Sistema di ricompensa: neurobiologia della motivazione

Il sistema di ricompensa del cervello interviene in ogni processo legato alla motivazione. Sebbene sia alla base di comportamenti che generano dipendenza, svolge anche un ruolo chiave nell'ottenimento di piacere e benessere.
Sistema di ricompensa: neurobiologia della motivazione
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 11 ottobre, 2022

Sebbene il sistema di ricompensa del cervello venga spesso definito come un meccanismo che orchestra le dipendenze, è bene capire un altro aspetto fondamentale. Avere degli obiettivi nella vita è sinonimo di salute e benessere. In seguito a ciò, la neurobiologia alla base della motivazione e del piacere che otteniamo nel quotidiano è regolata da questo complesso e affascinante sistema.

Mangiare, riposare, conversare con gli amici al bar, aspettarsi un mi piace a una foto appena pubblicata sui social, gustare un bignè al cioccolato, uscire prima dal lavoro per fare shopping o andare al cinema… Tutti questi comportamenti basilari sono governati dal sistema di ricompensa del cervello.

Quando si parla di tale sistema, spesso si afferma che la sua priorità sia quella di garantire la sopravvivenza. Tutti i processi che orchestrano questo istinto primordiale sono automatici e governati, nella maggior parte dei casi, da un’emozione di base: la paura. È essa che ci rende prudenti, che ci ricorda che la vita è pericolosa e che in alcuni casi è meglio rimanere nella zona di comfort.

E riguardo al piacere? Qual è lo scopo dei comportamenti positivi appena citati? Che ci crediate o no, anche la motivazione e il benessere legati a determinati comportamenti fanno parte dell’evoluzione umana. Siamo spesso circondati da svariati stimoli e situazioni. In questi casi è necessario dare la priorità al bene, a ciò che possiamo usare a nostro vantaggio.

Per esempio, il cervello ci ricompenserà se dopo una giornata di stress e lavoro ci vediamo con quell’amico speciale per bere qualcosa e rilassarci insieme. Ci fornirà dopamina se, in una giornata calda, andiamo alla ricerca di un bicchiere d’acqua per dissetarci. Lo scopo di questo circuito cerebrale è, dunque, quello di garantire la nostra motivazione ​​riguardo a comportamenti specifici che considera necessari.

«Tutte le esperienze della vita, dalle conversazioni alla cultura, modellano i dettagli più microscopici del cervello. Neurologicamente parlando, chi siamo dipende da dove siamo stati, cosa pensiamo e cosa facciamo.»

-David Eagleman-

Sistema di ricompensa del cervello

Cos’è e dove si trova il sistema di ricompensa del cervello?

Quando di parla di sistema di ricompensa del cervello, ci si riferisce a una serie di strutture che si attivano nel momento in cui rilevano stimoli gratificanti o rinforzanti. Ad esempio, di fronte a una pizza appena sfornata, un gelato, un libro del quale attendevamo la pubblicazione o qualsiasi altro stimolo affine ai nostri gusti e bisogni del momento, il cervello risponde rilasciando un neurotrasmettitore specifico: la dopamina. È così che s’innesca la motivazione per raggiungere un obiettivo.

L’esistenza di tale meccanismo fu scoperta negli anni 50. A quell’epoca, i neurologi James Olds e Peter Milner scoprirono che stimolando alcune aree del cervello dei mammiferi, essi manifestavano una maggiore motivazione nell’ottenimento di qualcosa. Tale scoperta fu rivoluzionaria al punto da pensare che applicando degli elettrodi in diverse aree del cervello si potesse cambiare il comportamento dell’essere umano.

Nel 1972 venne condotto un esperimento alquanto controverso in cui si tentava di modificare il comportamento di un giovane omosessuale. I dati e le conclusioni furono pubblicati sul Journal of Behavioral Therapy and Experimental Psychiatry. In  seguito a tutti gli esperimenti e test più o meno etici, sono state individuate le strutture coinvolte nel sistema di ricompensa del cervello. Esse sono le seguenti.

Via dopaminergica mesolimbica

È la via principale attraverso la quale viene rilasciata e scorre la dopamina. Ha origine nell’area tegmentale ventrale e si collega, a sua volta, con strutture importanti come il nucleo accumbens, l’amigdala, l’ippocampo e la corteccia prefrontale. Questa struttura è legata al piacere e alle esperienze gratificanti.

Area tegmentale ventrale del sistema di ricompensa

Più che di una struttura, si tratta in realtà di un gruppo di neuroni (cellule dopaminergiche) presente nel mesencefalo. Quest’area è legata a processi basilari quali emozioni intense come l’amore, apprendimento, motivazione, orgasmo e comportamenti che creano dipendenza.

Sistema di ricompensa

Nucleo accumbens

In questo caso si tratta di una formazione neuronale coinvolta in diversi meccanismi come il piacere, la risata, la motivazione, la paura, l’aggressività e la dipendenza.

Corteccia cerebrale

La corteccia cerebrale è lo strato più esterno del cervello, il più sofisticato, dove vengono regolate buona parte delle funzioni esecutive e dei processi cognitivi. Anche questa zona è correlata al sistema di ricompensa. Tuttavia, bisogna ricordare che nessuna di queste strutture funziona in modo isolato, sono tutte interconnesse a partire da una struttura chiamata sistema motore limbico.

Tale meccanismo unisce le aree motivazionali ed emotive con le funzioni motorie, quelle che ci spingono a muoverci e persino a pianificare comportamenti e progetti, grazie alla corteccia cerebrale.

Il sistema di ricompensa e i processi che creano dipendenza

Ne abbiamo parlato all’inizio. Quando di parla del sistema di ricompensa del cervello, si tende a metterlo in relazione con i comportamenti che creano dipendenza. Adesso che sappiamo che questo sistema è coinvolto in più processi e comportamenti comuni, è arrivato il momento di capire come mai ci sono persone che raggiungono stadi caratterizzati dalla dipendenza.

Si sa che sussistono molteplici fattori al riguardo: sociali, familiari e persino psicologici. Tuttavia, è sorprendente sapere che, come rivelano alcuni studi, esistono alcuni fattori genetici in grado di rendere alcune persone più soggette di altre alla dipendenza. Ciò è di per sé rivelatore, giacché come spiega uno studio dell’Università del Maryland, ne facilita in molti casi il trattamento.

Ad esempio, è risaputo che alcune alterazioni del sistema di ricompensa mesolimbica facilitino i comportamenti di dipendenza. Tuttavia, al di là dei fattori scatenanti e delle cause, vi è un aspetto che non si può trascurare, ovvero che il cervello ci gratifica e ci spinge a ottenere determinate cose che considera positive.

Ma se è così, perché si mantengono dei comportamenti di dipendenza anche se nocivi? Ebbene, accade che alcune sostanze nocive come le droghe, “alterino” del tutto il sistema di ricompensa. Esso si trasforma in modo tale da perdere il controllo fino a influenzare ogni area del nostro cervello. Il soggetto vive per un unico scopo: ottenere quella sostanza e ripetere il comportamento in modo compulsivo.

Dipendenze ed effetti sul cervello

Conclusioni

La vita del soggetto cambia radicalmente, così come i suoi comportamenti, la personalità e naturalmente la salute. Comprendere il funzionamento del sistema di ricompensa del cervello ci consente dunque di capire molto di più sull’essere umano. È un meccanismo che regola gran parte dei nostri comportamenti, sia positivi che negativi.


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