Ogni uomo può essere scultore del proprio cervello

Ogni uomo può essere, se se lo propone, scultore del proprio cervello. Questa frase di Santiago Ramón y Cajal è oggi più attuale che mai.
Ogni uomo può essere scultore del proprio cervello
Fátima Servián Franco

Scritto e verificato la psicologa Fátima Servián Franco.

Ultimo aggiornamento: 30 dicembre, 2022

Ogni uomo può essere, se se lo propone, scultore del proprio cervello. Questa frase di Santiago Ramón y Cajal è oggi più attuale che mai. Sono infatti i nostri pensieri che costituiscono, in gran parte, il nostro mondo. Oggi sappiamo che la fiducia in noi stessi e l’entusiasmo favoriscono le funzioni cerebrali superiori.

Secondo diversi studi scientifici, il cervello è eccezionalmente plastico. Questo vuol dire che ha l’incredibile capacità di cambiare in funzione dell’esperienza vissuta. Una qualità che non perdiamo col passare degli anni, cosicché saremo sempre in grado di imparare durante tutto l’arco della nostra vita. Ogni volta che impariamo qualcosa la nostra mente cambia. Attraverso l’esperienza ognuno di noi può essere scultore del proprio cervello.

Il cervello coordina un complesso insieme di azioni che comprendono le funzioni motorie, i processi visivi e auditivi, le conoscenze linguistiche e altro ancora. Quando impariamo qualcosa di nuovo, soprattutto all’inizio la nuova abilità potrebbe sembrare un po’ rigida, ma con la pratica siamo in grado di gestirla meglio. Questo modo di agire, a livello clinico, ci permette di modificare stati d’animo come ansie o depressioni.

“La mente non è un vaso da riempire ma un legno da far ardere”.
-Plutarco-

Scopriamo insieme come essere scultore del proprio cervello.

Essere scultore del proprio cervello per cambiare la propria condotta

Jose Dispenza, dottore in chiropratica, biochimico e neuroscienziato, difende il potere dell’essere umano nel reinventarsi ogni giorno. Crede nella capacità di costruire e guidare il cervello attraverso l’esperienza personale. “Se ogni mattina visualizzassimo la migliore idea che potremmo avere di noi stessi, vivremmo in modo diverso” afferma Dispenza.

Le ultime ricerche scientifiche d’avanguardia mostrano che la genetica ha la stessa plasticità del cervello. I geni sono come interruttori e, a seconda dallo stato chimico del nostro corpo, alcuni si accendono e altri no. Questo fenomeno è conosciuto come epigenetica.

Cervello luminoso

Proprio in quest’ottica è stato recentemente condotto uno studio molto interessante su malati di diabete di tipo 2. È stato dimostrato che le persone affette da questo disturbo, se sottoposte a spettacoli comici, normalizzano i loro livelli di zucchero nel sangue senza bisogno di insulina. La spiegazione è che alcuni geni si “accendono” per il semplice fatto di ridere. Una scoperta che apre la porta a nuovi studi e ipotesi.

“Niente mi ispira più venerazione e stupore di un anziano che sa cambiare opinione.”
-Santiago Ramón y Cajal-

La mente è come un paracadute

Ogni volta che pensiamo produciamo sostanze chimiche che, comportandosi come dei segnali, ci permettono di percepire quello che stiamo pensando. Queste sostanze ci consentono di cambiare il nostro stato d’animo in maniera automatica. Così, se abbiamo pensieri negativi o tristi, questo stato d’animo ci colpirà in pochi secondi.

Il problema è che i nostri pensieri e le nostre emozioni effettuano questo processo anche nel senso opposto. Ciò vuol dire che, se da una parte cominciamo a sentirci come pensiamo, dall’altra iniziamo a pensare a seconda di come ci sentiamo. Se abbiamo quindi un pensiero triste e iniziamo a sentirci tristi, il rischio è quello di cadere in uno stato d’animo per nulla piacevole.

Un po’ alla volta associamo questo stato d’animo alla nostra personalità finendo per pensare e identificarci con una persona infelice, negativa o piena di colpe. Eppure, l’unica cosa che abbiamo fatto è stata memorizzare le sostanze chimiche prodotte dentro di noi e, in base a queste, definirci.

Uomo solo sul molo

Ma non è finita. Bisogna anche considerare che il nostro organismo si adatta al livello di sostanze chimiche che circolano nel nostro flusso sanguigno, che circondano le nostre cellule o che si trovano nel nostro cervello. Qualsiasi mutamento nella composizione chimica del nostro corpo darà vita a un senso di malessere.

Faremo tutto ciò che è nelle nostre possibilità, tanto consapevolmente quanto inconsapevolmente, partendo da ciò che sentiamo, per cercare di ristabilire l’equilibrio chimico al quale siamo abituati. Ed è proprio in questo momento che il corpo prende il sopravvento sulla mente.

A ogni modo, la buona notizia è che nessuno dei fenomeni descritti è inamovibile. Con sforzo, conoscenza e pratica è possibile modificare il nostro stato d’animo e il modo in cui ci sentiamo.

“È necessario scuotere energicamente il bosco dei neuroni cerebrali addormentati; è importante farli vibrare con l’emozione del nuovo infondendo nobili ed elevate inquietudini”.
-Santiago Ramón y Cajal-


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