Segnali mandati da chi pensa al suicidio
In molti casi non è facile determinare se, considerato quanto dice, una persona sia realmente disposta a togliersi la vita. In caso di dubbio, la cosa migliore è prendere sul serio i segnali mandati da chi pensa al suicidio.
Sono molte le persone che dopo il suicidio di un caro dicono di non aver riconosciuto nessun segnale. Probabilmente, sono sincere. In molti casi, però, i segnali mandati da chi pensa al suicidio sono lì, eppure ci rifiutiamo di vederli.
Non lo facciamo di proposito. Semplicemente non abbiamo gli strumenti psicologici per rilevare o rispondere a situazione simile, o non vogliamo accettarla per paura.
È importante ricordare che le situazioni umane non possono essere generalizzate. Ci sono persone che si suicidano mentre sono in terapia e apparentemente stabili, così come quelle che mostrano sintomi tipici. Non si può fare una generalizzazione assoluta, ma quelli che presentiamo a seguire potrebbero essere alcuni segnali mandati da chi pensa al suicidio.
Il suicidio varia in senso inverso con il grado di integrazione nei gruppi sociali a cui appartiene l’individuo.
-Emile Durkheim-
6 segnali mandati da chi pensa al suicidio
1. La persona è triste e ha un profilo tipico
Ci sono momenti e situazioni che rendono le persone più inclini al suicidio. In generale, una persona che ha subito un abuso fisico, psicologico e/o sessuale ha maggiori probabilità di considerare idee suicide. Soprattutto se tali abusi si sono verificati durante l’infanzia o in un momento particolarmente vulnerabile della vita.
Se poi la persona ha già tentato di togliersi la vita, o è stata curata per depressione o altri disturbi simili, il rischio è maggiore. Anche chi ha subito violenza domestica in qualche modo continua a soffrire con grande intensità l’eco del danno subito.
2. Segnali mandati da chi pensa il suicidio: provare disperazione
La disperazione è uno stato in cui si smette di proiettarsi nel futuro. Non ci si aspetta niente di buono, non si fanno progetti e non si hanno aspettative future. È comune che si verifichi dopo aver vissuto un grande fallimento o una grave perdita emotiva.
In questi casi, l’affettività oscilla tra alti e bassi. La persona non prova tristezza, ma nemmeno altri sentimenti intensi.
3. La persona vive momenti di benessere improvvisi
Quando una persona ha trascorso un lungo periodo afflitta dalla tristezza, non è buon segno se all’improvviso si dimostra più allegra e tranquilla senza una ragione. Per chi si sente a un bivio, l’idea di togliersi la vita diventa improvvisamente una soluzione e questo la tranquillizza.
In un modo o nell’altro, la persona è riuscita a “risolvere” qualcosa che la tormentava. Quindi, se una persona che soffre sembra all’improvviso stare bene, può essere un segnale che sta pensando al suicidio.
4. La persona fa continui riferimenti alla morte
È molto comune che chi pensa al suicidio lo comunichi in qualche modo. In genere, usa frasi come “sarebbe meglio se morissi”, oppure “perché continuare a vivere?”, o espressioni simili.
Spesso non si dà peso a queste frasi, ma possono indicare che la persona ha contemplato l’idea della morte e vuole, in qualche modo, condividere le sue conclusioni con gli altri.
5. Segnali mandati da chi pensa al suicidio: disfarsi dei propri averi e risolvere le questioni in sospeso
Chi sta valutando l’idea del suicidio, può iniziare a disfarsi di ciò che possiede. A volte regala i vestiti preferiti oppure oggetti con un significato speciale. Mostra un distacco che non è normale. È come se la persona volesse iniziare a sparire, iniziando dagli oggetti che fanno parte del suo mondo.
Se ha già preso la sua decisione, chi pensa al suicidio spesso sistema le questioni in sospeso. Chiude i conti in banca, mette in ordine gli account o eliminano i file del computer, ecc. È come se stesse mettendo fine a un ciclo, in questo caso il ciclo della vita.
6. La persona vive un isolamento progressivo
Il suicidio è più frequente in persone che hanno un problema da tempo e non riescono a risolverlo. Di solito l’idea di togliersi la vita non viene automaticamente. Nasce con il tempo, dopo aver vissuto una perdita, un fallimento o un cambiamento importante che provoca tristezza e paura.
Se una persona sta pensando al suicidio, probabilmente vivrà una fase in cui parlerà del suo problema con tutti, poi però inizierà a isolarsi. Anche se ha molte persone intorno, non entra in sintonia con loro. Il contatto è superficiale e rimane sempre più sola, isolata.
Conclusioni
Come accennato all’inizio di questo articolo, chi pensa al suicidio non manda gli stessi segnali. Quelli descritti qui sono solo indicativi.
Il segnale principale è vederla soffrire continuamente e non riuscire ad alleviare il proprio dolore e disagio. Se sospettate che qualcuno si trovi in questo stato, la cosa migliore è cercare informazioni su come potete essere d’aiuto.
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- Pérez-Olmos, I., Ibáñez-Pinilla, M., Reyes-Figueroa, J. C., Atuesta-Fajardo, J. Y., & Suárez-Díaz, M. J. (2008). Factores asociados al intento suicida e ideación suicida persistente en un centro de atención primaria. Bogotá, 2004-2006. Revista de Salud Pública, 10, 374-385.