Virginia Woolf: biografia di un trauma taciuto

La vita di Virginia Woolf è un riflesso dei dannosi silenzi che hanno cercato di nascondere fino ai nostri giorni; l'orrore e le conseguenze devastanti degli abusi sessuali sui bambini. Una donna di grande talento, ma distrutta dal silenzio.
Virginia Woolf: biografia di un trauma taciuto
Gema Sánchez Cuevas

Revisionato e approvato da la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Scritto Sonia Budner

Ultimo aggiornamento: 11 febbraio, 2023

Oggi ci occuperemo della tragica vita e della brillante opera di una delle autrici più importanti del XX secolo, nonché di una delle più grandi pioniere del romanzo moderno: Virginia Woolf.

Il nome di questa magnifica scrittrice spicca a fianco di quello di altri grandi del calibro di James Joyce, Franz Kafka o Thomas Mann. Innovò con le sue opere, facendo uso della profondità del monologo interiore, risorsa letteraria che conosceva alla perfezione e che ci fa immergere nei pensieri più intimi dei suoi personaggi. Scopriamo insieme la vita dell’affascinante Virginia Woolf.

Virginia Woolf e la conseguenza del trauma

La sua vita è il riflesso dei silenzi dannosi che hanno cercato di nascondere quasi fino ai nostri giorni; l’orrore e le conseguenze devastanti degli abusi sessuali. La sua terribile storia è rimasta intrappolata in un’assurda nebbia. Si è dato per vero che Virginia Woolf avesse ereditato una malattia mentale.

Di lei si dice fosse troppo sensibile alle normali difficoltà della vita. Ancora oggi persiste l’idea che gli abusi sessuali incestuosi di cui fu vittima sin da bambina non furono all’origine delle psicosi di cui soffrì nel corso della sua vita. E che non furono nemmeno il motivo per cui finì col suicidarsi.

L’origine della malattia di Virginia Woolf è invece da ricercare proprio negli abusi sessuali e psicologici che subì sin dalla più tenera età.

E ora accompagnateci in questo viaggio alla scoperta della vita e delle opere di una donna rivoluzionaria, che riuscì a far mettere un uomo nei panni di una donna con Orlando e che osò reclamare il proprio diritto ad avere Una stanza tutta per  .

I primi anni

La piccola Virginia Woolf nacque a Londra, il 25 gennaio del 1882, frutto di un matrimonio complicato ma ben combinato. Quando venne al mondo, i suoi genitori avevano già diversi figli più grandi, nati da matrimoni precedenti. Suo padre fu un acclamato editore, critico e biografo.

Virginia non avrebbe poi ricordato un solo giorno in cui sua madre le avesse dedicato attenzioni né un singolo momento trascorso da sole. Suo padre fu una figura intimidatoria per lei. La casa della sua infanzia, nonostante fosse un punto di ritrovo per i grandi della letteratura dell’epoca, fu per Virginia una gabbia.

La prematura scomparsa della madre, delle sue sorelle e, più tardi, del padre, avrebbero segnato profondamente Virginia.

La perdita dei propri cari è sempre traumatica, ma in questo caso suo padre aveva proibito ai membri della famiglia di nominare in qualunque caso i cari defunti. Iniziò così a stringersi un bavaglio attorno alla bocca della giovane Virginia, obbligata sin dai primi anni della propria infanzia a reprimere le emozioni.

Virginia Woolf e suo padre

L’età adulta

Alla morte del padre, si trasferì con i suoi fratelli e le sue sorelle; in quel periodo iniziò a soffrire di complessi crolli psicotici che supera solo momentaneamente.

La nuova residenza a Bloomsbury si trasformò nel punto di incontro di vecchi colleghi universitari del fratello maggiore. Tra di loro, spiccano intellettuali del calibro di Bertrand Russel. Nell’insieme formavano un gruppo di eccentrici scrittori, poeti e pittori passato alla storia come circolo di Bloomsbury. Proprio lì avrebbe conosciuto, più tardi, quello che sarebbe divenuto suo marito: Leonard Woolf.

Virginia Woolf si sposò a trent’anni. A quel punto aveva già affrontato diversi crolli nervosi seguiti da altrettanto profondi stati depressivi. Suo marito teneva un diario sui suoi stati emotivi. Virginia trovò nella letteratura un rifugio per dare vita a queste terribili esperienze e alle sue emozioni represse.

La relazione con suo marito fu molto solida; insieme fondarono nel 1917 la casa editrice Horgarth Press, che avrebbe pubblicato con successo le opere di Virginia Woolf e di altri grandi autori, tra cui Katherine Mansfield, T.S. Eliot, Sigmund Freud o Laurens van der Post.

Gli abusi sessuali e il suicidio

Virginia Woolf iniziò a essere vittima di abusi sessuali e incestuosi a sette anni, per mano dei suoi fratellastri, entrambi di circa vent’anni più grandi di lei.

I fatti si sarebbero verificati quando i genitori erano ancora vivi e, sebbene sia stato detto che Virginia non abbia riportato l’atroce crimine che stava subendo, è possibile che i genitori fossero a conoscenza della sua sofferenza.

Virginia parlava e scriveva apertamente sull’argomento sin da quando aveva dieci anni. Qegli abusi profondamente traumatici, con e senza penetrazione, si protrassero fino ai suoi ventiquattro anni. Un segreto ad alta voce che tutti intorno a lei ignorarono.

Virginia Woolf sviluppò una malattia mentale conosciuta come disturbo bipolare. Dopo aver terminato il manoscritto dell’ultimo romanzo, cadde in una depressione simile a quelle sofferte in passato.Lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale e la distruzione della sua casa a Londra peggiorarono la sua condizione, portandola a sentirsi incapace di lavorare.

Il 28 marzo del 1941, la Woolf indossò il suo cappotto, si riempì le tasche di pietre e si gettò nel fiume Ouse mettendo fine alla propria sofferenza e tacendo per sempre. Scrisse un’ultima lettera al marito, in cui diceva:

Carissimo, sono certa di stare impazzendo di nuovo. Sento che non possiamo passare un altro di quei terribili momenti. E questa volta non guarirò. Inizio a sentire voci e non riesco a concentrarmi. Perciò sto facendo quella che sembra la cosa migliore da fare. Non posso più combattere. Vedi, non riesco neanche a scrivere come si deve. Non riesco a leggere. Tutto se n’è andato da me, tranne la certezza della tua bontà. Non posso continuare a rovinarti la vita. Non credo che due persone possano essere più felici di quanto lo siamo stati noi.

– Virginia Woolf-

Foto di Virginia Woolf

La malattia mentale di Virginia Woolf

Oggi, psicologi, psichiatri ed educatori conoscono e comprendono le gravi conseguenze psicologiche che patiscono bambini e adolescenti vittime di abusi sessuali.

Per fortuna, un moltitudine di studi accademici avallano e confermano, finalmente, che furono proprio gli abusi subiti per mano dei due fratellastri -con il tacito assenso delle persone che avrebbero dovuto proteggerla- la vera causa dei disturbi mentali di Virginia Woolf, e non l’eredità di una malattia mentale, né il suo carattere pusillanime.

Oggi possiamo parlare chiaramente di quelli che sono stati abusi sessuali su una bambina. Bisogna mettere fine una volta per tutte ai pericolosi tentativi di minimizzare comportamenti e situazioni assolutamente intollerabili e ingiustificabili.

Non c’è motivo alcuno che potrebbe farci pensare che Virginia Woolf avesse ereditato una malattia mentale. È molto più plausibile supporre che la responsabilità dei suoi problemi emotivi sia da addurre a coloro che abusarono di lei e a coloro che permisero che tutto questo succedesse.

Le tracce storiche degli abusi sessuali vissuti da Virginia Woolf sono stati raccolti e riportati in un caso di studio, in quanto oggetto di analisi dell’impatto dell’abuso sessuale infantile sullo sviluppo della vittima.

Molti dei sintomi di salute mentale presentati dalla Woolf trovano riscontro nella letteratura clinica sugli abusi sessuali infantili. Comprendere il caso clinico di Virginia Woolf è importante per i medici e per gli studiosi interessati alla dinamica dell’abuso sessuale sui bambini.

Un segno indelebile

Nonostante la tragicità della sua esistenza, Virginia Woolf ha lasciato un segno indelebile nella letteratura e nella lotta femminile volta a ottenere pari diritti degli uomini.

Con il suo famoso saggio Una stanza tutta per  , la Woolf mise nero su bianco il problema delle donne: la mancanza di indipendenza economica. Le donne avevano bisogno di una propria indipendenza per avere, di conseguenza, un proprio spazio, nel caso di Virginia un posto tutto per sé in cui scrivere romanzi senza essere disturbata.

Con Orlando, osò far mettere un uomo nei panni di una donna per mostrare al mondo come ella stessa avrebbe avuto una vita più facile se fosse stata un uomo. Osò parlare di tabù come l’omosessualità e la sessualità. Altre opere di successo furono anche Le onde e La signora Dalloway.

Virginia Woolf fu una donna castigata dal proprio tempo, dal suo ambiente e dal silenzio; ma oggi la sua figura è utile a non colpevolizzare le vittime di abusi e a dare loro voce.


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