Sopravvivere al cancro, cosa succede dopo?
Sopravvivere al cancro è lo scopo principale di ogni persona che affronta questa malattia. La scienza negli ultimi anni sta facendo passi da giganti e ciò si traduce in un tasso di sopravvivenza più alto.
Ma cosa succede dopo aver terminato il trattamento? Come è la vita del paziente che cerca di recuperare la normalità dopo un estremo logorio fisico e psicologico?
Medici e pazienti speso sottovalutano le sfide psicologiche da affrontare una volta conclusi i cicli di chemio e aver ricevuto la notizia della guarigione. A prima vista, può sembrare che affioreranno subito sollievo e felicità. Ma chi ha superato un cancro sa che non è sempre così.
Dopo questa diagnosi tanto attesa, sopraggiunge una seconda fase. Iniziano i controlli, che dureranno almeno cinque anni e che saranno sempre accompagnati dall’angoscia di una recidiva. Allo stesso modo, si proveranno sensazioni che non sempre il paziente saprà come gestire o esprimere.
Sopravvivere al cancro ha un prezzo psicologico molto alto che non sempre viene preso in considerazione. Gli effetti fisici e psicologici del tumore sono noti da molti anni.
Tuttavia, è ora di cominciare a dimostrare che la sopravvivenza implica l’ingresso in una nuova fase, diversa, ma ugualmente difficile.
Sopravvivere al cancro: conseguenze fisiche e psicologiche
I capelli ricrescono. Il paziente esce da quelle stanze asettiche dove ha trascorso infinite ore a fare la chemio. Le voci di quei giorni, le sensazioni, il dolore, le visite dall’ematologo, dai chirurghi, i volti gentili degli infermieri… Tutto ciò rimane impresso nella memoria, come un incubo che provoca sentimenti contraddittori, a metà tra il panico e la speranza.
La sopravvivenza al cancro va oltre la malattia stessa. Tant’è che gli esperti psicologi di oncologia sanno che la persona è obbligata a plasmare una nuova fase della vita, che è ancora legata per molti versi alla malattia stessa.
Le conseguenze del cancro spesso costringono a sottoporsi a nuovi interventi chirurgici (come la ricostruzione del seno dopo una mastectomia). In un quadro del genere, il sostegno a chi sopravvive al cancro è indispensabile, ma purtroppo spesso viene trascurato.
Inoltre, in molti casi anche la famiglia ha bisogno anche di un supporto specializzato per affrontare quanto vissuto e per capire la realtà di quella madre, quel padre o quel figlio che è riuscito a superare il cancro.
Sopravvivere al cancro: cosa prova il paziente dopo il trattamento?
Ogni persona vive la malattia e la successiva sopravvivenza in un modo particolare. Ogni esperienza è unica e dipende dalla personalità, dal supporto ricevuto e anche dalla durata della terapia, quali interventi e trattamenti.
Tuttavia, in media, quando una persona sopravvive al cancro, alcune realtà si presentano con una certa frequenza. Le presentiamo nelle righe che seguono.
Problemi fisici
- Stanchezza cronica.
- Cambiamenti nella memoria e nella concentrazione, noti come chemo brain.
- Neuropatie (dolore associato a cambiamenti nel sistema nervoso). Esempi di ciò sono formicolio alle mani e ai piedi, sensazione di bruciore, goffaggine motoria, problemi di sollevamento dei pesi.
- Linfedema e gonfiore (soprattutto dopo il cancro al seno).
- Problemi nella digestione, nell’intestino.
- Cambiamenti di peso.
- Problemi al cavo orale.
- Malattie e disturbi associati agli interventi e alle conseguenze della malattia.
Problemi psicologici
- Bassa autostima a causa dei possibili cambiamenti fisici.
- Difficoltà di gestione emotiva.
- C’è bisogno di dare alla vita un nuovo significato. La mente impone ai pazienti di sentirsi felici di aver superato la malattia, ma non sempre appare quella sensazione. La paura e l’angoscia continuano in molti casi.
- Incertezza in merito alle proprie capacità di svolgere lo stesso lavoro di prima.
- Possibili problemi nel rapporto di coppia.
- È anche comune sperimentare la sindrome della spada di Damocle. Si tratta della paura costante che a un certo punto il cancro torni. Un’angoscia ricorrente, un’ombra che incombe sulla persona come una spada di Damocle che può cadere nel momento più inaspettato.
Come andare avanti?
Se affrontare il cancro può essere la fase più difficile, in un certo senso lo è anche sopravvivere. Nonostante la malattia sia considerata sconfitta, possono comparire altri problemi.
Ci sono malattie a insorgenza tardiva e possono comparire una serie di effetti collaterali della malattia e del trattamento che, in molti casi, diventano cronici. La mancanza di controlli medici e psicologici una volta dimessi purtroppo è ricorrente.
Molti si sentono soli, trascurati e sentono di non godere di una buona qualità della vita. Inoltre, sopravvivere al cancro a volte implica non percepire una reale comprensione da parte del proprio ambiente più vicino.
Mentre tutti danno per scontato che debbano sentirsi fortunati per superare la malattia, ci sono persone che si sentono incapaci di provare gioia e felicità.
Cosa fare allora in questi casi? L’ideale sarebbe partecipare a dei gruppi di supporto. Infatti, parlare con le persone che hanno passato la stessa cosa aiuta sempre.
Allo stesso modo, è fondamentale prendersi cura delle abitudini di vita, del cibo, apportare cambiamenti e porre nuovi propositi all’orizzonte per recuperare il senso della vita e la proiezione del futuro.
Infine, bisogna avvalersi dell’aiuto di professionisti specializzati in questo settore: medici, psicologi, psicoterapeuti. Si può scegliere tra moltissimi operatori sanitari ben formati che sapranno dare un ottimo aiuto in questa nuova fase.
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- Harrington, C. B., Hansen, J. A., Moskowitz, M., Todd, B. L., & Feuerstein, M. (2010). It’s Not over When it’s Over: Long-Term Symptoms in Cancer Survivors—A Systematic Review. The International Journal of Psychiatry in Medicine, 40(2), 163–181. https://doi.org/10.2190/PM.40.2.c