Il pianto: positivo o tossico?
Tutti noi piangiamo per svariati motivi, che possono andare da situazioni che ci hanno causato un’infinita gioia, a fatti che ci deludono o ci provocano sconforto e frustrazione.
Piangere è un atto universale, benefico per liberarsi e sfogarsi in determinati momenti. Non lo si fa in continuazione, ma le lacrime sono anzi spesso represse a meno che non si è da soli o in compagnia di persone fidate.
Le lacrime hanno però anche un lato negativo quando si trasformano, per esempio, in una risposta immediata ad una situazione frustrante o ad un fatto negativo oppure quando le si utilizza per manipolare gli altri e ottenere ciò che si vuole. In questi casi, il pianto va oltre lo sfogo emotivo.
Detto questo, è possibile differenziare tra pianti positivi e pianti negativi. A cosa corrisponde ciascuno di essi?
Adesso lo scoprirete.
Il pianto positivo
“Le lacrime versate sono amare, ma più amare sono quelle che non si versano” (Proverbio irlandese)
Si tratta del pianto che di solito cerchiamo di reprimere, che sia per vergogna o perché non vogliamo farci vedere vulnerabili.
1.Piangere per il dolore
Si tratta del primo tipo di pianto positivo: piangiamo quando ci sentiamo addolorati da qualcosa. Quando succede? Quando perdiamo qualcuno, quando ci deludono, quando ci usano… esistono molteplici ragioni per piangere se qualcosa ci ha fatto male.
È in questi casi che spesso preferiamo appartarci da soli con il nostro dolore. Siamo coscienti di qualcosa che abbiamo perso e non ritroveremo mai più. Abbiamo bisogno di un luogo solitario, tranquillo, che ci consenta di piangere fino a che ci sfoghiamo del tutto.
2.Piangere per i cambiamenti
Questo secondo tipo di pianto positivo fa riferimento ai cambiamenti importanti che accadono nelle nostre vite e che le modificano. Per esempio quando traslochiamo, concludiamo un percorso di studi, cambiamo lavoro, ci sposiamo, abbiamo un figlio, troviamo un partner, ecc.
Esistono vari cambiamenti trascendentali nella nostra vita che ci provocano le lacrime, molte volte frutto di un’emozione positiva. Queste ci aiutano ad affrontare i cambiamenti a testa alta.
3.Piangere per una scoperta
Questo terzo tipo di pianto positivo è causato dalla scoperta di una verità che non conoscevamo. Succede quando apriamo gli occhi di fronte a qualcosa che non vedevamo o che non volevamo vedere.
È facile che spuntino le lacrime quando spalanchiamo gli occhi di fronte ad una verità di cui non eravamo a conoscenza. Perché succede? Perché eravamo ciechi, e questo “nuovo risveglio” ha un impatto talmente forte che reagiamo piangendo.
Il pianto tossico
“I coccodrilli versano lacrime quando divorano le loro vittime. Sta lì la loro saggezza” (Sir Francis Bacon)
Dopo aver approfondito il pianto positivo, ci addentriamo ora nel pianto tossico. Come può il pianto essere tossico? Cosa si intende con quest’espressione?
Scopriamolo insieme!
1.Lacrime di coccodrillo
Le “lacrime di coccodrillo”, o il pianto da manipolatore, sono quelle utilizzate per muovere qualcosa a proprio favore. Per esempio, quando un bambino vuole ottenere qualcosa dalla madre può utilizzare il pianto da manipolatore. Viene anche utilizzato dagli oratori che intendono emozionare il loro pubblico, o semplicemente dare più enfasi a quello che stanno dicendo.
Bisogna però fare attenzione a questo tipo di pianto. Non bisogna abusarne, altrimenti cominceremo a perdere la nostra credibilità ogni volta che piangiamo sul serio. Di solito è un tipo di pianto facile da riconoscere: le persone che lo adoperano di rado hanno gli occhi umidi, il pianto cessa immediatamente, le loro espressioni risultano false…
2.Lacrime religiose
Questo tipo di pianto è legato alle credenze religiose. Si pensava, già nel Medioevo, che le lacrime fossero una sorta di dono, e per questo motivo le preghiere erano pronunciate quasi interamente in lacrime.
Un esempio al riguardo sono le prefiche, le donne che piangevano durante le processioni per richiamare il lamento per la morte di Cristo. Queste figure venivano solitamente assunte per piangere ai funerali. Si tratta in questi casi di pianti finti, non reali o con fini religiosi.
3.La ricerca del pianto
A volte, quando siamo tristi, abbiamo bisogno di qualcosa che ci costringa a piangere, per sfogarci e liberarci di tutta la nostra tristezza. Si possono guardare film drammatici o ascoltare canzoni che ci fanno piangere. Cosa c’è di negativo in tutto questo? La negatività sta nella tendenza a cercare qualcosa che ci faccia piangere, ma senza un reale motivo.
Il pianto si trasforma in uno stato di malinconia e tristezza che, di solito, si evita. Cercarlo di propria spontanea volontà non è indicato.
Abbiamo dunque visto i due tipi di pianto esistenti, ma non va però dimenticato un altro importante dato: la falsa credenza secondo cui il pianto va bene per le donne, ma è negativo negli uomini. Questa prospettiva che ci è stata da sempre culturalmente imposta impera ancora oggi nella nostra società, di pari passo con l’idea che piangere sia un segno di debolezza.
Piangere non è da deboli, e gli uomini non devono mostrarsi sempre forti e integri. Il pianto è un’emozione come un’altra, e tutti abbiamo il diritto di esprimerla.