Siamo tutti bravi in qualcosa

Se avvertite pressioni per adattarvi alle aspettative, potrebbe essere il momento di riconoscere e valorizzare ciò che vi rende unici. Siamo tutti bravi in qualcosa.
Siamo tutti bravi in qualcosa
Elena Sanz

Scritto e verificato la psicologa Elena Sanz.

Ultimo aggiornamento: 02 gennaio, 2023

Il confronto è implicito alla nostra condizione umana, gli altri sono un punto di riferimento. Tuttavia, sappiamo anche che spesso utilizziamo le informazioni che estraiamo da questo confronto con ripercussioni negative. Dobbiamo ricordare, invece, che siamo tutti bravi in qualcosa. 

Alla luce di questo confronto, potremmo sentirci inferiori, imperfetti o inutili, il che minaccia la nostra autostima. Ciò accade perché perdiamo di vista il fatto che, anche se non possediamo certe abilità, siamo tutti bravi in qualcosa.

Purtroppo, la società tende a cercare l’omologazione. Così come ci sono alcuni canoni estetici ideali in cui desideriamo, chi più chi meno, adattarci, ci sono anche abilità, atteggiamenti e tratti di personalità che ci vengono richiesti. Sembra che non ci sia spazio per la diversità, seppur appagante.

Donna che pensa.

L’eterogeneità della virtù

La pressione sociale per farci adattare a determinati canoni è evidente. D’altro canto, una società più omogenea è più facile da controllare e pone meno sfide.

Ciò inizia, e si vede chiaramente, durante il periodo scolastico. L’attuale paradigma educativo si basa ancora sullo schema classico della ripetizione e della memorizzazione. Gli studenti che eccellono in queste aree ricevono voti migliori.

Al contrario, chi è più attivo e creativo, chi ha bisogno di muoversi, fare e sperimentare per imparare, viene etichettato come inadeguato o poco intelligente. Lo stesso accade a seconda di quanto si è bravi in certe materie: non importa se il bambino è bravo in musica se poi non eccelle in matematica.

Questa tendenza continua per tutta la vita. C’è un percorso generico delineato a cui dobbiamo attenerci se vogliamo essere riconosciuti. Studiare in prestigiose università, avere un lavoro stabile e mettere su famiglie tradizionali sono le principali aspettative che ricadono su di noi.

Così, chi sceglie di formarsi da autodidatta, di avere una piccola impresa artistica o di restare single è costretto a portare costantemente il peso del confronto e dell’idea del “fallimento”.

Quando dimentichiamo che siamo tutti bravi in qualcos ci facciamo molto male

Tutti questi processi sociali non ci sono indifferenti. Al contrario, modellano l’immagine che abbiamo di noi stessi e della vita e possono causare emozioni molto negative. Nelle righe che seguono vediamo le principali reazioni di fronte alla pressione ambientale.

Rinunciare alla propria essenza

I bambini sono innocenti, spontanei e fiduciosi. Si dedicano a quello che amano e non si curano delle opinioni altrui. Tuttavia, si impara in fretta che l’amore e l’approvazione degli altri sono condizionati e che per guadagnarli non è sempre possibile essere se stessi.

In seguito a ciò, c’è chi rinuncia alla propria essenza creativa e libera per diventare una persona ubbidente e metodica. Sebbene ciò conduca a un presunto successo, si conduce un’esistenza infelice e insoddisfatta ed è persino possibile ammalarsi. Accade, per esempio, a chi soffre della sindrome della brava bambina.

Vivere fingendo e indossando una maschera

Possiamo essere molto bravi in qualcosa, ma se non siamo bravi in quello in cui “dovremmo”, sentiamo di essere in difetto. Per esempio, una persona introversa, con un mondo interiore ampio e ricco, in più occasioni potrebbe rifiutare la sua sensibilità e obbligarsi a essere più attiva ed estroversa.

In questo modo, sminuiamo le nostre qualità e virtù e ci sforziamo di cambiare, di essere come gli altri. Purtroppo questo ci porta a vivere dietro una maschera e lo sforzo di fingere di essere chi non siamo può essere estenuante.

L’autostima ne risente

Nonostante gli sforzi per essere studenti eccellenti, persone socievoli e leader, capita di non riuscirci. È naturale, poiché siamo esseri umani diversi e non robot prodotti in serie.

Tuttavia, questa incapacità di essere bravi in ciò che ci si aspetta da noi può farci sentire dei falliti e danneggiare profondamente la nostra autostima. Possiamo anche sentirci ansiosi e depressi.

Donna triste e apatica.

Siamo tutti bravi in qualcosa: abbracciare ciò che rende unici

Per evitare le dolorose conseguenze dei paragoni, è importante incoraggiare e accettare la diversità a livello sociale. Essere consapevoli che tutti possono dare un contributo prezioso alla società, anche se non in modo convenzionale.

Partiamo però da noi stessi, riconoscendoci e accettandoci così come siamo. Siamo tutti bravi in qualcosa! Smettiamo di confrontarci agli altri e sminuirci, invece valorizziamoci.

Potremmo essere introversi, dunque eccellente ascoltatori e consiglieri infondendo così calma. Forse non siamo competitivi, bensì artistici e creativi. Potrebbe non piacerci viaggiare per il mondo, ma abili nel creare una casa accogliente in cui mettere radici.

La diversità non è sinonimo di inferiorità o inadeguatezza. Al contrario, siamo tutti unici e necessari, il mondo sarebbe incompleto altrimenti. Abbracciamo quello che ci rende unici.


Tutte le fonti citate sono state esaminate a fondo dal nostro team per garantirne la qualità, l'affidabilità, l'attualità e la validità. La bibliografia di questo articolo è stata considerata affidabile e di precisione accademica o scientifica.


  • Dijkstra, P., Kuyper, H., Van der Werf, G., Buunk, A. P., & van der Zee, Y. G. (2008). Social comparison in the classroom: A review. Review of educational research78(4), 828-879.
  • Engel, Beverly (2010) The Nice Girl Syndrome: Stop Being Manipulated and Abused. New York
  • Wheeler, L. (2000). Individual differences in social comparison. Handbook of social comparison, 141-158.

Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.