A volte non è l'amore a finire, ma la pazienza
A volte non è l’amore a finire, ma la pazienza, questa che dicono essere santa, perché resiste a tutte le avversità e che finisce sempre per dare quello che dovrebbe.
Come non offrire tutto per una persona con cui abbiamo costruito un vincolo affettivo e vitale e persino un progetto di vita?
È chiaro che si giustifica quando si cede in diverse occasioni, si perdona oggi, domani e dopodomani e aspettiamo un po’ di più con la speranza che le cose migliorino.
C’è chi di che che la pazienza sia una virtù, ma è chiaro che questa dimensione non può essere applicata a tutti gli ambiti e che, inoltre, deve avere dei limiti.
Non possiamo passare una vita intera essendo pazienti e vedendo come vengono meno ai nostri diritti, alle nostre necessità di esseri che hanno bisogno di reciprocità, cura, affetto e riconoscenza.
L’amore richiede impegno, volontà e pazienza, ma fino a un certo punto.
La pazienza in amore non equivale a passività
Come abbiamo detto, spesso si è soliti definire il concetto di pazienza come una virtù. È la facoltà che possiedono le persone di posporre certe cose che non apportano soddisfazione, perché si pensa che questa attesa, a lungo termine, porterà cose migliori.
C’è chi si giustifica usando questa parola come una dimensione da assumere.
Le cose vanno male, ma che si può fare? Bisogna avere pazienza. Che possiamo fare se è così? Non possiamo cambiarlo, quindi meglio essere pazienti”…
Non bisogna confondere la pazienza con la passività
In realtà è proprio qui la chiave. Possiamo essere pazienti, possiamo fare della pazienza la nostra migliore virtù, perché ci aiuta ad analizzare meglio la situazione, ad osservare, ad essere riflessivi.
Tuttavia, tutto questo processo interiore ci deve permettere di vedere la vera realtà.
Una persona paziente non deve essere per forza passiva. La persona passiva fa della tolleranza il suo stile di vita, permettendo abusi fino a sperimentare sulla propria pelle come si frantuma la sua integrità. Non dobbiamo mai permetterlo.
I benefici di essere pazienti, ma non passivi
Quando si stabilisce e mantiene una relazione affettiva, la pazienza è un pilastro che dobbiamo riconoscere giorno dopo giorno. È chiaro che non deve per forza piacerci ogni aspetto, comportamento o abitudine del nostro partner, ma non per questo dobbiamo agire in modo impulsivo rinfacciandolo e mandando in frantumi la relazione.
Siamo pazienti, rispettiamo e tolleriamo perché amiamo, perché sappiamo anche che in ogni coppia esiste un tempo in cui si armonizzano le cose, in cui tutto combacia e in cui si imparano, al tempo stesso, le rispettive necessità.
La pazienza richiede a sua volta chiarezza emotiva. Dobbiamo sapere dove sono i limiti e capire in che momento ci stanno danneggiando in quanto persone, come membri di un rapporto sentimentale.
Non bisogna essere passivi di fronte alle esigenze cariche di egoismo, di fronte alla posizione di venire sempre prima dell’altro. Non si devono chiudere gli occhi dinanzi alle carenze, né essere impassibili al dolore emotivo provocato dai vuoti, dai disprezzi o dal sottile maltrattamento esercitato tramite le parole avvelenate.
È così che la pazienza deve cadere, scostare il suo velo per vedere la verità.
Quando finisce la pazienza… Cosa si fa?
Quando la pazienza si esaurisce, giunge la delusione, perché siamo già coscienti della nostra realtà in tutte le sue sfumature. In tutti i suoi chiaroscuri. Questo non significa che dobbiamo rompere all’istante con la persona con cui stiamo se la amiamo.
È il momento di parlare, di mettere in chiaro qual è la situazione e dire quello che si sente e di cui si ha bisogno. Non si tratta di evadere dal problema. Se questo rapporto ci interessa, faremo il possibile per mantenerlo in piedi.
Affinché una relazione prosperi o vengano meno queste carenze che ci hanno ferito, lo sforzo deve essere mutuo. Nell’istante in cui uno offre di più e l’altro ricorre solo alle scuse, la pazienza viene persa del tutto e, con essa, la delusione si trasforma in un abisso insondabile.
La pazienza non è la capacità di aspettare, ma l’abilità di comprendere che meritiamo di meglio
Immagini per gentile concessione: Anne Soline, Виктория Кирдий