Tipi di ansia secondo Sigmund Freud
Secondo Sigmund Freud, l’ansia fonda le sue radici nel conflitto mentale. Si tratterebbe di una “trasformazione tossica” delle nostre energie, di un Es con determinati bisogni che non può ottenere né soddisfare. Si tratta anche di quelle ossessioni che spesso nascondiamo e che ci conducono a paure ingiustificate o persino all’ombra minacciosa di certi traumi irrisolti. Il fondatore della psicoanalisi ci parla di tre tipi di ansia.
Andando avanti nel tempo, molto dopo aver gettato le prime basi del pensiero psicoanalitico (nel 1896), dobbiamo riconoscere la determinazione con cui Freud si dedicò allo studio della cosiddetta ansia nevrotica, uno dei tre tipi di ansia da lui definiti.
“La mente è come un iceberg, galleggia con un settimo del suo volume al di sopra dell’acqua.”
– Sigmund Freud-
Anche se al giorno d’oggi questa dimensione dell’inconscio viene studiata mediante diversi approcci, questo neurologo e padre della psicoanalisi fu uno dei pionieri dell’esplorazione dei fenomeni che riguardano l’inconscio della mente umana. A questo proposito, sin dall’alba dei tempi iniziò a percepire che se c’è una condizione che influenza particolarmente le azioni dell’essere umano, questa è l’ansia. Pochi stati emotivi sono così logoranti, poche situazioni fanno perdere al soggetto le redini del controllo sulla propria vita come l’ansia.
Freud fondò molte teorie che sono state sviluppate fino ai giorni nostri. L’ansia era una parte fondamentale della teoria della personalità di Freud e come tale vi dedicò un intenso lavoro e un lungo percorso che rimase impresso in buona parte delle sue pubblicazioni.
L’ansia, secondo Sigmund Freud, fonda le sue radici nel conflitto mentale.
I tipi di ansia secondo Sigmund Freud
Nel modello topografico della personalità di Sigmund Freud, l’Io è una parte del nostro essere che si relaziona con la realtà. Tuttavia, questo compito non è sempre facile. In primo luogo, perché sorgono conflitti costanti e attriti con i nostri desideri più profondi, con i nostri istinti e anche con certi fatti che prendono forma nell’inconscio. In secondo luogo, tutte queste dinamiche negative che hanno luogo nell’inconscio generano spesso specifici disturbi psichici.
Secondo Sigmund Freud, parlare dei diversi tipi di ansia significa riferirci a quelle istanze psichiche che costituiscono i nostri processi mentali. Così, oltre all’Io appena citato, abbiamo anche l’Es, espressione psichica in cui sono contenute le nostre pulsioni e i nostri desideri. Allo stesso tempo, il nostro affaccendato Io deve combattere anche il Super-Io, un’istanza morale e idealista che, secondo questo approccio, sta lì per giudicarci, per essere un “grande fratello” che vigila e punisce.
L’ansia è il risultato di questo conflitto tra forze. Un conflitto mentale e affettivo causatoci da situazioni che Freud identifica come comportamenti nevrotici e psicotici. Vediamo, quindi, i tre tipi di ansia che la psicoanalisi ha definito nei suoi primi anni.
1. L’ansia realista
Tra i tre tipi di ansia identificati da Sigmund Freud, quella in cui possiamo certamente identificarci è quella “realista”. Sorge come reazione a un fatto concreto, oggettivo e, soprattutto, reale. Ci sono paure che possono sorgere in noi in determinati momenti per un fine concreto: per spingerci a fuggire da ciò che ci fa male, da ciò che attenta alla nostra integrità, alla nostra sopravvivenza.
Sperimentiamo tutti ansia realista quando vediamo il fuoco, quando qualcuno si avvicina a noi con un atteggiamento violento, quando si scatena un uragano o qualcos’altro che rappresenta un rischio obiettivo.
2. L’ansia nevrotica
L’ansia nevrotica o secondaria fonda le sue radici nell’anticipazione di fatti o circostanze. Reagiamo ai fatti, ai pensieri e alle idee veri solo nella nostra mente, ma non al di fuori di essa, non nel nostro contesto.
Così, dinnanzi a questa paura che nasce dalla nostra psiche, attiviamo una serie di meccanismi di difesa: nervosismo, bisogno di fuggire, mancanza di controllo e così via.
Freud vedeva l’origine di questo tipo di ansia nel nostro Es; nei nostri desideri soffocati, nei nostri istinti messi a tacere, ma ansiosi di essere soddisfatti in una realtà che pone sempre dei limiti. Oltre a queste pulsioni inconsce, ci sono le nostre paure, quelle che secondo la psicoanalisi blocchiamo sin dalla nostra infanzia, sotto forma di traumi non elaborati. Si tratterebbe, quindi, di stati mentali conflittuali che ci priverebbero della possibilità di essere felici, di permettere che il nostro Io si manifesti liberamente e in modo autentico.
3. L’ansia morale
Tra i tre tipi di ansia elaborati da Sigmund Freud quella che ci suscita più stupore è quella che fa riferimento alla moralità. Tuttavia, ve la spiegheremo con l’aiuto di un semplice racconto. Pensiamo al figlio che, in uno specifico momento, pensa di aver tradito i suoi genitori non avendo fatto quello che gli avevano chiesto. Pensiamo anche all’impiegato che non si sente in grado di raggiungere gli obiettivi aziendali.
Questa angoscia, quest’ansia, secondo il famoso psicanalista provengono dall’influsso del Super-Io. Questo mondo sociale interno gestisce i nostri “dovrei”, i nostri “comandamenti inconsci”, la paura del fallimento o la vergogna per aver fallito; gestisce persino il castigo in ogni sua forma (quella del discredito, del disamore, dell’isolamento, della solitudine e così via).
I tipi di ansia definiti da Freud sono noti a tutti noi. Pur superando l’architettura della personalità eretta sui tre pilastri che sono l’Io, l’ES e il super-io, c’è una base che ancora oggi diamo per vera: il conflitto mentale. Parlare di ansia è fare riferimento a una crisi interiore, a un momento in cui la realtà supera noi stessi e in cui la mente cavalca senza freni per sentieri che non conosciamo.
Cercare di tenerla a bada, di darle un senso e di placarla richiede tempo e strategie adatte. Le stesse che possono offrirci molti degli approcci terapeutici su cui possiamo contare oggigiorno.