Reattanza psicologica: la ribellione senza una causa

Secondo la teoria della reattanza psicologica, esistono numerosi parametri per definire se un comportamento rientra o meno nella reattanza.
Reattanza psicologica: la ribellione senza una causa
Gema Sánchez Cuevas

Revisionato e approvato da la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Ultimo aggiornamento: 03 febbraio, 2023

Chi di noi non ha mai conosciuto una persone che si oppone a tutto? Se le si dice di andare a sinistra, va a destra. Se le si dice sopra, risponde sotto. E quando le chiediamo il perché, probabilmente risponderà che non è tenuta ad agire come gli altri, che è fatta cosi, o qualcosa del genere. In questo caso, ci troviamo di fronte a un fenomeno che ha dato origine a una teoria: la teoria della reattanza psicologica.

Secondo la teoria della reattanza psicologica, alcune persone presentano un bias cognitivo nel modo di percepire l’ordine sociale e il loro posto all’interno di esso. Questo è il motivo per cui manifestano resistenza nel seguire le norme, le indicazioni o gli schemi. Trovano più motivante seguire un percorso diverso.

Spesso queste persone vedono le regole come una restrizione alla loro libertà o come un’inutile imposizione. Sono orgogliose della propria ribellione, anche quando tale ribellione non è finalizzata al raggiungimento di un obiettivo specifico. Nella maggior parte dei casi, di fatto, non vi è altro obiettivo se non contraddire. A volte lo fanno apertamente e talvolta in modo dissimulato.

Molte di loro adottano atteggiamenti reattivi quando sentono minacciata la loro libertà. Tuttavia, alcune portano tali comportamenti all’estremo. Si chiamano “ribelli senza speranza”. Ciò può causare svariati inconvenienti nella vita di queste persone. Vediamo più nel dettaglio di cosa si tratta.

“Non posso cambiare la direzione del vento, ma posso sempre regolare le vele per raggiungere la mia destinazione.”

-James Dean-

Pugni sul tavolo

La teoria della reattanza psicologica e i suoi parametri

Secondo la teoria della reattanza psicologica, esistono numerosi parametri in grado di definire se un comportamento rientra o meno nella  reattanza. A volte le persone manifestano una resistenza alle regole per via della loro arbitrarietà o ingiustizia. In altri casi si tratta di un’inclinazione della personalità che le porta ad agire così. I parametri chiave della teoria della reattanza psicologica sono i seguenti:

  • Percezione della libertà. Alcuni sentono di essere liberi solo quando riescono a evadere a una determinata regola o parametro che è loro imposto. Se ciò accade, si sentono liberi, anche se rimangono vincolati da altri aspetti.
  • Proporzionalità della minaccia. Più forte è la minaccia riguardo a un determinato comportamento, maggiore è la resistenza. Quando una libertà viene a mancare, la resistenza raggiunge il suo apice.
  • Importanza della libertà. Il soggetto sperimenta una maggiore resistenza quando vengono limitate le libertà per lui più importanti. Se non lo sono, la sua resistenza diminuisce.
  • Relazione con altre libertà. Se la libertà minacciata è legata ad altre libertà, la resistenza tenderà ad attivarsi con maggiore intensità.
  • Fonte della minaccia. Meno è legittima la fonte della minaccia alla libertà, maggiore sarà la resistenza.

L’esempio più tipico di reattanza psicologica lo si trova negli adolescenti. Quando, ad esempio, un padre pone limiti d’orario, è alquanto probabile che si attivi una forte resistenza se la figura del padre non è rispettata o considerata legittima. È dunque probabile che l’adolescente trovi un modo per aggirare l’imposizione.

Adolescente arrabbiata

Gli effetti

La teoria della reattanza psicologica afferma che questi comportamenti risultano problematici e generano una serie di conseguenze sia per la persona che per il suo ambiente. Si tratta di un modo distorto di gestire i conflitti, che crea un preoccupante vuoto normativo. Le principali difficoltà sono:

  • Si creano legami di manipolazione reciproca. Accade quando un soggetto resiste e l’altro utilizza degli stratagemmi per superare la resistenza. Come quando un dipendente infrange una regola e l’azienda impone una sanzione, pertanto il dipendente infrangerà un’altra regola per non rispettare la sanzione…
  • Si verifica un dispendio di energia emotiva. La resistenza contribuisce a inasprire ulteriormente il conflitto invece di risolverlo. Per affrontare il conflitto senza arrendersi, è necessario compiere sforzi enormi, quando magari non ne vale affatto la pena.
  • Aumentano i pregiudizi. La resistenza impedisce di vedere il reale significato di una restrizione. Non tutti i limiti alla libertà sono negativi. Molti di essi rispondono all’obiettivo di garantire un maggiore grado di giustizia o di benessere collettivo.

Quando una regola o una restrizione pregiudica la libertà individuale in modo essenziale, la ribellione è pienamente legittima. Tuttavia, ciò è ben diverso dall’adottare sistematicamente un atteggiamento di disobbedienza. Si parla di una predisposizione che può compromettere notevolmente la persona che la mette in pratica, le persone che la circondano e gli obiettivi e le mete stabiliti.


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