Regolazione emotiva nei disturbi del comportamento alimentare
Probabilmente non vi siete mai soffermati a pensarlo, ma non tutti abbiamo la stessa abilità di riconoscere, accettare e regolare le nostre emozioni. Forse anche voi, in questo momento, vi rivedete in queste caratteristiche. La realtà è che la regolazione emotiva influisce in modo significativo sui disturbi psicologici, compresi quelli del comportamento alimentare… Scoprite il perché!
La regolazione emotiva nei disturbi del comportamento alimentare?
In primo luogo, occorre sottolineare che secondo diversi studi scientifici, la regolazione emotiva nei disturbi del comportamento alimentare è diversa rispetto a quella delle persone che non hanno delle patologie psicologiche. È stato riscontrato che presentano una maggiore alessitimia. Vale a dire, hanno più difficoltà a identificare e descrivere i sentimenti. Naturalmente, quando una persona non sa riconoscere le emozioni che percepisce, ha anche più difficoltà a scegliere la migliore strategia che le permetta di regolarizzarla.
Se non capiamo di essere arrabbiati, come possiamo fare qualcosa per ridurre questa ira? Complicato, no? È uno dei problemi che riguardano la regolazione emotiva nei disturbi del comportamento alimentare. Tuttavia, a questo bisogna aggiungere un altro handicap: l’uso di strategie inadeguate per ridurre il disagio. In altri termini, quando si è coscienti di stare male, non si riesce a gestire questo stato adattativo.
D’altro canto, cercano di gestire tali emozioni attraverso la fuga, l’evasione o la negazione. Questi comportamenti provocano un effetto robot, aumentando le emozioni negative. Vediamo un esempio: quando una persona con un disturbo del comportamento alimentare si sente male perché pensa che se mangia ingrasserà, cerca di gestire tale ansia diminuendo la quantità di cibo. A breve termine, riuscirà a ridurre questo malessere.
Tuttavia, a lungo termine, proverà emozioni sempre più negative con quantità di cibo sempre più inferiori, di conseguenza, anche con porzioni esigue il disagio sarà progressivamente maggiore. Questo circolo vizioso si presenta anche con le scorpacciate: la persona mangia perché si sente male, ma in seguito si fa del male perché ha ingerito quantità eccessive di cibo, dunque cerca di purificarsi, il che la porta di nuovo a sperimentare emozioni negative perché sa che quello che fa è sbagliato.
Perché è importante migliorare la regolazione emotiva nei disturbi del comportamento alimentare?
In seguito a quanto spiegato, appare chiara l’importanza del ruolo che la regolazione emotiva ha nei disturbi del comportamento alimentare e la necessità di migliorarla. Da un lato, è importante sostituire la riduzione degli alimenti o le scorpacciate (e le conseguenti purificazioni) con altre strategie più adattative per gestire le proprie emozioni.
Tuttavia, non bisogna lavorare solo su questo aspetto per migliorare i comportamenti patologici che si presentano quando una persona è affetta da questa malattia. La realtà è che avere l’abilità di accettare, identificare ed esprimere le nostre emozioni ci fa bene a livello globale, provocando una sensazione di benessere fisico e mentale.
Essere capaci di regolare le emozioni negative in modo adeguato, attraverso le strategie di gestione adattative, farà sì che i livelli di ansia, tristezza e ira diminuiscano. È stato dimostrato che lavorare sulla regolazione emotiva nei disturbi del comportamento alimentare migliora notevolmente la prognosi.
Immagini per gentile concessione di Olenka Kotyk, Nordwood Themes e Jairo Alzate.