Teoria delle dimensioni culturali di Hofstede

Teoria delle dimensioni culturali di Hofstede
Roberto Muelas Lobato

Scritto e verificato lo psicologo Roberto Muelas Lobato.

Ultimo aggiornamento: 01 marzo, 2023

Ogni società condivide regole, valori e simboli che le sono propri. Si dice, quindi, che ogni società ha una diversa cultura. Nell’ambito degli studi sulle differenze culturali, non si può non nominare Hofstede, ricercatore e padre della teoria delle dimensioni culturali.

Hofstede ha dimostrato che le persone condividono caratteristiche a livello regionale e nazionale. Questi tratti distintivi ne influenzano il comportamento e persistono nel tempo. Sono i modelli culturali. Sono le dimensioni culturali.

Queste dimensioni sono: la distanza dal potere, l’individualismo contro il collettivismo, la mascolinità contro la femminilità, il rifiuto dell’incertezza e l’orientamento a breve termine opposto all’orientamento a lungo termine. Le cinque dimensioni hanno dunque due poli. Per ogni dimensione una società può puntare in alto o in basso, dando luogo a caratteristiche e comportamenti diversi.

La teoria delle dimensioni culturali

Distanza dal potere

La distanza dal potere prende in considerazione il modo in cui una società si rapporta al potere delle sue istituzioni e forme organizzative. I paesi con un basso indice di distanza dal potere favoriscono tipicamente le organizzazioni decentralizzate, mentre i paesi con una maggiore distanza preferiscono le forme di autorità centralizzate. Questa dimensione esprime, in altre parole, in che misura i membri meno potenti di una società accettano il potere e quali sono le loro aspettative circa una sua distribuzione democratica. Il punto cruciale è in che modo una società gestisce la disuguaglianza tra le persone.

Le società con alto grado di distanza dal potere accettano un ordine gerarchico formale in cui ognuno resta al suo posto e il potere non ha bisogno di giustificazione. Nelle società con bassa distanza dal potere, i membri si sforzano di impostare la distribuzione del potere all’uguaglianza e richiedono una giustificazione in caso contrario. Paesi con un elevato grado di distanza dal potere sono la Malesia, il Guatemala e il Panama. Al polo opposto troviamo Austria, Israele e Danimarca.

Bambino indiano

Individualismo contro collettivismo

La teoria delle dimensioni culturali definisce l’individualismo come la preferenza per un quadro sociale poco strutturato: gli individui badano a se stessi e al nucleo familiare più ristretto. Nel collettivismo, invece, è presente una preferenza per un modello di società più unita, in cui i membri possono contare sull’aiuto dei parenti e degli altri membri, in cambio di una lealtà indiscussa. Questa differenza si riflette sull’immagine di sé, definita in termini di “io” o “noi”.

L’individualismo e il collettivismo sono i due poli di una dimensione culturale che fa riferimento al grado di apprezzamento dell’autonomia, del rispetto delle regole sociali e della lealtà verso il gruppo di appartenenza.

Gli individualisti vigilano sui propri bisogni, danno valore al successo personale e fanno prevalere i propri interessi.

Dall’altra parte, i collettivisti condividono il senso di appartenenza al gruppo. Gli interessi collettivi prevalgono su quelli personali, acquista maggiore importanza la gerarchia e le relazioni con gli altri individui. Secondo gli studi realizzati in questo campo, i paesi più individualisti sarebbero gli Stati Uniti, l’Australia e il Regno Unito, i più collettivisti sono il Guatemala, l’Ecuador e il Panama.

Ragazze in costume sui trampoli

Mascolinità contro femminilità

Nella teoria delle dimensioni culturali, la mascolinità rappresenta l’inclinazione della società per i risultati, l’eroismo, l’assertività e le ricompense materiali derivate dal successo: una società, in generale, più competitiva. Il suo opposto, la femminilità, indica una preferenza per la cooperazione, la modestia, la protezione dei più deboli e la qualità della vita. La società è complessivamente più orientata al consenso. Date le implicazioni in questi termini, si usa talvolta l’espressione “cultura dura” contro “cultura morbida”.

Il termine “mascolinità” fa riferimento a una società in cui i ruoli sociali di genere sono chiaramente definiti: gli uomini devono essere assertivi, duri e concentrati sugli aspetti materiali; le donne devono essere modeste, sensibili e preoccupate per la loro qualità di vita. Il termine “femminilità” è creato per una società con ruoli di genere sovrapposti. Sia gli uomini che le donne sono modesti, premurosi e interessati alla loro qualità di vita. I paesi a maggiore tasso di mascolinità sono il Giappone, l’Ungheria e l’Austria; quelli con più femminilità sono la Svezia, la Norvegia e l’Olanda.

Mano con tatuaggio all'henné

Rifiuto dell’incertezza

L’avversione per l’incertezza esprime in che grado i membri di una società si sentono a disagio con l’incertezza e l’ambiguità. Il problema fondamentale è come una società affronta un dato di fatto: il futuro è imprevedibile. La soluzione è cercare di controllarlo o lasciare semplicemente che arrivi?

I paesi che mostrano un forte rifiuto per l’incertezza mantengono codici di comportamento e credenze rigide, con tendenza all’intolleranza verso costumi e idee eterodossi. Al contrario, le società con un debole rifiuto per l’incertezza adottano un atteggiamento più rilassato, in cui vale più la pratica dei principi.

Ad esempio, un paese con punteggio basso in questo indice mostra un popolo imprenditoriale, più incline a correre rischi. Al contrario, le culture che presentano un alto tasso di fuga dall’incertezza amano la stabilità, le regole e le norme sociali; cercano di evitare il più possibile i rischi (assumendo però indirettamente un rischio: quello di un progresso più lento). I paesi che evitano maggiormente l’incertezza sono Grecia, Portogallo e Guatemala, quelli più intraprendenti sono Singapore, Giamaica e Danimarca.

Danzatrice thailandese

Orientamento a lungo termine contro orientamento a breve termine

Ogni società deve mantenere i legami con il proprio passato, mentre affronta le sfide presenti e future. La visione di questi due obiettivi esistenziali è, in generale, variabile. Le società con orientamento a breve termine preferiscono mantenere tradizioni e norme ben consolidate, e invece guardano con sospetto ai cambiamenti sociali. D’altra parte, le società con una cultura dall’orientamento a lungo termine hanno una visione più pratica, incoraggiano il risparmio e gli sforzi verso un’educazione moderna quale strategia per accogliere il futuro.

L’orientamento a lungo termine si concentra sul premio futuro, ovvero sulla capacità di essere disposti a posticipare il successo sociale o incluso la gratificazione emotiva a breve termine a vantaggio del futuro. Questa prospettiva culturale apprezza la persistenza, la perseveranza, il risparmio e la capacità di adattamento.

L’orientamento a breve termine si concentra sul presente o sul passato e li considera più importanti del futuro. Dà valore alla tradizione, alla gerarchia sociale in essere e all’adempimento degli obblighi sociali. È più importante una gratificazione immediata di una soddisfazione a lungo termine. I paesi con un orientamento più a lungo termine sono Cina, Hong Kong e Taiwan; quelli con un orientamento più a breve termine sono Venezuela, Uruguay ed Emirati Arabi Uniti.

Hofstede ha creato questa pagina (in inglese) dove è possibile consultare i punteggi delle dimensioni culturali del proprio paese e confrontarlo con quello di altri. Naturalmente, sebbene un paese raggiunga un punteggio elevato in alcune dimensioni culturali, non è detto che tutti i cittadini abbiano la stessa propensione. Queste caratteristiche sono più uniformi nelle società più piccole con forte condivisione di usi e costumi. Ecco perché queste la teoria delle dimensioni culturali si applica alle società, ai grandi gruppi; a livello individuale, indipendentemente dal gruppo di appartenenza, si possono raggiungere punteggi molto diversi.


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