Trattamento dell'ansia nel bambino

Le attività extra scolastiche, le richieste che provengono dall'ambiente e genitori assenti possono causare stress al bambino. In questo articolo presentiamo i trattamenti psicologici più efficaci per i disturbi d'ansia durante l'infanzia.
Trattamento dell'ansia nel bambino
Alicia Escaño Hidalgo

Scritto e verificato lo psicologa Alicia Escaño Hidalgo.

Ultimo aggiornamento: 25 gennaio, 2023

La paura è un’emozione che fa parte del normale sviluppo di ogni individuo; di solito è di moderata intensità e tende a svanire nel tempo. Tuttavia, durante l’infanzia le emozioni negative legate alla paura possono essere disadattive e causare ansia. Sapere cosa prevede il trattamento dell’ansia nel bambino può essere di grande aiuto.

I disturbi d’ansia nell’infanzia mostrano dati da non trascurare: circa il 18% dei bambini soffre di ansia. I disturbi più frequenti sono ansia da separazione, soprattutto nei bambini al di sotto dei 12 anni, fobia specifica e ansia generalizzata.

D’altra parte, i disturbi d’ansia nel bambino sono più frequenti nel sesso femminile e di solito sono legati alla depressione.

Sintomatologia dell’ansia

L’ansia genera sintomi che interferiscono con la vita quotidiana del bambino, influenzando negativamente diversi contesti: scolastico, familiare e sociale. I sintomi fisici più frequenti sono tachicardia, mal di testa, disturbi intestinali, nausea e disturbi del sonno.

I sintomi dell’ansia sono accompagnati da una forte preoccupazione per diverse situazioni che spesso provocano comportamenti di evitamento e di fuga. Queste condotte sono molto difficili da gestire per i genitori perché generano rinforzi negativi.

I genitori spesso cedono all’evitamento del bambino, esacerbando così il problema. Di contro, vediamo in cosa consiste il trattamento dell’ansia nel bambino. 

Trattamento dell’ansia nel bambino

Esistono diversi trattamenti per trattare l’ansia nei bambini. Prima di tutto, si consiglia è rivolgersi a uno psicologo, in quanto l’intervento psicologico è privo di effetti collaterali e si è dimostrato molto efficace.

La terapia farmacologica dovrebbe essere considerata solo se quella psicologica non ha sortito effetti o se l’ansia è eccessivamente invalidante.

In questo caso la priorità va data agli antidepressivi, che compromettono meno i processi cognitivi come la memoria e l’apprendimento rispetto agli ansiolitici. È possibile anche fare uso di benzodiazepine, utili per calmare l’ansia in associazione ad adeguate misure comportamentali.

Terapia cognitivo-comportamentale

Per quanto riguarda la terapia cognitivo-comportamentale, sono consigliati i trattamenti multipli, che includono diverse strategie. Ecco quelli più utili:

  • Esercizi di rilassamento. I più usati per l’ansia generalizzata e da separazione. Prevedono due fasi: nella prima si verificano le capacità minime del bambino per svolgere l’esercizio. Queste sono stare fermi per 5 secondi, mantenere il contatto visivo per 5 secondi, dimostrare l’abilità di imitazione e seguire semplici istruzioni.

Una volta dimostrato che il bambino è in grado di farcela, gli verrà spiegato come funziona l’ansia e verranno insegnate le tecniche di rilassamento. Queste possono essere di vario tipo: massaggio infantile, giochi di rilassamento (robot-bambola di pezza) e tecniche basate sull’immaginazione in cui vengono raccontate delle storie, il bambino irrigidisce una parte del corpo per poi rilassala.

  • Auto-istruzioni. Il bambino impara a sostituire le componenti cognitive che generano ansia con verbalizzazioni di coping.
  • Programma Coping Cat di Kendall (“Il gatto che se la cava da solo”). È una terapia cognitivo-comportamentale che si compone di due parti. Nella prima, il bambino impara a riconoscere i sintomi e i pensieri legati all’ansia e sviluppa un piano di coping (Piano “FEAR”).

Ai genitori viene insegnato a rafforzare i comportamenti di coping ed eliminare le lamentele e le colpe. Nella seconda fase, le abilità apprese vengono messe in atto attraverso l’esposizione immaginativa e dal vivo a situazioni più temute.

E ancora…

  • Programma Coping Koala (Barret et al.). È molto simile alla versione di Kendall, ma include l’intera famiglia
  • Programma FRIENDS (Barret). Si tratta di una terapia cognitivo comportamentale basata sulla famiglia per trattare l’ansia infantile. Esistono due versioni: per bambini dai 6 agli 11 anni e dai 12 ai 16. A ogni fase iniziale del programma corrisponde una tecnica. Ad esempio, la “F” di Friends sta per: “Ti senti preoccupato?” (analizza e rileva i segnali ansiogeni nel bambino).
  • Programma FORTIUS. È una terapia rivolta ai bambini tra gli 8 e i 12 anni. L’obiettivo è quello di sviluppare la forza psicologica e prevenire le difficoltà emotive. Si basa sul motto olimpico “Citius! Altius! Fortius!” (più veloce, più alto, più forte). Insegna ad affrontare situazioni difficili e a controllare le emozioni negative, in particolare l’ansia. È stato applicato con successo sia in ambito scolastico che clinico.
Bambino che si copre il viso con le mani.

Conclusioni sul trattamento dell’ansia nel bambino

I trattamenti psicologici si sono dimostrati molto efficaci per affrontare l’ansia in bambini e adolescenti. Tuttavia, è sempre meglio prevenire il disturbo d’ansia.

A volte i bambini sono sottoposti a uno stress eccessivo: alti e bassi familiari, assenza dei genitori, attività scolastiche o extra scolastiche sono alcuni fattori che contribuiscono allo sviluppo di un disturbo d’ansia.

Risulta essenziale che i genitori imparino a ridimensionare le loro aspettative, ponendo limiti basati su richieste semplici, realistiche e correttamente formulate.

Ridurre lle aspettative nei confronti del bambino e fissare limiti concreti e stabili offrono sicurezza. D’altra parte, è fondamentale dedicare al bambino tempo di qualità per giocare insieme, accudirlo o ascoltarlo.

A tal proposito, in presenza dei figli i genitori dovrebbero evitare di usare il cellulare, parlare dei problemi di lavoro e litigare fra di loro.


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