Vermeer e la ragazza con l'orecchino di perla

Le opere di questo artista olandese sono tra le più amate e apprezzate della storia dell'arte. Sebbene siano sopravvissute solo 36 opere, questi rari dipinti sono veri e propri tesori custoditi nei migliori musei del mondo. Conoscete i misteri che circondano la vita di Vermeer? Ve li sveliamo in questo articolo.
Vermeer e la ragazza con l'orecchino di perla
Gema Sánchez Cuevas

Revisionato e approvato da la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Ultimo aggiornamento: 14 febbraio, 2023

Il nome Vermeer evoca immediatamente l’immagine immortalata nel dipinto La ragazza con l’orecchino di perla, una delle opere pittoriche più facilmente riconoscibili dal grande pubblico. Questo quadro è così importante che è stato soprannominato “la Gioconda del Nord”.

La splendida interpretazione della ragazza da parte del maestro olandese del XVII secolo è diventata un’icona universale. Il dipinto mostra la giovane donna, su un misterioso sfondo scuro, e mette in risalto un orecchino di perla che brilla al lobo del suo orecchio.

Il genio di Vermeer divenne presto il canone interpretativo delle grandi opere d’arte dell’età dell’oro olandese. Il suo lavoro è intimo e tradizionale, la sua maestria dedicata all’esplorazione dei momenti della vita quotidiana, documentando gli spazi interni, l’epitome del genere barocco.

Tuttavia, la padronanza del colore e della luce ha elevato questo artista oltre l’Olimpo dei suoi contemporanei. Il grande talento di Vermeer ci ha offerto uno scorcio inimitabile sullo stile di vita del suo tempo che altrimenti non avremo potuto conoscere.

I primi anni di vita di Jan Vermeer

Da sempre, i critici e gli amanti dell’arte sono rimasti affascinati e si sono lasciati ispirare dai dipinti di Johannes (alias Jan) Vermeer. Non a caso questo è considerato il pittore olandese più famoso e rispettato della storia. Tuttavia, la sua vita e la sua arte sono avvolte nel mistero.

Vermeer nacque da una famiglia di ceto medio-basso nel 1632 a Delft, nei Paesi Bassi, ma non si conosce il giorno esatto. Si nutrono persino dubbi sul suo nome: Johannes Vermeer van Delft, anche conosciuto come Joannis ver Meer o Joannis van der Meer.

Il padre, Reijnier Jansz, era un artigiano tessitore di seta che divenne un locandiere e in seguito un mercante d’arte. Da queste professioni germogliò nel giovane Vermeer il gusto per la pittura.

Si ritiene che la madre, Digna Baltus, fosse una casalinga analfabeta, perché firmò il certificato di nascita con una “X” invece del nome.

Quando il padre di Vermeer morì nel 1652, il giovane Johannes ereditò entrambe le attività. Prima di questo evento, i primi 20 anni di vita del pittore sono a malapena documentati. Nonostante siano state realizzate ricerche molto approfondite, non è ancora stata trovata una risposta chiara.

Nel 1653, Vermeer sposò Catherina Bolnes e si convertì al cattolicesimo. La coppia ebbe 15 figli, quattro dei quali morirono.

È interessante notare che pur avendo avuto undici figli, solo due dei dipinti di Vermeer ritraggono direttamente dei bambini. Al contrario, la moglie Catherine servì da modello per molte delle sue opere.

Prime opere e maturità

All’inizio della sua carriera, Vermeer si è concentrato sulla produzione di dipinti di argomento storico. Inoltre, ha ricreato molte scene della Bibbia e della mitologia classica.

Grazie a sua suocera, Maria, Vermeer riuscì a fare conoscenza con i cittadini più ricchi di Delft, come Pieter van Ruijven. Tuttavia, a differenza della maggior parte dei suoi contemporanei, Vermeer non lasciò mai la sua città natale e si affidò esclusivamente al mecenatismo locale per finanziare la sua opera.

Si ritiene che Johannes e Catherine abbiano vissuto una vita coniugale felice fino alla morte prematura di Vermeer nel 1675, causata da un ictus. La coppia è stata sposata per 22 anni.

Pare che Catherine abbia appoggiato il lavoro del marito. Come la maggior parte degli artisti di quei tempi, Vermeer aveva accumulato una serie di debiti che sono rimasti a carico della famiglia dopo la sua morte.

Il successo limitato di Vermeer ebbe a che fare con l’incapacità di trovare finanziatori al di fuori di Delft, proprio perché scelse di non lasciare la città per commercializzare le sue opere e il suo talento.

Lo scarso successo in vita era legato anche alla limitata disponibilità dei materiali con cui lavorava. Ad esempio Vermeer, a differenza di Rembrandt, non lavorava con le stampe, che all’epoca erano estremamente popolari.

Lo scarso successo del pittore in quel momento storico è dovuto anche a circostanze fortuite, ad esempio, la guerra franco-olandese. Il fatto che le truppe invadessero costantemente la città ebbe delle gravi ripercussioni sul fiorente mercato dell’arte.

Morte e misteri di Vermeer

Il maestro Vermeer si ammalò e morì nel dicembre 1675; la sua sepoltura venne officiata a Delft. A causa dei debiti, la moglie fu costretta a rinunciare all’eredità e, di conseguenza, tutti i beni e le opere vennero confiscate daicreditori.

Vermeer era a capo della Delft Artists Guild , un gruppo di artisti che si incontravano per imparare gli uni dagli altri e discutere di tecniche pittoriche.

Sebbene fosse molto rispettato dai suoi contemporanei, morì povero e rimase semi sconosciuto per oltre duecento anni. Con la riscoperta della sua opera da parte dall’arte mondiale nel 19° secolo, sono riemersi anche i misteri che circondano la vita dell’artista.

In che modo Vermeer è riuscito a padroneggiare l’arte del chiaroscuro nei suoi dipinti, molti dei quali a prima vista potrebbero essere facilmente scambiati per delle fotografie? Come è riuscito a catturare così tanta luce e ombra? Quanti mesi impiegava per dar vita ai suoi mirabili dipinti? Queste domande tutt’oggi rimangono senza risposta.

C’è chi sostiene che il suo talento sia, semplicemente, impareggiabile. Altri sono convinti che abbia creato un primo tipo di macchina fotografica, chiamata “camera oscura”, che gli ha permesso di “fermare il tempo” e studiare gli effetti della luce. D’altra parte, c’è chi trova dei difetti nei suoi quadri o li attribuisce a qualcun altro.

Vermeer di solito dipingeva ritratti o scene di persone semplici, impegnate nello svolgimento dei lavori quotidiani. Gli vengono attribuiti solo due paesaggi. Ma ciò che è certo è che questo pittore comprendeva appieno l’effetto della luce e del riflesso su una persona o un oggetto.

Gli esperti d’arte celebrano il realismo dei suoi dipinti perché ritengono che Vermeer sia stato uno dei primi a capire che l’occhio non vede l’intero oggetto e il suo colore reale, a causa degli effetti della luce e del riflesso.

La ragazza con l’orecchino di perla

Guardando da vicino i dipinti di Vermeer, possiamo apprezzare linee inconfondibili, un uso magistrale della luce e una straordinaria capacità di catturare la vita reale. La ragazza con l’orecchino di perla è sicuramente una delle sue opere più famose.

Il dipinto mostra una ragazza che volge lo sguardo verso il pittore, mentre il suo orecchino riflette prodigiosamente la luce. Le ombre proiettate sulla guancia e sul naso si proiettano magistralmente sullo sfondo.

Si tratta senza dubbio di uno dei quadri più famosi della storia dell’arte, un vero e proprio simbolo che anche i non esperti del settore sono in grado di apprezzare.

Questo dipinto ha ispirato il romanzo di Tracy Chavalier del 1999 e il film di Peter Webber del 2003 con Scarlett Johannson e Cillian Murphy.


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