Stress e sistema immunitario: quale relazione?

La disciplina della psiconeuroimmunologia è stata formalizzata solo nel 1980. Grazie a Robert Ader e i suoi esperimenti, ora sappiamo fino a che punto stress e difese immunitarie possono essere correlati.
Stress e sistema immunitario: quale relazione?
Paula Villasante

Scritto e verificato la psicologa Paula Villasante.

Ultimo aggiornamento: 14 febbraio, 2023

Sono molti gli autori che si sono interessati alla relazione tra stress e sistema immunitario. In che modo le situazioni che ci causano una forte pressione possono influenzare le nostre difese?

Lo stress è di solito associato a uno stato di malessere; può, al tempo stesso, essere considerato una reazione a situazioni di minaccia o di pressione eccessiva. È pertanto uno strumento di sopravvivenza individuale e della nostra specie.

Stress e sistema immunitario

I costanti cambiamenti a cui siamo sottoposti ogni giorno si fanno sentire sulla nostra salute. Situazioni come difficoltà economiche, impegni di lavoro o altri eventi negativi della vita possono corrispondere a un’incapacità di adattamento da parte del nostro corpo.

Quando queste reazioni durano nel tempo, siamo soggetti a un carico eccessivo e possiamo ammalarci. A questo fenomeno si dà il nome di distress. Al contrario, una risposta controllata ed efficace, che permette un buon adattamento, prende il nome di eustress.

Uomo stressato con le mani sugli occhi.

In che modo il corpo reagisce a queste continue richieste? La risposta allo stress coinvolge più livelli, in una relazione sistemica e complessa. Si tratta di una rete basata sull’interazione tra psiche, sistema nervoso, endocrino e immunitario. Il risultato però non è la semplice somma dei singoli sistemi. In questo senso, Ader (2003) afferma:

“È chiaro adesso che la funzione immunitaria è influenzata dall’attività del sistema nervoso autonomo e dal rilascio di sostanze neuroendocrine da parte dell’ipofisi. Al contrario, le citochine e gli ormoni rilasciati dal sistema immunitario attivato influenzano i meccanismi del sistema nervoso ed endocrino. I peptidi regolatori e i recettori, confinati nel cervello, sono espressi sia dal sistema immunitario sia da quello nervoso che consentono a ogni sistema di monitorare e modulare le attività dell’altro.”

La psiconeuroimmunologia

Il termine è stato introdotto per la prima volta nel 1981 dallo psicologo americano Robert Ader. Questi lo ha definito come quella disciplina scientifica che studia l’interazione tra comportamento, funzioni neurali ed endocrine e i processi immunitari.

Prima di questa definizione, il sistema immunitario era considerato un sistema autoregolato e autonomo di difesa. Negli anni ’20 iniziarono le ricerche sul condizionamento classico delle risposte immunitarie. Trenta anni dopo Rasmussen e i suoi collaboratori formarono la prima squadra di ricerca su stress e malattie infettive.

Bisognerà tuttavia attendere gli anni ’70 prima che John Hadden intuisca la relazione tra stress e sistema immunitario, in particolare l’associazione tra sistema nervoso simpatico e sistema immunitario.

Stress e sistema immunitario, gli esperimenti di Ader

Nel 1981 Robert Ader pubblicò il suo primo saggio dando avvio alla disciplina della psiconeuroimmunologia. I suoi esperimenti su cavie si concentravano sull’avversione del gusto mediante condizionamento classico.

Prevedevano una fase preliminare di addestramento con un gruppo di controllo trattato con placebo e un gruppo sperimentale trattato con ciclofosfamide. Nel primo gruppo non si produsse alcuna risposta anomala; il gruppo sperimentale accusò invece nausea e immunosoppressione.

Nella seconda fase, lo psicologo somministrò saccarina a entrambi i gruppi. Il gruppo di controllo continuò a non produrre alcuna risposta anomala, mentre il gruppo sperimentale presentò condizionamento gustativo avverso e immunosoppressione.

Anche altri autori, come George Solomon, hanno contribuito allo sviluppo della psiconeuroimmunologia. In particolare, Solomon si è concentrato sull’autoimmunità e il benessere psicologico. Tuttavia, a differenza di Ader, non ha proseguito tali studi e dunque le sue scoperte non sono divenute famose. Besedovsky è un altro degli autori che si è interessato alle relazioni del sistema immunitario, che considerava un organo sensoriale.

Uomo che lotta contro i batteri e relazione tra stress e sistema immunitario.

Concetto attuale di psiconeuroimmunologia

Attualmente la comunicazione tra il sistema immunitario e il cervello è considerata bidirezionale, un processo in cui i fattori psicosociali influenzano la salute e la malattia.

La nostra specie è costantemente minacciata da un gran numero di agenti patogeni. In questo senso, i compiti del sistema immunitario sono:

  • Riconoscere rapidamente la degenerazione cellulare e prevenire lo sviluppo del cancro.
  • Garantire l’integrità del corpo.

Di fronte allo stress, il corpo reagisce con una risposta che può essere più o meno adattiva. Nessuno mette più in dubbio che lo stress e il sistema immunitario siano in diretto contatto; si tratta di una comunicazione dalla quale dipende in gran parte la qualità della nostra vita.


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  • Valdés, M., & De Flores, T. (1985). Psicobiología del estrés. Barcelona: Martínez Roca, 2.
  • Ader, R. (2003), «Conditioned immunomodulation: research needs and directions», Brain, Behavior, and
    Immunity, 1, 51-57
  • Ader, R., & Cohen, N. (1981). The influence of conditioning on immune responses. In Psychoneuroimmunology (pp. 611-646).
  • Penfield, W., & Rasmussen, T. (1950). The cerebral cortex of man; a clinical study of localization of function.
  • Hadden, J. W., Hadden, E. M., & Middleton Jr, E. (1970). Lymphocyte blast transformation: I. Demonstration of adrenergic receptors in human peripheral lymphocytes. Cellular immunology, 1(6), 583-595.

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