è ben visto. La società ritiene che il successo sia la chiave della vera felicità. Ma, possiamo davvero vivere con questa pressione? Ecco quando essere perfezionisti inizia a diventare un problema.
Il successo è l’abilità di passare da un fallimento all’altro senza perdere l’entusiasmo.
Winston Churchill
La perfezione non mi rende migliore
Essere corretti in tutto, fare le cose bene, non superare mai i limiti, tutto questo non ci rende migliori. Se ci riflettiamo un momento, più ci sforziamo di essere perfezionisti, meno lo siamo.
Le persone non sono perfette, anzi devono accettare le loro imperfezioni come un segno distintivo di quello che sono veramente.
Solamente quando abbracceremo l’imperfezione, potremo raggiungere la perfetta felicità. Perché obbligarci ad essere qualcosa che non siamo non ci renderà felici, anzi, tutto il contrario. Sarà motivo di grande frustrazione e di stress.
Com’è la vita di tutti i giorni di una persona perfezionista? Per cominciare, vive sottovalutandosi tutto il tempo, tanto che nemmeno le lodi delle altre persone la faranno sentire a suo agio con il suo lavoro.
Il senso di colpa, il pessimismo e l’ossessione sono tre parole che definiscono chiaramente una persona perfezionista. Non raggiungerà mai quello che desidera perché è impossibile arrivare alla perfezione assoluta.
Questo può far sì che spesso cada nel tunnel della depressione, senza volerlo. Le delusioni e le frustrazioni, infatti, si susseguono una dopo l’altra.
Le persone perfezioniste diventano persone poco flessibili e poco spontanee. La naturalezza non fa più parte di loro e questo le rende figure rigide, senza nessuna grazia.
Come nel caso di molte altre sindromi, anche il perfezionismo si può superare, sempre che la persona sia consapevole che questo atteggiamento non la sta aiutando a raggiungere la felicità.
Una volta capito di avere un problema, che l’affanno di ricercare sempre e comunque la perfezione è frutto di una pressione a cui la persona stessa si è sottomessa, allora sarà pronta a cedere il passo all’accettazione.
Di certo, cercare di migliorarsi è sempre positivo. Tutti dovremmo imparare ad essere migliori, ma senza cadere mai nella terribile perfezione.
Dobbiamo abbracciare l’imperfezione e impegnarci al massimo per fare le cose il meglio possibile, ma senza ossessionarci per voler realizzare qualcosa che in realtà non possiamo realizzare.
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