Tristezza e depressione: 5 differenze
Buona parte del linguaggio psicologico è divenuto di dominio popolare, ma questo non sempre è avvenuto in modo preciso, né tracciando le equivalenze adeguate. Uno degli esempi classici di ciò è la difficoltà che molti hanno a stabilire delle differenze fra tristezza e depressione. L’inclusione nel linguaggio popolare della parola “depressione” talvolta lascia spazio alla confusione e persino al disprezzo di questo disturbo.
Con il tempo si è formato anche un certo rifiuto di alcuni stati d’animo, fra cui la tristezza. Per questo motivo, ad alcune persone risulta più semplice dire di essere depresse, piuttosto che confessare di sentirsi tristi. La prima definizione suona più tecnica; la seconda viene invece associata più alla fragilità umana. La verità, però, è che esistono enormi differenze fra tristezza e depressione.
La prima, e anche la più importante, è che la tristezza è uno stato d’animo, mentre la depressione è un disturbo, e come tale deve essere trattato. Per questo motivo, è importante differenziare per bene questi concetti.
Differenze tra tristezza e depressione
1. Durata
La durata dei fenomeni psicologici non è un dato esatto. Nonostante ciò, si tratta di un dato che, insieme ad altri, permette di fare un’approssimazione più precisa di ciò che accade alla persona. Per definizione, un’emozione ha una durata breve .
Una delle grandi differenze fra tristezza e depressione è che la prima è un’emozione passeggera, mentre la seconda è relativamente cronica (in assenza di un intervento adeguato). Una persona deve sperimentare la tristezza per sei mesi in modo continuativo affinché, secondo i criteri diagnostici, si possa sospettare che si tratti di depressione.
2. Abulia
L’abulia è una difficoltà o la resistenza ad agire. Quando una persona è triste, si sente meno motivata a realizzare alcune attività. Riduce la sua vita sociale o dedica meno tempo al lavoro o ad altre attività che realizzava abitualmente. Tuttavia, continua a restare attiva.
Una persona depressa, al contrario, viene sopraffatta da questo sconforto. Trascura i suoi impegni, i suoi doveri e non è capace di sfruttare le risorse offerte dall’ambiente. Parla spesso della sua stanchezza o del suo affaticamento e riduce le sue attività al minimo per un periodo di tempo relativamente lungo. Di conseguenza la depressione in termini clinici presenta un quadro molto simile a quello di un disturbo d’ansia.
3. Grado di isolamento
Un’altra differenza fra tristezza e depressione si riflette sul grado di isolamento che si verifica in ciascuno di questi stati. È frequente che una persona triste cerchi delle persone a lei vicine con cui parlare dei suoi sentimenti. Cerca spesso anche di ricevere consolazione da parte degli altri, anche se mantiene un certo grado di isolamento sociale. In questo senso, dipenderà dalla personalità e dalle strategie con cui affronta tale situazione.
Nella depressione, al contrario, comincia a comparire un rifiuto costante del contatto con gli altri. La persona depressa tiene per sé i propri sentimenti e, nonostante non si senta bene stando da sola, preferisce comunque l’isolamento al dover condividere le sue sensazioni con le altre persone. Progressivamente, si isola persino dai suoi cari.
4. Livello di funzionalità
Un fattore che segna una grande differenza fra tristezza e depressione è il livello di funzionalità. Nel caso di una persona triste, il suo stato d’animo modifica solo lievemente il suo stile di vita abituale. Forse è meno dinamica o più riservata, ma svolge tutte le attività che realizzerebbe in un giorno normale.
D’altro canto, quando una persona soffre di depressione, la sua routine abituale si vede alterata. Le risulta molto complicato rispettare i suoi doveri e impegni professionali, familiari, sociali, affettivi, ecc. È consuetudine che si trovi più volte a inventare o creare delle scuse per camuffare lo scarso impegno o l’inadempienza. Non riesce ad attenersi a una routine “normale”.
5. Disperazione
Una persona può essere triste per diversi motivi, quasi sempre associati a una perdita o a una situazione conflittuale che non riesce a risolvere. Nonostante provi dolore, è capace anche di ridere, guardare avanti e fare dei progetti. Forse non trova delle risposte, ma sente che esiste un domani che potrebbe essere migliore.
Nel caso della persona depressa, si verifica la disperazione. Quando guarda al domani, non vede altro che tenebre e oscurità. Non ha interesse né voglia né capacità di proiettarsi nel futuro. Come potrebbe mai se vivere il presente già le risulta così faticoso?
Esistono dunque enormi differenze fra la tristezza e la depressione. Quest’ultima deve essere seguita e trattata da un professionista della salute mentale, dato che consiste in un disturbo che non passa da solo e che, pertanto, richiede un intervento specializzato.