Vivere con mezzo cervello: risultati sorprendenti
È possibile vivere con mezzo cervello e condurre una vita normale. Può sembrare assurdo, ma è così. La scienza dimostra che siamo ancora lontani dalla piena conoscenza di questo complesso organo, che continua a sorprenderci.
I motivi per cui vi sono persone con solo mezzo cervello sono svariati. A volte è la conseguenza di un incidente, altre volte di un difetto congenito e in molte occasioni si deve a un intervento chirurgico. Alcune malattie, di fatto, come l’epilessia, possono richiedere l’asportazione di una parte del cervello.
Il team di ricercatori del California Institute of Technology (Caltech) ha analizzato l’attività cognitiva di sei persone con solo mezzo cervello.
Lo scopo era verificare fino a che punto ciò limitasse le loro facoltà. A tale scopo, li hanno confrontati con altre sei persone con il cervello intero. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Cell Reports.
Persone con mezzo cervello
I soggetti dello studio erano individui che avevano perso un emisfero cerebrale durante l’infanzia. Si trattava di individui che da bambini avevano sofferto di grave epilessia, e ciò causava loro ogni giorno diversi attacchi.
In questi casi, l’opzione più comune è un intervento chirurgico, poiché questo disturbo deriva da un danno al cervello. In genere, asportando il corrispondente emisfero cerebrale, gli attacchi si arrestano.
Naturalmente questo tipo di intervento chirurgico provoca anche effetti indesiderati: la persona perde la mobilità della mano opposta all’emisfero. In altre parole, se viene asportato l’emisfero destro, la mobilità della mano sinistra viene meno. Anche la vista nell’occhio opposto all’emisfero asportato può vedersi compromessa e talvolta si verificano limitazioni del linguaggio.
I risultati dell’esperimento
I ricercatori hanno lavorato con sei persone con mezzo cervello per valutare le loro prestazioni molti anni dopo aver subito interventi chirurgici come quello descritto. Hanno così potuto verificare che tutti loro avevano mantenute intatte le loro capacità di linguaggio.
Allo stesso modo, la vista, il movimento, il ragionamento e le emozioni erano inalterati. I risultati, dunque, non furono quelli attesi, poiché l’idea era che l’assenza di uno degli emisferi cerebrali si sarebbe manifestata attraverso una limitazione o carenza.
Uno dei risultati più sorprendenti riguarda il fatto che le aree cerebrali dello stesso emisfero erano maggiormente collegate, nonché meglio, nelle persone con mezzo cervello.
Ciò indicherebbe una maggiore capacità cognitiva, migliori abilità sociali e prestazioni in generale. In ogni caso, poiché sono state studiate solo sei persone, il risultato non può essere generalizzato.
Progressi scientifici: vivere senza cervello e attività cognitiva
Lo studio citato dimostra che il cervello è molto più di una somma di parti o di un organo che lavora come una macchina.
Sfata l’idea diffusa che le divere aree cerebrali si occupano ognuna di funzioni specifiche, a mo’ di compartimenti stagni. Al contrario, mostra che il cervello opera in modo flessibile e completo.
Ciò significa che le diverse aree cerebrali svolgono molteplici funzioni. Per lo stesso motivo, a seguito di lesione o asportazione di un emisfero, le altre aree si modificano e trovano il modo di sopperire a quella mancanza.
Va tenuto presente che i volontari dell’esperimento soffrivano di questo deficit fin da bambini e lo studio li ha coinvolti da adulti. Il loro cervello si era perfettamente adattato alla mancanza di un emisfero.
Conclusioni
Sebbene lo studio citato sia uno dei primi in merito, sono stati segnalati molti casi simili. Di recente è stato segnalato il caso di una donna di 24 anni senza cervelletto che conduceva una vita del tutto normale.
Questo ci ricorda che il cervello è un organo straordinario, che stiamo appena iniziando a capire. Alla luce di quanto detto, possiamo affermare che vivere con mezzo cervello è possibile.
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Rebolledo, F. A., Avanzada, A. C., & Núm, D. A. (2005). Razones biológicas de la plasticidad cerebral y la restauración neurológica. Plasticidad y restauración neurológica. 4(1-2), 5-6.