Psiconcologia: migliorare la vita dei malati di cancro
Le cure per il cancro sono in continua evoluzione e richiedono un approccio multidisciplinare. All’intervento biomedico va associato anche il supporto psicosociale. Ed è questo il ruolo della psiconcologia, fondamentale per migliorare la vita dei pazienti e delle loro famiglie, consentendo loro di gestire al meglio le emozioni associate alla diagnosi di cancro.
Siamo grati ogni giorno per i progressi raggiunti nel campo della prevenzione e del trattamento di questa malattia. Le cure sono sempre più personalizzate e gli approcci basati sulle terapie immuno-oncologiche mostrano una maggiore efficacia rispetto ai trattamenti tradizionali.
«Spesso visitiamo i pazienti con gli occhi fissi sul monitor del computer, dimenticando l’importanza di guardarli negli occhi, affinché possano sentirsi trattati in modo umano.»
-Anabel Heiniger, ematologa specialista in leucemia infantile-
Oltre all’intervento medico in sé, primario e indispensabile, è fondamentale che i pazienti abbiano accesso a tutte le risorse orientate a rispondere a qualsiasi esigenza psicologica e sociale di cui necessitano. È dunque essenziale avere professionisti adeguatamente formati e specializzati in queste aree che aiutino i pazienti a gestire al meglio l’impatto del cancro.
Ma non solo. Anche i medici e gli oncologi devono essere formati per promuovere una comunicazione adeguata, affinché le famiglie e i pazienti possano sempre prendere le decisioni migliori. Parallelamente, e non di minore importanza, la psiconcologia dovrà concentrarsi anche su un’altra area d’intervento prioritaria: la prevenzione.
Il fatto che qualcuno possa aiutarci a cambiare talune abitudini e comportamenti correlati allo sviluppo del cancro, come il fumo o l’esposizione al sole, fa parte di quell’approccio multidisciplinare di cui la società moderna, sensibile a questa malattia, ha bisogno.
Psiconcologia: facilitare l’accettazione e il superamento del cancro
La diagnosi di cancro causa uno shock silenzioso, è una realtà sconosciuta alla quale non siamo preparati. A questo si aggiunge talvolta il ruolo del professionista sanitario con scarsa formazione in materia di emozioni, che visita i pazienti guardando lo schermo del suo computer e non gli occhi di chi, in quel momento, si sente semplicemente perduto e incapace di reagire.
Il mondo si ferma e il paziente si sente come in una cella frigorifera in cui rimbalza l’eco di una sola parola: morte. Chi ha affrontato questa dura esperienza sa che il termine “cancro” non è sempre sinonimo di “fine”. Il cancro è lotta, è resistenza, è raccogliere tutte le forze interiori a disposizione per affrontare questa situazione, la stessa che migliaia e migliaia di persone affrontano ogni anno.
Tuttavia, non fare questo viaggio da soli può essere d’aiuto fin dall’inizio. La famiglia, i medici, gli infermieri e gli psicologi formano una squadra in cui tutto segue uno schema, un ordine, uno sviluppo.
Chi ha ideato la psiconcologia?
La psiconcologia è una disciplina piuttosto recente. La sua fondatrice è morta nel 2017, e per molti il suo nome è ancora sconosciuto, così come è sconosciuto il suo grande contributo allo sviluppo di questa branca di studi. Jimmie C. Holland ha diretto il dipartimento di psichiatria del Memorial Sloan-Kettering Cancer Center di New York. Questa grande psichiatra, a sua volta, si è sposata con un luminare in campo oncologico, il Dr. James F. Holland, pioniere nel trattamento della chemioterapia.
Jimmie Holland si era resa conto delle conoscenze limitate, fino quel momento, riguardo all’esperienza emotiva delle persone malate di cancro. I dottori, da parte loro, non erano affatto preparati in questo campo, al punto da tralasciare che anche i malati di cancro potessero soffrire di disturbo depressivo.
La Holland ha così gettato le basi della psicooncologia, ha fondato l’American Association of Psychosocial Oncology (APO) e la rivista medica Psychooncology.
Grazie al suo lavoro, la qualità di vita di milioni di pazienti è nettamente migliorata. Inoltre, come rivelano diversi studi, tra cui quello pubblicato sul Journal of Oncology Nursing, concentrarsi solo su una visione biomedica del cancro sarebbe un errore.
L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ci ricorda che non può esserci salute completa se non ci si prende cura anche di quella mentale. Jimmie Holland ha posto le basi e gli strumenti affinché un approccio psicosociale potesse dare risposte più ampie e complete al trattamento del cancro.
Funzioni principali
Come indicato in lavori come quello pubblicato su The Lancet Psychiatry, circa il 25% dei pazienti a cui viene diagnosticato il cancro sviluppa un qualche disturbo affettivo. In tal senso, avere a disposizione un supporto psicologico specializzato in questo campo può contribuire a trattare e prevenire molte delle condizioni e circostanze che possono sorgere in qualunque fase della malattia.
Vediamo, pertanto, quali solo le funzioni che ricopre e sviluppa la psiconcologia.
- Mitigare l’impatto della diagnosi di cancro, sia nel paziente che nella famiglia.
- Aiutare il paziente a essere parte attiva e motivata del trattamento, offrendogli le strategie più adatte ad affrontare ogni fase della malattia.
- Ridurre l’impatto degli effetti collaterali associati ai trattamenti (chemioterapia, radioterapia, interventi chirurgici…).
- Aiutare il paziente e la famiglia ad accettare i possibili cambiamenti fisici durante la malattia (perdita di capelli, mastectomie, interventi chirurgici di una certa entità…).
- Sostegno e attenzione ai figli, ai partner e ai genitori dei malati di cancro.
- Migliorare la comunicazione tra medici e pazienti.
In ogni fase della malattia, l’effetto dei fattori di stress può dipendere dalle caratteristiche individuali del paziente. Lo psiconcologo è preparato per ridurre tali situazioni, minimizzare la sofferenza e offrire strategie preziose in modo che, per quanto possibile, la persona attraversi ogni fase, momento e circostanza nel migliore dei modi.
La psiconcologia, pertanto, è un fattore chiave in un approccio multidisciplinare nella cura del cancro. Essa non solo migliora l’adattamento alla malattia stessa, ma consente anche al paziente di affrontare al meglio questo processo. Infine, si può tranquillamente affermare che la psiconcologia è in grado di migliorare i risultati dell’intervento terapeutico, aumentando le probabilità di superare il cancro.